ALPINISMO: L'ADDIO A COMPAGNONI, PRIMO CONQUISTATORE K2/ANSA

A CERVINIA I FUNERALI DEL CELEBRE ALPINISTA
18:13 - 15/05/2009 




(di Enrico Marcoz) (ANSA) - BREUIL CERVINIA (AOSTA), 15 MAG - Il Cervino è avvolto dalle nubi, come per nascondere la sua tristezza, nel giorno dell'addio ad Achille Compagnoni, primo conquistatore del K2. Pioggia e freddo hanno accompagnato il celebre alpinista nell'ultimo viaggio, celebrato oggi pomeriggio davanti ai suoi amici e concittadini di Cervinia.

La bara è stata portata alle 14.30 in chiesa dalle guide alpine. Sopra un tricolore, il cappello da alpino e il cappello da guida. L'intera comunità si è stretta intorno alla seconda moglie, Elda e al figlio Giordano. Presente in chiesa anche il nipote Michele Compagnoni, che nel 2004 - a cinquant'anni dall'impresa compiuta dallo zio e da Lino Lacedelli - ha raggiunto la vetta del K2, la seconda montagna più alta della terra e la più difficile da scalare. "Achille era l'Italia sul K2 - ha detto Don Paolo Papone - e poi ha rappresentato Cervinia". Il parroco di Valtournenche ha anche posto l'accento sulla "spiritualità della montagna" e sulla "ebbrezza verso la morte che provano tutti gli alpinisti".

Assente per motivi di salute Lino Lacedelli, a dare l'ultimo saluto a Compagnoni - in mezzo alle divise grigie delle guide e alle giacche bianco-rosse dei maestri di sci - c'erano anche il presidente della Regione Valle d'Aosta, Augusto Rollandin e i sindaci di Valtournenche e Santa Caterina Valfurva (Sondrio), paese in cui era nato nel 1914.

Tutta la comunità di Cervinia ha partecipato commossa alle esequie. Serrande abbassate e negozi chiusi per i funerali. Il legame tra Compagnoni e la 'Gran Becca' era indissolubile, nato nel 1934 quando lo scalatore giunse in Valle d'Aosta per il servizio militare. La cerimonia si è conclusa con la Preghiera dell'alpino e il canto 'Montagnes Valdotaines'. "Ricordiamo Achille, uomo di montagna", ha sottolineato in chiesa uno dei suoi amici.

Con l'ascensione agli 8611 metri del K2 Achille Compagnoni entrò nella leggenda dell'alpinismo internazionale ma non solo: la sua impresa è stata anche il simbolo della rinascita italiana nel tormentato dopoguerra. Dopo quella scalata, Compagnoni tornò a fare la guida alpina a Cervinia (salì sul Cervino oltre 150 volte) e lassù iniziò a svolgere anche l'attività di albergatore.

La sua vita è stata caratterizzata oltre che dalla conquista del K2, dalle polemiche che ne sono seguite con Walter Bonatti. A tal proposito, Maria Emanuela Desio, figlia di Ardito Desio, capo spedizione, oggi è intervenuta sulla vicenda chiedendo ai media di non buttare fango su "inutili e vecchie polemiche, che proprio in questo momento non hanno nulla a che vedere". (ANSA).


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