Un inverno in mostra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

28 settembre 2018 - 4 novembre 2018
Aosta, Hotel des Etats

OLTRE L'ORIZZONTE - Tea Giobbio e Walter Vallini


Il percorso espressivo che lega le immagini della fotografa Tea Giobbio alle installazioni luminose dell’art designer Walter Vallini giunge ad Aosta dopo essere stato proposto in varie esposizioni da Milano a Roma, da New York a Torino fino a Monaco di Baviera. Il progetto artistico sin dal titolo si propone di essere un work in progress, che si arricchisce di volta in volta con alcune opere espressamente realizzate per ogni nuova sede espositiva.

Le fotografie di Tea Giobbio rinviano al tema dell’identità dell’artista e al suo rapporto col mondo, mentre le installazioni luminose di Walter Vallini si collocano tra arte e design, rendendo attuale il dialogo tra gli oggetti e il loro significato simbolico.

L’esposizione di arte contemporanea, curata da Alessandro Parrella, sarà inaugurata il 28 settembre e saràvisitabile fino al 4 novembre 2018.

 

 

 

13 ottobre 2018 - 21 marzo 2019
Aosta, Museo Archeologico Regionale
 

COLLATERAL DAMAGES - Ugo Lucio Borga   


Sarà inaugurata venerdi 12 ottobre 2018 la mostra Collateral damages, esposizione fotografica di Ugo Lucio Borga, fotogiornalista valdostano che da anni concentra il suo lavoro sulle guerre - anche quelle dimenticate - sulle crisi umanitarie, sulle questioni sociali e ambientali in Africa, Sud America, Medio Oriente, Asia, Europa.

Più di cento immagini in bianco e nero documentano i conflitti nel mondo attuale. Così Ugo Borga spiega: “Non più eserciti contro eserciti sui campi di battaglia, nelle trincee, fuori dai centri abitati, ma civili armati nelle piazze, contractors, bombe umane nei mercati. Alla guerra ipertecnologica dello spazio si oppongono trappole esplosive elementari, strategie primitive, suicide: droni contro coltelli, impossibili da disinnescare. Nella guerra globale un’unica regola prevale su tutto: che vale tutto. Le donne, gli uomini, i bambini morti sotto le macerie vengono considerati danni collaterali. Collateral damages, in gergo militare”.Nel mondo, allo stato attuale, si combatte ovunque e tra gli effetti dei conflitti armati ci sono anche milioni di civili disperati, che tentano di sopravvivere alla guerra, alla fame, ai disastri ambientali. Le immagini esposte sono volutamente intense, hanno lo scopo non di sfiorare, ma di scuotere le coscienze. Il catalogo della mostra, curato da Daria Jorioz, contiene una prefazione di Marco Maggi.

Ugo Lucio Borga (1972) si è formato all’Accademia John Kaverdash (Milano), ha realizzato reportage di approfondimento in tutto il mondo coprendo, tra gli altri, la primavera araba, la guerra in Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sud Sudan, Libia, Siria, Iraq, Filippine, gli scontri religiosi nel nord del Libano, la dittatura Eritrea, il conflitto armato Ucraino.

I suoi articoli e reportage sono apparsi su molti giornali, riviste, tv e radio tra cui Time magazine, Time Lightbox (USA), The Guardian, The Observer, The Independent (Inghilterra), Die Zeit, Die Welt, frankfurter allgemeine Zeitung, Brigitte, Cicero (Germania), La Vanguardia Magazine, Zazpika (Spagna), La Croix, Courrier international (Francia), Die Presse (Austria), Tyzden (Slovacchia), Haaretz (Israele) Gazeta Wyborcza (Polonia), Alpha Magazine, (UAE), Woz, Neue Zurcher Zeitung,  (Svizzera) Africa Magazine, Diario, l’Espresso, Il Giornale, Il Manifesto, Il Sole 24 Ore, GQ, Nigrizia, Vps, Panorama, PeaceReporter, Rolling Stone, Eyesopen, Il Riformista, Sportweek, La Stampa, Vanity Fair, Il Venerdì di Repubblica, Il Corriere della Sera, Mondadori (Strade Blu), Rai3, Rainews24, Sky Tg24 Jetlag, Channel 4, Radio24, Radio RSI, Laser. 

 

 

26 ottobre 2018 - 28 aprile 2019
Aosta, Centro Saint-Bénin 

IL MONDO DI JACOVITTI - Bentito Jacovitti 


La mostra Il mondo di Jacovitti sarà inaugurata venerdi 26 ottobre 2018 al Centro Saint-Bénin di Aosta. Sono oltre 250 i disegni originali del grande artista esposti attraverso cui sarà possibile ricostruire il percorso di una carriera durata quasi sessant’anni che ha portato il celebre fumettista a creare alcuni personaggi indimenticabili che hanno accompagnato intere generazioni di ragazzi.

Schizzi, vignette, tavole di fumetti e illustrazioni compongono l’articolato percorso espositivo della mostra con alcune vere “chicche” che si potranno vedere in originale per la prima volta. Tra queste alcune tavole realizzate per oggetti promozionali, 60 disegni di figurine realizzate nel 1954 per l’albo de Il Vittorioso“Genti d’ogni paese” in cui l’estro di Jacovitti spazia per i 5 continenti raffigurando a modo suo ogni popolo. Saranno esposte inoltre alcune tra le prime tavole disegnate e tra queste spiccano per bellezza i disegni di “Pippo e la guerra”, “Mandrago”, “L’Onorevole Tarzan”, “Pippo in montagna”, “Giacinto corsaro dipinto” e “Oreste il guastafeste” recentemente tornate in possesso della figlia. Si passerà poi dalle tavole del mitico “Diario Vitt” realizzato dal 1949 al 1980, vera icona degli studenti di quegli anni, ai diari realizzati da Jac negli anni Ottanta.

Attraverso le collaborazioni con i principali giornali per i ragazzi come il già citato “Il Vittorioso”, “Il Giorno dei ragazzi”, il “Corriere dei Piccoli” e “Il Giornalino” si potranno ammirare gli originali di “Cocco Bill”, “Tom Ficcanaso”, “Tarallino”, “Occhio di Pollo”, “Jack Mandolino”, “Chicchirino”, “Cip l’arcipoliziotto” e “Zorry Kid” che quest’anno compie cinquant’anni.

Jacovitti ha realizzato inoltre importanti filmati per  “Carosello” e alcune sue storie sono andate in onda nel programma cult “Supergulp!”.

Completa la mostra, curata da Dino Aloi e da Silvia Jacovitti,  un volume (edito da Il Pennino) con contributi critici di Fabio Norcini (critico d’arte), Gian Paolo Caprettini (già docente di Semiologia all’Università di Torino), Vincenzo Mollica (giornalista Rai), Gianni Brunoro (tra i più importanti jacovittologi italiani), Goffredo Fofi e Daria Jorioz.

Nel periodo della mostra sono previste due conferenze dedicate all’arte di Jacovitti ed un incontro mensile come corso di avvicinamento al fumetto umoristico tenuto da Claudio Puglia. 

Jacovitti, nato a Termoli nel 1923, scomparso a Roma nel 1997, è stato forse il più geniale umorista/fumettista di questo secolo, oltre che uno dei più prolifici, grazie anche al suo precocissimo ingresso nel campo dei Comics, avvenuto all'età di sedici anni.

A vent'anni era già considerato uno dei più interessanti autori italiani, e grazie all'esperienza maturata, a seguito di numerose sperimentazioni personali di stile, tratto e segno, saprà rimanere sulla cresta dell'onda per tutta la vita. Questo perché Jacovitti riusciva ad esprimere una verve comica irresistibile che poteva superare qualsiasi confine, sia geografico sia anagrafico.

 

 

9 novembre 2018 - 18 febbraio 2019
Aosta, Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans 

LE STELE DI DONATO SAVIN - Donato Savin 


La mostra all’Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans sarà inaugurata venerdì 9 novembre 2018. Le stele di DonatoSavin, realizzate in pietra dura (gneiss, magnetite, marmo, granito) sono imponenti, ma al tempo stesso slanciate, come frecce primordiali, e rimandano certamente alle stele antropomorfe dell’Area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans.

Il percorso espositivo, curato dalla Struttura Attività espositive in collaborazione con la Struttura Patrimonio Archeologico, riprende infatti idealmente gli allineamenti preistorici sia delle stele, sia dei pali totemici ripensati da Savin attraverso stele lignee con applicate alla sommità corna di cervo lavorate. Ci sono poi stele di dimensioni più contenute, impreziosite da colorati licheni.

Donato Savin nasce a Cogne nel 1959 e inizia a lavorare la pietra da autodidatta, all’età di 17 anni, raccogliendo e scegliendo personalmente le pietre nei torrenti e nei fiumi. Nel 1987 partecipa alla Fiera di Sant’Orso facendo conoscere al grande pubblico il suo stile originale nella lavorazione della pietra. Scolpisce nel suo atélier di Epinel affinando nel tempo la tecnica e utilizzando all’inizio anche strumenti che si è soliti impiegare per il legno, arrivando poi a servirsi anche di martelli pneumatici. Nel 2008 espone le sue opere alla Maison du Val d’Aoste a Parigi. 

 

 

30 novembre 2018 - 24 marzo 2019
Aosta, Chiesa di San Lorenzo

LA MONTAGNA FOTOGRAFATA, LA MONTAGNA SCOLPITA - Stefano Venturini e Ladislao Mastella 


La rassegna in programma alla Chiesa di San Lorenzo di AostaLa montagna fotografata, la montagna scolpita. Stefano Venturini e Ladislao Mastella mette a confronto le opere di un fotografo e di uno scultore, che dialogano all’interno del suggestivo spazio espositivo aostano. La mostra, curata da Daria Jorioz, propone le grandi fotografie di Stefano Venturini accostate a sculture in legno di noce, betulla, acero, cirmolo e frassino di Ladislao Mastella.

Stefano Venturini gioca con la luce, è attraverso le studio del paesaggio che si è avvicinato alla fotografia, cercando da sempre immagini evocative, di atmosfera. La mostra è un viaggio nella complessità della natura della nostra regione.

“Cerco da sempre di giocare con gli elementi naturali – nuvole, acqua, foglie – e voglio dare dinamicità all’immagine, in questo modo ogni giorno è possibile avere una sensazione nuova in quello che si vede” dice Venturini. Da tempo ha intrapreso una ricerca anche sui materiali e sui supporti con l’idea che possano rappresentare un valore aggiunto alla sensazione da trasmettere, prolungando la vitalità insita nello scatto.

L’impiego di materiali come il metalprint, ad esempio, è quel valore aggiunto che evoca - al ghiaccio fotografato – l’idea del gelo, del freddo.

Ladislao Mastella partecipa alla Fiera di Sant’Orso da oltre 50 anni e propone per questa esposizione gli originali galletti, ma anche le maschere del Carnevale, le grolle e le colombe della pace. Fin da giovanissimo scolpisce e lavora nel laboratorio di Mario Stuffer, continuando gli studi alla Scuola d’Arte regionale con il professor Rolando Robino. Le sue scelte artistiche evolvono dal bassorilievo con scene di vita rurale, alla scultura a tutto tondo fino alle forme più stilizzate. Oltre al mondo contadino, rivolge la sua attenzione all’arte sacra e alle figure femminili. E’ stato più volte premiato alla Fiera di Donnas e alla Fiera di Sant’Orso. 

 

 

14 dicembre 2018 - 10 marzo 2019
Aosta, Hotel des Etats

LA CITTA' CHE CRESCE - LE QUARTIER COGNE A AOSTE - Archivio storico regionale e Struttura attività espositive


Il primo conflitto mondiale, facendo crescere a dismisura la domanda dell’industria bellica, si rivelò uno straordinario volano per la siderurgia italiana. L’Ansaldo di Genova, guidato dai fratelli Perrone, a partire dal 1917 creò ad Aosta uno stabilimento per la produzione di ghisa di alta qualità, nel quale il minerale di Cogne doveva essere fuso in moderni altoforni ad arco, a loro volta alimentati da nuovi impianti idroelettrici. In parallelo alla costruzione dello stabilimento prese il via la realizzazione di un nuovo “quartiere operaio” nella piana a ovest della città, agglomerato urbano inizialmente chiamato “quartiere Ansaldo” e in seguito, spontaneamente, “quartiere Cogne”. La necessità di nuovi e razionali spazi abitativi fu ovviamente legata alla dirompente spinta demografica prodotta dalla nuova realtà industriale. Ma essa discese anche dal desiderio dei fratelli Perrone di riunire in un unico spazio tutti i protagonisti della fabbrica, favorendo sì la nascita di una coscienza di classe tra i salariati e la loro identificazione con l’azienda, ma riproducendo pure d’altro canto, attraverso la distribuzione degli spazi e nella diversificazione delle abitazioni, la gerarchia e le differenze di funzioni presenti all’interno dello stabilimento. A partire dagli anni Venti si assistette all’arrivo di migliaia di operai immigrati che andarono ad occupare ogni spazio abitativo disponibile all’interno delle mura dell’antica città. Basti pensare che dai 7008 abitanti del 1911  si passò a 13.962 nel 1931, per raggiungere poi i 24.215 nel 1951.

Se il programma dei Perrone contemplava inizialmente la realizzazione di un imponente quartiere, dotato di tutti i servizi civili e religiosi necessari ai residenti, gli anni di crisi che seguirono la fine della Grande Guerra ridimensionarono assai le ambizioni iniziali. Furono inizialmente costruite le case Filippini e le quattro case Giachetti, per un totale di 241 alloggi destinati a famiglie operaie, e quattro villette per impiegati, composte da 35 appartamenti. Il programma della città operaia venne proseguito in forma ridotta nel successivo ventennio fascista: si realizzarono le case Gazzera, Fresia e la casa Stura, per complessivi 367 destinati a operai, e altre due palazzine con 28 alloggi per impiegati e dirigenti e, infine, tra il 1939 e il 1943, si aggiunsero le popolarissime case Ciano, per un totale di 228 alloggi. Solamente nel 1940 venne terminato il nuovo palazzo assistenziale CRAL Cogne. Questo imponente programma edilizio, gestito completamente da privati, di fatto portò al raddoppio del tessuto urbano della città di Aosta generando due nuclei assai differenti per tipologia di abitazioni e popolazione residente, due universi paralleli dalla lunga e difficile integrazione. 

L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Archivio Storico Regionale, attraverso il materiale d’archivio dell’ex Società nazionale Cogne, intende rendere sinteticamente conto di questa realtà, che ha condizionato in modo determinante il destino urbanistico e demografico della città di Aosta nell’ultimo secolo.

 



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