ITINERARIO
Terminata la loro funzione produttiva, cave e miniere in disuso possono svolgere una importante funzione didattica e turistica; ad esempio in Val di Cogne
C'È DISCARICA E DISCARICA
di Francesco Prinetti
Sotto il sentiero per il Grauson, un costone di roccia alterata segna l'affioramento di un filone mineralizzato.Se gli allevamenti alpini sono giustamente oggetto di direttive incentivanti, se le opere di bonifica forestale sono prese in carico dalla collettività, altre risorse tipiche della montagna non sono invece quasi mai considerate di interesse pubblico. Non parliamo qui delle grandi opere idroelettriche, concluse prima che sorgesse la consapevolezza della complessità del territorio; non parliamo né delle cave di pietrisco sui fiumi, né della regimazione delle acque, ambiti nei quali si sono cimentati progettisti, impresari ed amministratori a volte guidati dal motto après moi le déluge. Parliamo invece delle risorse contenute nelle rocce valdostane, sia sotto forma di cave per le pietre ornamentali, sia sotto forma di giacimenti minerari. Cave e miniere sono entrambe grandi produttrici di alterazioni ambientali, le une per via degli scassi sul versante e le altre per le discariche a volte imponenti.

Sul pendio arido per gli antichi disboscamenti stanno arroccati gli impianti di Colonna con la lunga discarica.A nostra conoscenza, gli studi di impatto ambientale finora pubblicati sull'argomento contemplano per lo più il ripristino di condizioni eco-compatibili al raggiungimento di determinati livelli di scavo, con la creazione di oasi naturalistiche lungo l'alveo dei fiumi e la mascheratura dei fronti di cava sui versanti.
Le nostre cave di pietra ornamentale possiedono invece una ricchezza estetica e pedagogica tale da indurre anche una notevole potenzialità turistica. Vaste pareti rocciose tagliate verticalmente costituiscono uno schermo verde, un oblò aperto sui misteri della crosta oceanica che le ha prodotte. Su altri fronti giocano gli infiniti arabeschi della giada e del marmo. Tutti offrono stimolanti indizi su quel che avviene nelle viscere della Terra, sulla storia geologica delle Alpi. Non si tratta quindi tanto di nascondere le cave abbandonate ma di renderle fruibili con riordino degli accessi, percorsi sicuri, punti di informazione, luoghi attrezzati per dimostrazioni, vendita di campioni levigati ecc. Una bella sfida e una ghiotta opportunità per Comuni sovente trascurati dai flussi turistici.
La cartina dell'itinerario.Diversa la situazione delle miniere, su cui spira un aura di revival romantico. Una vacanza ormai non è più chic se al ritorno non si può raccontare ai colleghi, con un pizzico di pathos, l'intrico dei cunicoli bui e le pene del lavoro in una miniera, possibilmente preistorica. Faticosamente prendono forma anche in Italia progetti di fruizione turistica delle risorse minerarie, per ora strettamente limitati al contesto storico-antropologico. Limitazione che può stravolgere il senso dei villaggi minerari: valga per tutti l'esempio del Monte Amiata in Toscana, dove è ormai impossibile trovare esposto un solo campione del rosso cinabro che lo rese celebre. Naturalmente questo non è il caso dell'Inghilterra, sempre attenta alla Natura e patria della Geologia, dove i siti minerari della Rivoluzione Industriale sono completi di indicazioni petrografiche, mineralogiche e giacimentologiche.
Nelle Alpi, una vecchia miniera si riconosce per le strisciate più o meno lunghe, più o meno colorate del detrito prodotto, mentre le gallerie sono sovente pericolose, inondate, crollate o fatte saltare. Andar per miniere significa perciò spostarsi da una discarica all'altra, e sembrerebbe operazione riservata agli specialisti di mineralogia. Ma non è sempre così: ecco qui un percorso zeppo di discariche minerarie che riserva gradevolissime sorprese a chiunque ami la natura.

 

PER SAPERNE DI PIÙ
DAL PIAZ G.V. (a cura di) - Le Alpi dal Monte Bianco al Lago Maggiore - BEMA editrice, Milano 1992. In particolare vol.2 pagg. 50-52. Quantunque non facilissimo di lettura, è testo base per dare un significato scientifico al rilievo valdostano ed alle sue risorse fisiche e mineralogiche.

FORETIER P., GERBORE R., VASSONEY G. - Cagne e la sua miniera - Comune di Cogne 1990.

LORENZINI Ch. - Le antiche miniere della Valle d'Aosta - Musumeci editore, Aosta 1995. Alle pagg. 27-47 una guida per l'esplorazione.

NICCO R. (a cura di) - L'industrializzazione in Valle d'Aosta, In: Quaderni dell'Istituto Storico della Resistenza (1987,1988,1989), Aosta.

AA.VV. - Piemonte minerario - Politecnico di Torino 1992. AA.VV. - De re metallica - Politecnico di Torino 1994.

LA TRACCIA - Cogne e la sua valle - Musumeci editore, Quart 1995.
 

   
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