CourmayeurNoir: il Sud ieri e oggi nei filmati del Luce

Giornata in collaborazione con il festival Trame
16:02 - 13/12/2014 


(ANSA) - COURMAYEUR (AOSTA) - 13 DIC - Suggestivo e impressionante il percorso di immagini che è stato raccolto e presentato al CourmayeurNoir Festival col titolo il Sud in bianco e nero, in un incontro promosso da Trame, Festival dei libri sulle mafie, e da Istituto Luce-Cinecittà, che chiude l'anno di celebrazioni del suo 90/o anniversario e del suo Archivio proprio con questi filmati, presentati al pubblico prima dei film in concorso a Courmayeur.

Ci sono la cattura e la morte di Salvatore Giuliano, nel '50, e le vicende del bandito La Marca e del brigante Musolino: cronache nere e giudiziarie fermate nelle pellicole della Settimana Incom e dei Cinegiornali Luce tra gli anni '50 e '60, accanto a un grande film come 'Con il cuore fermo, Sicilia' di Gianfranco Mingozzi, del '65, su testi di Leonardo Sciascia, e 'Mafia d'Aspromonte', documentario firmato da Giuseppe Ferrara che nel 1966 per la prima volta fece conoscere al pubblico la parola 'ndrangheta.

Si è trattato di un viaggio inedito dentro le narrazioni della criminalità organizzata vista attraverso la lente dei cinegiornali e del cinema. E uno sguardo sul Sud di 50 anni fa: un pezzo d'Italia le cui speranze di riscatto sono state troppe volte tradite dall'Italia tutta. Ideato e condotto dal giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, l'incontro ha riunito i registi Costanza Quatriglio e Toni Trupia, gli scrittori Gianrico Carofiglio e Carmelo Sardo, Armando Caputo e Tommaso Di Pace della Fondazione Trame e il critico Giovanni Spagnoletti.

La giornata di Trame ha visto anche i 50 minuti di anteprima di 'Malerba', il nuovo docufilm di Toni Trupia, sull'ergastolano Giuseppe Grassonelli e su una vita di criminalità e redenzione.

"Seguire il filo della cronaca, spesso della cronaca nera - commenta Roberto Cicutto, Presidente di Luce-Cinecittà - attraverso cinegiornali e documentari che due generazioni di italiani hanno visto sul grande schermo come veri e propri 'romanzi a puntate', può far capire meglio di mille trattati la distanza tra la cronaca e la storia". (ANSA).




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