Elenco Numeri Regione Autonoma Valle d'Aosta

Piccola fauna

ANIMALI SCONOSCIUTI, ANIMALI TEMUTI

di Ronni Bessi e Michele Spairani
(Direzione Flora, Fauna, Caccia e Pesca)
 

Carta d'Identità del gambero d’acqua dolce

Nomi comuni in Italiano/Francese/Latino:
Gambero di fiume, Écrevisse à pattes blanches, Austropotamobius pallipes

Indirizzo (habitat): ama le cosiddette acque limpide, correnti, fresche, ben ossigenate, gradisce anche fossi, torrenti e corsi d’acqua caratterizzati da fango, limo, strami vegetali (foglie e rami), radici sommerse e vegetazione acquatica, che costituiscono i suoi potenziali rifugi. Si può trovare anche in stagni, laghi e nei grossi fiumi di pianura. In Valle d’Aosta vive fino a circa 800 m di quota.

Segni caratteristici: Come tutti i crostacei, ha il corpo rivestito da uno scheletro esterno (“esoscheletro”), di consistenza cornea, molto robusto e solido, capace di proteggere l’animale da predatori ed eventuali urti. Il colore varia dal grigio-verdastro al bruno scuro e rende l’animale poco visibile e mimetizzato con il fondale. Il corpo è suddiviso in due parti, facilmente distinguibili: cefalotorace e addome. Ha lunghe antenne e occhi peduncolati, un paio di robuste chele e quattro paia di arti. L’addome termina con una coda a paletta (“telson”), che permette all’animale il caratteristico “nuoto all’indietro” come reazione di fuga in caso di pericolo.
Le femmine lo ripiegano per proteggere le uova. Vivono fino a 10-12 anni e i maschi sono distinguibili dalle femmine per le grosse chele e le appendici copulatorie sotto l’addome, e sono generalmente più grandi di queste potendo raggiungere i 12 cm di lunghezza totale.


Professione: È sostanzialmente un animale notturno, anche se talvolta è possibile osservarlo anche in pieno giorno. L’alimentazione varia a seconda della tipologia del corso d’acqua; comprende prede vive, (larve d’insetti, crostacei, molluschi ecc.), elementi vegetali (alghe e macrofite). È un ottimo spazzino e ama resti di frutti, semi e cadaveri di piccoli insetti, pesci ed altri animali.

Biologia: La maturità sessuale è raggiunta in genere nella terza-quarta estate di vita, quando i maschi hanno una lunghezza pari a 60-70 mm e le femmine pari a 55-60 mm. L’accoppiamento avviene in autunno nei mesi di ottobre e novembre, generalmente quando la temperatura dell’acqua si approssima ai 10 °C. Circa una settimana più tardi, vengono emesse le uova e fecondate dalle spermatofore deposte dal maschio sotto l’addome della femmina durante l’accoppiamento. Le uova (da 50 a 100 circa) vengono mantenute sotto l’addome per tutto l’inverno e la primavera. La schiusa avviene dopo un periodo che può variare da quattro a sette mesi a seconda della temperatura dell’acqua. Le larve appena schiuse sono lunghe meno di un centimetro, ma già simili agli adulti. Per i primi tre o quattro giorni di vita rimangono appese con le minuscole chele uncinate all’addome materno e dopo circa una settimana con la prima muta le larve iniziano la vita libera, nutrendosi e spostandosi autonomamente, ma senza allontanarsi molto dalla madre che, in caso di pericolo le richiama a sé con ferormoni di allarme.



La parola al diretto interessato: “Nel Medioevo ero un animale popolare, per la mia importanza economica ed alimentare e tutti mi pescavano. Per il caratteristico rinnovo periodico dell’esoscheletro avevo assunto, in ambito religioso il significato simbolico di “morte e resurrezione”, ma successivamente grazie alla mia capacità di rigenerare gli arti amputati mi considerarono “un animale eretico”, ed il rogo fu la mia fine. Poi arrivò la Peste dei Gamberi che ci decimò in tutta Europa. Ed oggi gli umani alterano i nostri ambienti prediletti, inquinandoli e prosciugandoli e come se non bastasse hanno dato l’avvio all’invasione dei nostri cugini americani che ci trasmettono patologie a noi fatali e ci rubano i pochi ambienti rimasti.

Ad oggi sono iscritto nella Lista Rossa redatta dall’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN), dove sono classificato come specie “vulnerabile”. La Direttiva CEE 92/43, mi qualifica come “specie d’interesse comunitario per la quale devono essere individuate zone speciali di conservazione”. Speriamo!!! In ogni caso in Valle d’Aosta è assolutamente vietato catturarmi.”


NOTA BENE:La rigidità (“dell’esoscheletro”) non permette l’accrescimento graduale del gambero, che è quindi obbligato a sostituire la vecchia corazza con una nuova, effettuando il processo denominato muta o ecdisi. Dopo questa laboriosa operazione, il gambero ha la possibilità di accrescersi prima che la nuova corazza s’indurisca definitivamente. Con la muta, inoltre, ha la possibilità di riparare eventuali danni dell’esoscheletro e di rigenerare arti ed appendici. Capita a volte di vedere nello stesso gambero arti e chele di dimensioni differenti, ma comunque funzionali

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