ANSA/ COURMAYEUR NOIR, FILM E LIBRI DALL'APOCALISSE A WIKILEAKS

CAMILLERI, 'DALLA CRISI POTREBBE NASCERE ANCHE UN GRAN BENE'
15:32 - 23/11/2011 


(ANSA) - ROMA, 23 NOV - ''Nei momenti di crisi piu' nera, mentre tutto crolla, la vita comunque continua e i rapporti umani tendono a rafforzarsi: allora da questo schifoso momento potrebbe venirne anche un gran bene'', afferma Andrea Camilleri, premio Chandler del Courmayeur Noir in Festival (5-11 dicembre), quasi spiegando il titolo dell'incontro d'apertura di quest'anno: ''Vedo nero. Un'apocalisse ci salvera'''' con scrittori dalle nere visioni, coordinati da Ranieri Polese.

Lo stesso titolo ha anche ''La risposta del cinema italiano'', ovvero una discussione sulla rinascita del nostro cinema di impegno civile, guidata da Gaetano Savatteri. Del resto questa manifestazione ha da sempre fatto incrociare le strade e i protagonisti del cinema e della letteratura, il giallo mediterraneo con quello anglo-americano, aprendo via via alle nuove realta', dal noir scandinavo al giallo greco. E Petros Markaris e' anche lui premio Chandler con Camilleri, al quale e' stato consegnato oggi da Giancarlo De Cataldo a conclusone della presentazione del Courmayeur Noir, che strizza l'occhio all'ipotetica fine del mondo 2012, puntando in realta' all'apocalisse finanziaria dei nostri giorni, che torna proprio nell'Atene in cui si svolge l'ultimo romanzo di Markaris. Camilleri ha parlato di Mc Bein, di Hammet e di Chandler (''Scrittori la cui aspirazione, nel loro intimo, sono sicuro fosse verso il romanzo senza aggettivi di genere'') e di se stesso: ''ho avuto un padre che si chiamava Simenon, uno zio Durrenmatt, ma non ho nonni inglesi, di quelli scientifici, che spaccano il capello con la logica, perche' amo la fantasia, la genialita', l'intuizione''. Il padre di Montalbano si dice felice di incontrare altri autori: ''Io lavoro isolato e, per esempio, l'aver collaborato con Lucarelli per me e' stato importantissimo. Cosi' sono ansioso di parlare con Markaris, nonostante le nostre differenze: lui comincia chiedendosi come sia un personaggio, io chiedendomi come parli. Da come organizzo il suo discorso, scopro poi come e' fatto: il suo essere e' la conseguenza del suo modo di proporsi''.

Se a Courmayeur arriveranno Stephen Frears, protagonista nella settimana di Festival di un omaggio e pronto a raccontare il percorso noir della sua carriera, e Justin Timberlake, protagonista di 'In time', ci sara' anche la solita rassegna di film e anteprime (dai thriller finanziari come 'Margin Call'o 'De bon matin'al russo 'A Yakuza's daughter' e recuperi di serie tv o di un horror danese quale 'La scala di Satana' proiettato con musiche dal vivo), per la parte letteraria tanti i nomi italiani e stranieri, da Lawrence Block, ultimo erede dell'hard-boiled Usa, a C.M.Jones, con una vita nel business dell'intelligence e che, al debutto, e' stato salutato come un nuovo Le Carre' o il finlandese Matti Ronka, fino ai nostri Antonio Scurati, Tullio Avoledo, Andrea Pinketts. A questi si aggiungono autori di saggi che fanno notizia, a cominciare dal vice direttore del Guardian David Leigh, autore con Luke Harding di un saggio su Julian Assange, creatore di Wikileaks.

Il programma dei sette giorni, curato da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri, e' ricco e qui ricordiamo solo ancora il ricordo, a cento anni dalla nascita, di Giorgio Scerbanenco, con anche l'annuncio del vincitore del Premio a lui intitolato; il ricordo di Charles Dickens e dei suoi romanzi sociali con personaggi noir, a duecento anni dalla nascita, e il settore Mini Noir.

 (ANSA).


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