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La matita tecnologica

Le nuove tecnologie possono rinforzare la didattica, ma devono rimanere uno strumento al suo servizio senza diventarne il fine ultimo.

Quando mi è stato chiesto di scrivere un articolo riguardante le altre scritture, mi è venuta in mente la frase “Il mezzo è il messaggio” del sociologo Marshall McLuhan e molti sanno anche che la sua fama è legata inscindibilmente alla sua interpretazione degli effetti prodotti dalla comunicazione.
L’altra persona a cui ho immediatamente pensato è Nicholas Negroponte che, nel capitolo finale di Essere digitali, del 1995, anticipa molto di quanto avvenuto poi come la comunicazione asincrona tramite e-mail, la localizzazione della propria posizione con altissima precisione via satellite e molto altro. I due personaggi che ho appena citato hanno in comune il fatto di essere stati dei visionari, ma, contrariamente alla quasi totalità dei visionari, hanno perfettamente indovinato ciò che sarebbe successo nel campo delle comunicazioni e quali effetti vi sarebbero stati sul comportamento dei singoli e delle masse.
Circa venti anni fa, la comunicazione passava sostanzialmente tramite radio, giornali, televisione e manifesti. In venti anni il mondo dei mass-media è stato completamente rivoluzionato: oggi si parla di webtv, di iptv, di internet, di blog, di forum di discussione, di chat e si potrebbe stilare una lista pressoché infinita di nuovi strumenti comunicativi.

Mezzi nuovi, alunni nuovi

Lasciando da parte un discorso che porterebbe lontano, trascuriamo gli effetti sulle scelte politiche, commerciali e di costume che la rivoluzione informatica ha determinato e soffermiamoci invece a ragionare su cosa è successo sul piano didattico. Partiamo da una domanda che è, a mio parere, fondamentale come premessa e cioè: “Questa rivoluzione ha modificato i canali e i modi di apprendimento dei ragazzi?”. Secondo la mia opinione, la risposta è assolutamente sì.
Sempre più spesso sentiamo dire, e diciamo noi stessi, che gli allievi sono cambiati, che non hanno più la capacità di restare concentrati su un solo problema se non per un tempo brevissimo (nell’ordine della decina di minuti), che non hanno più la capacità e la voglia di leggere, di scrivere e di apprendere. Questa analisi, condivisibile peraltro, risulta incompleta. Gli alunni di una quarantina di anni fa avevano un solo strumento per scrivere (o almeno una sola tipologia di strumento), generalmente non avevano accesso ai quotidiani, tranne in casi socialmente privilegiati, e le trasmissioni televisive iniziavano alle 17 su due canali.
Oggi internet è il principale mezzo di comunicazione dei giovani (cellulare a parte) e se parlate con uno qualunque di loro vi sa dire cosa sono facebook o myspace, ascolta i podcast, gestisce un blog, partecipa a forum di discussione e di solito non usa un dizionario cartaceo ma sfoglia wikipedia.

I senza matita

Siamo quindi di fronte a persone che non usano solamente la matita per scrivere, anzi non impiegano quasi più la matita se non in ambiente scolastico.
Come affrontare questa nuova realtà?
Penso che nessuno possa dire, salvo essere eccessivamente presuntuosi, di avere una risposta, una ricetta da utilizzare in classe. Siamo in un campo in cui la realtà evolve ad una velocità tale che la fase di sperimentazione di nuove tecniche non può durare troppo a lungo e nello stesso tempo fornire ricadute utili sulla didattica. In questo caso, ritengo sia giusto individuare e anche copiare le esperienze già fatte da alcuni colleghi, come quelle che sono riportate in questo numero della rivista.

I senza gesso

Se posso permettermi un consiglio, non bisogna lasciare che, in nome dell’aggiornamento della propria didattica, gli strumenti tecnici diventino la vera finalità del corso di un insegnante; per intenderci, se proiettiamo una serie di diapositive svolgendo la stessa lezione che faremmo alla lavagna, allora continuiamo pure ad usare il gesso. I sussidi tecnici devono apportare un valore aggiunto alla nostra lezione e non solamente riprodurla in forma diversa.
Secondo suggerimento: non abbiate paura di risultare inadeguati allo strumento, questo è solamente funzionale alla nostra didattica, non è il centro.

Scheda tecnica

Oggi vi sono molteplici esperienze di didattica multimediale descritte in modo puntuale e preciso, alcune di esse sono state riportate nell’allegata scheda tecnica.

Blog - In informatica, e più propriamente nel gergo di internet, un blog è un diario in rete. Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero “traccia su rete”. Il fenomeno ha iniziato a prendere piede in America e il 18 luglio 1997 è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, con riferimento allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer, del software che ne permette la pubblicazione (si parla di proto-blog). Il primo blog è stato invece effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale per condividere i risultati delle sue ricerche sul web riguardo al suo hobby. Nel 2001, è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.

Forum - Può riferirsi all'intera struttura informatica contenente discussioni e messaggi scritti dagli utenti: una comunità virtuale si sviluppa spesso intorno ai forum che hanno utenti abituali. La tecnologia, i videogiochi, la politica, l'attualità e lo sport sono temi popolari, ma ci sono forum per un enorme numero di argomenti differenti. I forum sono utilizzati anche come strumenti di supporto on-line.

Facebook - È stato fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg, all'epoca studente diciannovenne presso l'università di Harvard. Nato come luogo di contatto tra gli universitari, è passato rapidamente ad essere una rete sociale (social network) che mette in contatto moltissimi utenti di internet. Dal luglio 2007 figura nella Top 10 dei siti più visitati al mondo ed è il sito numero uno per foto negli Stati Uniti con oltre 60 milioni di fotografie caricate settimanalmente. Il nome del sito si riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo membro (facebooks) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano. Tanto per dare un’idea di quelli che sono gli ordini di grandezza coinvolti, si parla di oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo ed il sito è valutato più di 16 miliardi di dollari.

(Tratte da Wikipedia)

http://www.edutopia.org - Sito in lingua inglese dedicato alla tecnologia applicata alla didattica.

http://matebi.blog.tiscali.it/ - Esempio di sito in cui si utilizza il blog per scambiare esperienze e proporre quesiti relativi alla matematica e a tutti i suoi risvolti. Il blogger è un’insegnante di un liceo umbro. Si possono trovare varie pratiche didattiche spiegate nei dettagli.

http://web.mac.com/arakhne/Home/Home.html - Sito di Alberto Pian, docente al Bodoni-Paravia di Torino, che utilizza da anni il podcast come strumento didattico. Il tutto è nato con una radio virtuale detta radioTony, dal nome di un alunno a lungo malato, che portava in casa dello studente le lezioni svolte a scuola.

Una nota conclusiva

Le righe precedenti dimostrano quanto ampio e accessibile sia il mondo multimediale al giorno d’oggi e anche quali e quante siano le opportunità che un insegnante può cogliere per utilizzare questi nuovi strumenti sul piano didattico. Tuttavia, il punto, lo ribadisco, è proprio questo: mettiamo i supporti informatici al servizio della didattica, usiamoli a scuola come meglio crediamo, ma non facciamoci asservire da loro dimenticando che sono dei mezzi e non lo scopo finale del processo didattico.

Mauro Tamborin
Docente - I.S. Classica e Artistica di Aosta

 

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