REGIONI AUTONOME: UNITE NELLA 'DICHIARAZIONE DI AOSTA'

PER L'AUDIZIONE DI COMMISSIONI CAMERA E SENATO
12:35 - 02/12/2006 


(ANSA) - AOSTA, 2 DIC - "Le autonomie speciali hanno rappresentato per decenni l'unica esperienza di regionalismo in Italia, preparando il terreno alla graduale effettiva estensione di poteri anche alle altre Regioni, a lungo rimaste solo sulla carta". E' su questa considerazione che si incardina la 'Dichiarazione di Aosta', il documento congiunto sottoscritto per la prima volta dai presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali a Statuto speciale e delle Province autonome, "per il rafforzamento dell'istituto autonomistico".

La 'Dichiarazione di Aosta' è stata presentata oggi alle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato riunite congiuntamente ad Aosta per l'audizione sulle prospettive delle riforme costituzionali.

Le autonomie speciali, pur notevolmente diverse tra loro, ritengono, come si legge nel documento, "che lo storico ruolo di apripista dell'autonomia assunto sia una risorsa per la Repubblica che, proprio nel suo interesse, deve continuare a riconoscere in capo ad esse condizioni di autonomia sempre più avanzate, che permettano di continuare nella loro opera innovativa". Da ciò discende, sostengono i presidenti delle Regioni e delle Province autonome, la necessità "di una speciale strutturazione dei rapporti con lo Stato". A tal proposito formulano alcune richieste specifiche: non possono essere imposte modificazioni degli ordinamenti delle autonomie speciali senza il loro consenso e ribadiscono "la necessaria costituzionalizzazione del principio dell'intesa e della natura pattizia degli Statuti ai fini dell'indispensabile adozione delle modifiche statutarie". L'altra richiesta riguarda il processo costituente l'avvio di riscrittura degli Statuti speciali che "rappresenta un'occasione di primaria importanza per adeguare le proprie istituzioni politiche ed amministrative alle nuove sfide cui debbono far fronte le Regioni nella gestione del proprio territorio e delle rispettive collettività, in chiave di collaborazione con le altre Regioni, con la Comunità nazionale e con l'Unione europea".

Oltre a sollecitare l'aggiornamento degli ordinamenti speciali ed il "recepimento delle eventuali maggiori forme di autonomia riconosciute alle Regioni a Statuto ordinario", le Regioni e le province autonome chiedono che "la rappresentanza delle autonomie speciali nei confronti dello Stato sia singolare ed individuale". Di più, precisano che "eventuali sedi di rappresentanza collettiva siano riconosciute liberamente da ognuna di esse, alle quali è riservata la piena facoltà di determinare le forme, le modalità ed i limiti".

Per quanto riguarda, poi, l'ordinamento finanziario delle autonomie speciali, nella 'Dichiarazione di Aosta' viene chiesto che "sia coerente con il complesso dei poteri e delle funzioni loro riconosciuti nonché con le peculiarità delle singole situazioni che ne caratterizzano i rispettivi territori". (ANSA).


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