>>>ANSA/ Giornalisti: 3400 attacchi dal 2016, 99% impuniti

Dati Ossigeno. Grasso, temo manchi tempo norme querele temerarie
19:32 - 23/10/2017 




(di Daniela Giammusso) (ANSA) - ROMA, 23 OTT - Una categoria cui si tenta di mettere il bavaglio, con 321 attacchi, in diverse forme, ai giornalisti solo nell'ultimo anno, in Italia. Numero che sale vertiginosamente a 3406, dal 2006. Con un'impunità pressoché totale e una concentrazione del 40% dei casi a Roma e dintorni. E una lista di 28 cronisti uccisi, dagli anni '60 a oggi, dei quali 8 in Sicilia, un'unica area in Europa ad avere una tale drammatica concentrazione.

Sono i numeri presentati oggi da Ossigeno per l'informazione, osservatorio promosso dalla Fnsi e dall'Ordine dei giornalisti, nel corso del convegno al Senato "Giornalisti aggrediti, colpevoli impuniti. Che cosa accade in Italia. L'allarme Onu" per celebrare in Italia la Giornata Mondiale per la fine dell'impunità per i crimini contro i giornalisti indetta dalle Nazioni Unite. "Non possiamo restare indifferenti", esordisce il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricordando anche l'omicidio della reporter Daphne Caruana Galizia a Malta. "In questi cinque anni - dice - ho sempre ribadito la necessità di intervenire sul tema delle querele temerarie, certamente meno pericolose delle minacce di morte o aggressioni fisiche, ma che incidono pesantemente sull'attività dei giornalisti. Purtroppo temo che, a meno di una tardiva ma ben accetta eventuale assunzione di responsabilità in Parlamento, la legislatura rischi di chiudersi, ancora una volta, senza l'approvazione di tali norme".

Impressionanti i numeri presentati dal direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, insieme al segretario Giuseppe F. Mennella. Secondo i dati Unesco, "sono 930 i giornalisti uccisi nel mondo dal 2006 a oggi, 103 nel 2016, 42 quest'anno. In 9 casi su 10 i responsabili sono impuniti. Il 93% degli uccisi sono cronisti locali, solo il 7% erano inviati all'estero o corrispondenti di guerra". In Italia, secondo Ossigeno, "tra il 2006 e il 2017, sono 3406 i giornalisti e blogger attaccati". Si contano "5900 querele l'anno, quasi il 90% infondate, per 54 milioni di euro di spese stimati". E l'impunità per chi ostacola l'attività del giornalista è quasi totale: "solo all'1% la giustizia riconosce lo status di vittime". Di questi, al 14,9% viene riconosciuto il reato di minaccia e il 5,4% di violenza privata e diffamazione, ma solo al 60,8% anche il pagamento delle spese processuali. Il Lazio, la regione italiana con il maggior numero di gravi attacchi a giornalisti e blogger: 625 casi dal 2011 al 2017 su 2602 in tutta Italia, ovvero il 24% del totale. Trend drammaticamente in crescita con 103 attacchi accertati nel 2016 su 412 e un'incidenza del 40% nei primi mesi del 2017 con 46 episodi su 117 totali. Il 90% a Roma.

Maglia nera al Lazio anche per il numero delle querele, sottolinea il segretario dell'Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, "con un +8% l'anno di nuovi procedimenti". E se per il direttore generale della Fieg, Fabrizio Carotti, "il tema della libertà di stampa" deve prevedere soluzioni di tutela "anche per chi è in situazioni di maggiore debolezza" contrattuale, per Ossigeno occorre porre rimedio a vuoti legislativi. Tra le proposte, riconoscimento giuridico della figura del giornalista, depenalizzazione del reato di diffamazione e abolizione del carcere, introduzione del reato di ostacolo all'informazione, spese processuali non più a carico del reporter assolto e, soprattutto, la creazione di un hotspot, "una piattaforma pubblica - spiega Spampinato - per informazioni verificate sulle violazioni in Italia, così come fa a livello internazionale la Piattaforma per la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d'Europa". (ANSA).


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