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Piante Officinali

LEVISTICO

di Annie Vout e Ugo Lini
CARTA D’IDENTITÁ
FAMIGLIA: Ombrelliferae
GENERE E SPECIE: Levisticum officinale Koch.
NOME ITALIANO: Sedano di montagna o levistico
NOME FRANCESE: Liveche
NOME DIALETTALE: Lappe
DROGA: Pianta intera
PRINCIPI ATTIVI: Olio essenziale, resine, curarine, tannini.


DESCRIZIONE BOTANICA
Pianta erbacea perenne con un grosso rizoma coperto, nella parte superiore, dai residui delle foglie precedenti; rizoma e radici contengono un succo giallastro; il fusto, cilindrico e fistoloso, è alto uno-due metri e ramificato solo in alto. I fiori sono riuniti in grosse ombrelle che hanno alla loro base numerose brattee; i fiori hanno il calice di dimensioni ridotte, i cinque petali, di colore giallo-verdastro, hanno forma ellittica. Il frutto è formato da due acheni addossati l’uno all’altro; questi sono piano-convessi, hanno forma ovale-oblunga e presentano due costole laterali.



DOVE SI TROVA
Il sedano montano sembra originario dell’Asia, dove è coltivato e qua e là si è inselvatichito nelle Alpi.


COLTIVAZIONE TERRENO E AMBIENTE
La coltivazione riesce in tutti i tipi di terreno purchè dotati di sostanza organica. Come ambiente, rifugge da quelli ad inverno rigido. I ritorni di freddo sono deleteri essendo una specie a risveglio precoce.


PROPAGAZIONE
La specie è fertile e produce facilmente una buona quantità di seme che, opportunamente conservato dopo la sua raccolta, presenta un discreto grado di germinabilità. La semina è pertanto il metodo più utilizzato per la propagazione. Come regola generale si usano valori oscillanti da tre a quattro kg/ha aumentandoli solo in caso di condizioni svantaggiose alla germinabilità e alla crescita.


SESTO D’IMPIANTO
Si consigliano 50-80 cm tra le fila e 25 cm sulla fila.


CONCIMAZIONE
É una specie che permane sullo stesso appezzamento per più anni, pertanto la concimazione di fondo riveste notevole importanza. Solitamente si apportano 300-400 q/ha di letame da interrare al momento dell’aratura e da integrare eventualmente con azoto alla ripresa vegetativa e con fosforo e potassio poco prima dell’inverno.


CURE COLTURALI
Occorrono sarchiature soprattutto nel primo periodo di crescita perchè il levistico si fa facilmente aggredire dalle infestanti. In seguito raggiunge proporzioni tali da non avere più problemi di questo genere.
In merito all’irrigazione si eseguono, in caso di necessità, interventi di soccorso dopo la semina o dopo il trapianto.




RESA

Da un ettaro è possibile ricavare dai 30 ai 35 q di prodotto fresco. Dopo l’essiccazione la massa si riduce a 8-10 q circa con un calo del 70-75 %. Dalla distillazione della radice si ha una resa dello 0,6-1 % in essenza; quest’ultima è molto ricercata sul mercato. Nella produzione di seme le rese possono essere soddisfacenti, con ricavi di 8-15 q/ha di prodotto. Dalla sua distillazione si ottengono valori 1,10-1,60 % in essenza. Si utilizzano poi gli steli e le foglie rimaste dalla battitura e raccolta del seme per estrarre essenza.
Da un ettaro si possono ottenere valori di 150-200 q di prodotto verde. L’operazione di essiccazione porta a perdite del 75-80 % della massa, pertanto la resa, tradotta in foglia secca, può essere di 30-40 q/ha.


RACCOLTA E CONSERVAZIONE
La radice si raccoglie in autunno quando la pianta entra in riposo; si scava lateralmente al rizoma e si tagliano solo alcune radici in modo da non distruggere la pianta; le foglie si raccolgono in maggio-luglio, i frutti in agosto-settembre. Le radici, sezionate in pezzi, si essiccano al sole, le foglie e le ombrelle con i frutti si fanno asciugare all’ombra; i frutti si separano per battitura e si puliscono passandoli nei vagli. Radici e foglie si conservano in sacchi di carta o tela, i frutti in vasi di vetro o porcellana.


PROPRIETÁ TERAPEUTICHE

Diuretiche, depurative, sudorifere, digestive, carminative, espettoranti.


NOTIZIE GENERALI E STORIA
Si usava strofinare i muli con questa pianta in modo da allontanare i tafani e le mosche. Spesso veniva aggiunta a minestre e minestroni per insaporirli
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