Trasporti: Gerandin, tanti interrogativi su G.S.Bernardo

Consigliere gruppo Misto ha visitato struttura chiusa
12:30 - 06/10/2017 


(ANSA) - AOSTA, 6 OTT - "Rimangono tanti gli interrogativi che esigono una risposta". Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Elso Gerandin in merito al cedimento di un travetto della volta nel tunnel del Gran San Bernardo che ha portato alla chiusura della struttura.

Gerandin - che ha visitato la zona interessata dal cedimento

- aggiunge: "In una nota dell'ex Presidente della Sitrasb, Ugo
Voyat, si parla di un'ultima verifica strutturale con relative prove di carico della soletta datata 2009, ossia prima dell'inizio lavori della galleria di sicurezza, dove i tecnici indicavano la necessità di un monitoraggio della situazione. Mi chiedo quindi: questo monitoraggio è stato attuato? E se sì, quando e da chi? Esistono dei verbali?. Nella nota si legge anche che i lavori di rafforzamento della soletta potevano essere rinviati alla fine delle opere per la galleria di sicurezza, perché se realizzati prima esisteva il rischio di compromettere il nuovo intervento. Mi domando: non era il caso di fare immediatamente nuove prove di carico a seguito dei lavori della galleria di sicurezza? È stato forse il nuovo intervento a compromettere la stabilità della soletta del tunnel esistente?". "Quando poi si è proceduto allo scavo del tunnel parallelo di soccorso, posto a 22 metri da quello esistente - prosegue Gerandin -, si è verificato che scavi e vibrazioni non avessero danneggiato il tunnel esistente? Mi viene spontanea la domanda perché lo scavo del raddoppio del tunnel del Fréjus è stato eseguito in una prima fase a 50 metri dalla canna esistente mentre nella seconda fase esecutiva dei lavori la distanza è stata spostata sino a 90 metri dal tunnel esistente, e questo per evitare problemi strutturali. Qual è la verità? Non si sarebbero dovuti allertare tecnici e Direzione della società italo-svizzera?". "Credo che una risposta a tutti questi interrogativi sia dovuta alla cittadinanza - conclude il consigliere - perché il traforo del Gran San Bernardo è un'importante via di comunicazione internazionale senza la quale la Valle d'Aosta rischia un ulteriore isolamento, con ripercussioni economiche per le attività commerciali e per il turismo". (ANSA).


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