>ANSA-FOCUS/ Regioni:Censis;cala fiducia,-17% votanti in 15 anni

Chiamparino, serve decentramento amministrativo equilibrato
16:48 - 28/05/2015 




(di Alice Fumis) (ANSA) - ROMA, 28 MAG - Pagano il prezzo della disaffezione generale verso la politica, ma alla cassa ritirano un conto più salato rispetto a quello di altre istituzioni. In 15 anni, dal 1995 al 2010, le Regioni italiane hanno perso il 17% di votanti e, a oggi, la loro reputazione "non è mai stata così bassa". E' un "vero e proprio tracollo di credibilità", quello che emerge dal rapporto "I valori degli italiani" realizzato da Censis e Klaus Davi & co. Per questo, è convinto il Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, "serve un decentramento amministrativo equilibrato e serio: possiamo ad esempio provare a fare nuovi collegamenti a livello di macro regioni su temi come lavoro, ambiente, trasporto locale".

A pochi giorni dalla chiamata alle urne per il rinnovo di sette consigli regionali - appuntamento a cui Chiamparino stima "un'affluenza del 50%" - si guarda agli andamenti degli anni passati, che, secondo gli autori del rapporto, hanno registrato il "tonfo più clamoroso della politica negli ultimi 20 anni". In 15 anni i votanti per le regionali "sono passati dall'81% al 64%", quando invece "l'elettorato per le parlamentari è calato 'solo' dell'11%, dall'86% al 75%". In discesa anche fiducia e reputazione:

-13% in 5 anni, contro il -9% registrato per il Parlamento. Nel 2009, il 34% degli italiani era "abbastanza fiducioso" nei confronti degli enti regionali, oggi solo il 21% continua a dichiararlo. Solo le due province autonome di Trento e Bolzano raggiungono la sufficienza (ma "risicata e in calo", osserva il Censis) nel grado di approvazione dei cittadini. E tra tutte le segnalazioni per mancata trasparenza, fatte all'Autorità nazionale anticorruzione nel 2014, l'8% fa riferimento ad enti regionali.

Il 40% degli intervistati non si sente affatto rappresentato dalle istituzioni regionali (4 in una scala da 1 a 10) con picchi del 50% quando si parla di "rappresentanza delle proprie idee". E la voglia di cambiamento ("un tempo stendardo dei movimenti regionalisti", sottolinea il Censis) si è affievolita: solo il 20% la vede rappresentata.

Eppure, osservano Censis e Klaus Davi & co, le identità regionali non sono sparite: il 21,3% degli italiani si sente "cittadino" della sua regione, anche se con grandi differenze locali: nelle Marche, ad esempio, il 34,3% degli abitanti quando pensa al "suo territorio" pensa alla regione, mentre il 19,5% degli abruzzesi afferma che "il territorio in cui mi identifico è la mia città o il mio paese". "Le Regioni - insiste il Censis

- hanno ancora qualcosa da dire": "nella dimensione regionale il
patrimonio di specificità aveva trovato un punto di equilibrio che difficilmente - conclude - potrà essere sostituito da 40 aree vaste". (ANSA).


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