Mercato del lavoro

 

 


IL MERCATO DEL LAVORO NEL 2022

 

 

 

 

 


Il mercato del lavoro: la ripresa dopo l’emergenza

Prosegue l’evoluzione positiva dei trend occupazionali che ha preso avvio nel secondo trimestre del 2021 e che sìè andata progressivamente rafforzando nel corso del 2022.

Il livello medio degli occupati nel 2022 è stato pari a circa 55.200 unità ed è cresciuto rispetto all’anno precedente del +4,6%, riportandosi così sui livelli precedenti la pandemia e recuperando pienamente le cadute seguite all’emergenza sanitaria. Parallelamente, l’area della disoccupazione si riduce sensibilmente, sia rispetto al 2021, sia con riferimento al 2019, attestandosi attorno a circa 3.100 unità, mentre la partecipazione al mercato del lavoro registra un’evoluzione positiva rispetto all’anno precedente (+2,5%), risultando però ancora leggermente inferiore a quella registrata nel 2019 (-1,3%).

Queste dinamiche possono essere chiarite meglio guardando all’andamento delle singole grandezze su base trimestrale. Su queste basi si può, infatti, notare che l’occupazione tendenziale, ovvero al netto degli effetti stagionali, ha ripreso a crescere dopo la progressiva caduta tra il primo trimestre 2020 e il primo trimestre 2021, certamente in stretta connessione con le diverse fasi della pandemia, anche se poi nel corso degli due ultimi trimestri del 2022 tende a stabilizzarsi. Nel caso della disoccupazione, specularmente a quanto rilevato per l’occupazione, si osserva che il picco si colloca tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, a cui segue una fase di progressiva riduzione che si protrae a tutto il 2022 (graf. 1).

 


 

 

 

Sebbene i livelli occupazionali rispetto al 2021 registrino una crescita sia per le donne (+4,4%), sia per gli uomini (+4,8%), per questi ultimi non viene ancora recuperato il livello precedente la pandemia, al contrario della componente femminile che registra invece un saldo del +1,1% rispetto al 2019. D’altro canto, la crescita dell’occupazione tra il 2019 ed il 2022 è spiegata completamente dalle donne. La variazione della disoccupazione risulta invece positiva per entrambi i generi, ma decisamente più marcata nel caso degli uomini.

Nel 2022 il tasso di attività (15-64 anni) è pari al 73,8%, il tasso di occupazione (15-64 anni) si attesta sul livello massimo dal 2018 (69,8%), mentre il tasso di disoccupazione si riporta sul valore minimo del periodo (5,4%).

Nel 2022 la posizione della Valle d’Aosta si conferma significativamente migliore della media italiana, con un tasso di occupazione superiore di circa 9 punti percentuali (69,8% contro 60,1%) e un tasso di disoccupazione inferiore (5,4% contro 8,1%) e, nello specifico, soprattutto i dati riferiti alla componente femminile appaiono discostarsi positivamente dal quadro nazionale: il tasso di occupazione femminile è in Valle d’Aosta pari al 66% contro il 51,1% nazionale, mentre il tasso di disoccupazione regionale è pari al 6,4% e quello italiano è del 9,4% .

 

 

Nota metodologica a margine

L’Istat (Istat, Il mercato del lavoro, Statistiche Flash, Roma, marzo 2022)

segnala che, nel corso del 2021, la Rilevazione sulle forze di lavoro ha subìto due cambiamenti importanti:

  • la prima conseguente all'entrata in vigore, dal 1° gennaio, del Regolamento europeo (UE) 2019/1700 che ha comportato modifiche alle definizioni, in particolare per quella di occupato, e al questionario al fine di migliorare il grado di armonizzazione delle statistiche prodotte dai diversi Paesi dell’Unione Europea;
  • la seconda determinata dall’introduzione delle nuove stime della popolazione di individui e famiglie desunte dal Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni; l’adeguamento alla nuova popolazione, che è inferiore alla precedente per il complesso dell’Italia di circa mezzo milione di individui, ha comportato una diminuzione nella stima del numero di occupati, disoccupati e inattivi.

Con il comunicato trimestrale di marzo 2022 l’Istat ha reso disponibili alcune prime ricostruzioni delle serie storiche che consentono un confronto a livello regionale sui principali indicatori per il quinquennio 2018-2022.

È utile evidenziare che l’adeguamento alla nuova popolazione ha comportato una diminuzione nella stima del numero di occupati, disoccupati e inattivi. Il passaggio alla nuova popolazione comporta invece solo modifiche marginali nei tassi, considerato che si tratta di rapporti tra due stime entrambe più basse per effetto della nuova popolazione.

 

Per consultare i dati relativi al Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, si rimanda alla sezione di dettaglio.

 

 

 

 

Si precisa che Istat ha variato la composizione di alcune aggregazioni di dati forniti, conseguentemente non è stato possibile aggiornare tutte le tabelle sotto allegate (esse riportano pertanto l'aggiornamento all'ultimo dato disponibile).

 

 



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