>ANSA-BOX/ Cecilia Strada, iter accelerato medici pronti partire

'In Africa contro Ebola problema maggiore č carenza personale'
18:42 - 25/11/2014 




(di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 25 NOV - I medici che vogliono partire per l'Africa, per contrastare in questo momento l'epidemia da virus Ebola o per far fronte ad altre emergenze, ''non sono pazzi, incoscienti o eroi, bensė professionisti che vogliono fare il proprio lavoro laddove serve, ed ora č in Africa che serve di pių''. Per questo ''č necessario accelerare l'iter per l'ottenimento delle aspettative dalle aziende''. Lo chiede con forza la presidente di Emergency, Cecilia Strada, sottolineando che attualmente ''il problema maggiore in Africa per contrastare l'epidemia da Ebola č proprio la carenza di personale''.

''Stamani - spiega Strada all'ANSA - abbiamo posto il problema al ministero della Salute. Ci sono medici in fila per partire, č giusto che li si faccia partire''. E la dimostrazione, sottolinea Strada - a Roma per la conferenza stampa all'Istituto Spallanzani dopo il ricovero stamani del medico infettato dal virus in Sierra leone - č che ''abbiamo 15 persone in attesa di partire e tutte attendono l'aspettativa dalle proprie aziende sanitarie. L'iter, dunque, non č assolutamente semplice''. Una carenza di personale, chiarisce, ''dovuta anche al fatto che in questi contesti č necessario un turn over frequente per l'alto livello di stress: in media si lavora 11 settimane e poi si torna a casa''. La forte motivazione č ovviamente la leva che spinge ad andare avanti, come per i medici in Sierra Leone che, fino a poche ore fa, hanno lavorato insieme all'infettivologo da oggi ricoverato a Roma: ''I nostri medici in Sierra Leone sono 26, nei due centri di Godarich e Lakka. Proprio a Lakka era impegnato il medico infettato. Naturalmente questa notizia ha provocato turbamento, ma tutto il personale sul posto continua a lavorare e, se possibile, con ancora maggiore impegno, perchč - rileva - ora si lavora per uno in pių''. Ciō considerando, prosegue la presidente di Emergency, ''che la situazione č drammatica, con circa 100 nuovi contagi al giorno. Per questo servono pių posti letto ed Emergency si prepara ad aprire a metā dicembre un nuovo centro da 100 posti''. Quanto ai protocolli di sicurezza, ''sono estremamente rigidi e nei nostri centri - afferma Strada - sono presenti tutti i dispositivi di protezione personale necessari''. Nessuna idea, dunque, di come il contagio del medico sia potuto avvenire: ''Non c'č stata la rottura di uno dei dispositivi di protezione e d'altronde - afferma - escludo la presenza di difetti negli stessi, altrimenti avremmo avuto altri contagiati. Evidentemente, perō, un contatto a rischio c'č stato, sebbene imprevedibile''. Cecilia Strada, comunque, č ottimista: ''Questo č il secondo caso di contagio in Sierra Leone per il personale di Emergency; il primo contagiato č stato un medico ugandese, ora guarito. Speriamo e pensiamo che anche la vicenda del medico italiano si concluderā allo stesso modo''. (ANSA).


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