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Lo spazio prossimo

Un repertorio di azioni didattiche, centrate sulla conoscenza del territorio, adatto a far crescere giovani cittadini responsabili.

Lavoro ormai da diversi anni in un’istituzione scolastica in cui il legame tra scuola e territorio è particolarmente forte. Sette scuole dell’infanzia e sette scuole primarie, sparse qua e là nel comprensorio della Comunità montana Grand Combin, e una scuola secondaria di primo grado, un’école-corbeille, che raccoglie i ragazzi provenienti dagli undici comuni della Coumba Freide e della Valpelline, che proprio per la loro particolare distribuzione geografica si trovano spesso a collaborare e ad interagire con le diverse realtà presenti sul territorio, quali le Amministrazioni e le Biblioteche comunali, la Comunità montana, il Corpo forestale e le varie realtà socio-culturali. Molte delle iniziative realizzate e molte delle attività attorno cui si realizza questa cooperazione riguardano proprio lo studio dell’ambiente circostante e spesso, in maniera più o meno indiretta, lo studio della geografia locale. Dalle diverse feste degli alberi, in cui la componente naturalistica s’intreccia a quella più prettamente geografica, alle iniziative che vedono il coinvolgimento degli alunni nella pianificazione di alcuni spazi del proprio contesto di vita, come la realizzazione della Gollie di réinollie a Doues, passando attraverso diverse ricerche fatte nell’ambito del Concours Cerlogne, in generale nelle scuole dell’Istituzione viene dato ampio spazio allo studio del territorio, e l’attenzione a quello che potremmo definire “lo spazio prossimo” connota fortemente l’insegnamento della geografia.
Nella mia esperienza professionale, dunque, la parola geografia s’incontra spesso con la parola territorio, laddove territorio non è un concetto astratto, uguale per tutti, ma assume accezioni e connotazioni diverse secondo la realtà cui si riferisce. Territorio che le Indicazioni per il curricolo definiscono frutto dei processi attivati dalle collettività nelle loro relazioni con la natura, nell’ottica di una concezione dinamica di spazio, in cui le varie articolazioni spaziali s’intrecciano con gli aspetti socio-culturali ed economici, in cui la dimensione spaziale non può non prescindere da quella temporale.

Ho ripensato il senso del mio insegnare la geografia

Dopo anni di insegnamento più tradizionale, fatto su libri e cartine e riferito anche a spazi molto lontani dalla realtà dei miei alunni, con il tempo lo studio del territorio circostante ha assunto uno spazio sempre più rilevante nel mio modo di avvicinarmi alla disciplina. La consapevolezza, maturata nel corso delle attività di avvicinamento alla montagna che, paradossalmente, i miei alunni possedevano una conoscenza migliore di paesaggi lontani, e spesso mai visti, piuttosto che di quello circostante, di cui spesso non conoscevano neppure il vocabolario specifico di riferimento, mi ha indotto a ripensare il senso del mio insegnare la geografia alla scuola primaria. Anche l’opportunità di seguire il corso di geografia, tenuto dalla professoressa Augusta Cerutti all’Università della Valle d’Aosta, mi ha spinto a mettere in discussione il mio approccio metodologico alla materia. La possibilità di sperimentare una modalità di studio del paesaggio diversa, incentrata sulla sua osservazione, sulla scoperta dei suoi elementi e delle interazioni fra essi esistenti, è stata per meun’occasione per guardare alla geografia da un punto di vista nuovo, per acquisire un metodo di lettura del paesaggio che, troppo centrata sui contenuti della materia, non possedevo.
Ho deciso così di cercare di dare maggiore concretezza al mio insegnamento, privilegiando l’osservazione e l’esplorazione del contesto spaziale di cui i bambini facevano esperienza, in modo da offrire loro un’opportunità di vivere più consapevolmente il territorio.
Da tutto ciò è nato un percorso didattico incentrato sulla scoperta del territorio di Gignod, in cui ho cercato, a partire dall’osservazione di elementi concreti e dalla scoperta delle interrelazioni tra questi, di sperimentare con i bambini un metodo di lettura del paesaggio geografico e di costruire con loro alcuni basilari concetti geografici, di cui potevano trovare riferimento nell’esperienza vissuta. Nel corso dell’attività, il passaggio dalla dimensione micro del Comune alla dimensione macro di spazi, via via sempre più ampi (la Comunità montana del Grand Combin, la Regione Valle d’Aosta, l’ambiente “montagna”), è andato di pari passo con il passaggio dal concreto all’astratto e ha permesso ai bambini, attraverso attività di raffronto e di comparazione di spazi, di sperimentare la “spendibilità” di quanto scoperto nel piccolo in contesti diversi.

Il percorso

Le rappresentazioni iniziali – Le rappresentazioni iniziali spontanee dei bambini del territorio comunale hanno messo in luce come lo spazio fisico sia strettamente correlato
allo spazio emotivo, la scelta degli elementi da rappresentare non muoveva, infatti, tanto da criteri gerarchici di classificazione, quanto da criteri di tipo affettivo, in cui elementi di scarsa rilevanza per gli uni diventavano centri nevralgici per altri.
La scoperta del territorio – L’allontanamento progressivo dalla rappresentazione iniziale è avvenuta attraverso un “tour turistico” tra i villaggi dei quattro quartiers del Comune. I bambini hanno avuto l’opportunità di scoprire elementi del paesaggio cui non avevano mai prestato attenzione o frazioni che non conoscevano, di collocarle nello spazio, di varcare fisicamente i confini del Comune e di scoprire i comuni limitrofi. A questo punto hanno corretto le loro rappresentazioni iniziali.
La carta geografica – L’approccio alla carta geografica è stato, a questo punto, la risposta al bisogno di sintetizzare in un’unica rappresentazione gli elementi geografici rilevati all’interno delle diverse rappresentazioni dei bambini e al bisogno di rappresentare sulla carta gli spostamenti effettuati sul territorio.
Gli alunni hanno avuto occasione di osservare una cartina che rappresentava il solo territorio di Gignod, una che rappresentava il territorio di Gignod all’interno della Comunità montana e una della Valle d’Aosta in cui erano rappresentati tutti i comuni e di fare raffronti tra il loro spazio di riferimento e spazi via via sempre più ampi, letti e interpretati con scale diverse. Dei giochi in cui i bambini dovevano collocare su una cartina muta alcuni elementi geografici o nei quattro quartiers villaggi del Comune hanno permesso agli alunni un’immediata spendibilità di quanto appreso e all’insegnante di verificare la corretta assimilazione di quanto presentato.
La lettura della cartina del Comune è diventata anche il punto di partenza per un approfondimento sulle carte geografiche (riduzione in scala, legenda, tipologia di rappresentazioni cartografiche, carte tematiche…).
La lettura del paesaggio – La lettura del paesaggio, attraverso l’osservazione diretta prima e l’analisi della relativa immagine poi, ha dapprima lasciato liberi i bambini di reperire gli elementi del paesaggio stesso e li ha messi, quindi, nelle condizioni di dover trovare dei criteri classificatori comuni. La costruzione di una modalità di lettura del paesaggio a partire dalla tipologia di elementi osservati ha favorito un approccio graduale dei bambini ad un metodo di lettura del paesaggio “più scientifico”, ad alcuni importanti concetti geografici e al vocabolario specifico della disciplina ad essi connessi (composante plastique, hydrographique, végétale, du bâtiment, météorique, en mouvement…). Dall’analisi delle singole componenti si è poi passati alla scoperta delle loro correlazioni, in modo da favorire nei bambini un concetto sistemico di paesaggio, riutilizzabile non solo in spazi diversi e più ampi (studio delle regioni, degli stati…), ma anche in ambiti di studio diversi (costruzione dei quadri di civiltà in storia, scienze…).
La sistematizzazione di quanto appreso in questa fase è avvenuta attraverso la proposta di un testo di sintesi. L’accesso a tale testo, oggetto di studio da parte dei bambini, è stato semplificato attraverso il ricorso a numerosi riferimenti visivi che favorivano la visualizzazione dei concetti presentati. Degli esercizi à trou, degli esercizi di corrispondenza e dei giochi sull’immagine hanno consentito agli insegnanti di verificare la progressione dei bambini nel percorso didattico.

Correlazioni tra elementi naturali e antropici

Le risorse del territorio e l’umanizzazione del paesaggio – La classificazione tra elementi naturali ed elementi antropici ha introdotto, a questo punto, la discussione in merito alla connessione tra risorse del territorio e bisogni umani che dà luogo ad una trasformazione del territorio da parte dell’uomo. In questa fase, il programma di geografia ha assunto una forte connotazione interdisciplinare in quanto ha proposto una tematica già affrontata in storia (la rivoluzione neolitica) e ha fatto riferimento ad argomenti già trattati in scienze (il bosco, la distribuzione altimetrica delle piante…).
I concetti prettamente geografici (la relazione tra esposizione solare, altitudine, disponibilità idrica, vegetazione e presenza umana, le zone altimetriche, l’adret e l’envers, la posizione geografica, gli insediamenti umani, le vie di comunicazione, gli scambi e le relazioni tra popolazioni vicine…) affrontati nella dimensione micro del territorio comunale, sono risultati successivamente molto utili sia nello studio di spazi più ampi sia nello studio dei quadri di civiltà in storia.

Le relazioni spazio tempo

L’evoluzione del paesaggio nel tempo – Il tema del Concours Cerlogne dello scorso anno ci ha offerto l’occasione di scoprire, attraverso foto risalenti a epoche diverse e a testimonianze di adulti nella veste di referenti culturali, la dimensione dinamica dello spazio, la relazione tra spazio e tempo che ha lasciato importanti tracce sul territorio nelle quali è possibile scorgere come i tempi lunghi della natura s’intreccino con quelli molto più brevi dell’uomo. Luoghi come il Ponte di Calvino, il Ponte de La Clusaz, il rû Bourgeois, lo Bouque Nér sono stati un riferimento a storie di un tempo passato e hanno aperto la dimensione spazio-temporale a quella fantastica della leggenda che è parte del patrimonio culturale del paese.
I bambini hanno potuto, in questa fase, applicare il metodo di lettura del paesaggio, appreso precedentemente, per descrivere la stessa porzione di spazio, peraltro già analizzata in tempi diversi e, quindi, scoprire come i processi attivati dalle collettività nelle loro relazioni con la natura si siano modificati nel tempo trasformando l’ambiente e costruendo il territorio in cui oggi viviamo. Il CD Rom presentato al Concours Cerlogne, ha sintetizzato il percorso fatto in geografia (che è risultato funzionale alla presentazione del territorio comunale attuale) con la ricerca fatta sull’evoluzione del paesaggio.

Lo sfruttamento del territorio e lo sviluppo sostenibile

L’evoluzione del paesaggio nel tempo, scoperta attraverso il raffronto tra foto di epoche diverse, ha stimolato la riflessione sull’impatto sempre più importante dell’intervento umano sull’ambiente e sulla necessità di azioni tese a salvaguardare e a conservare il patrimonio naturale. Molto sensibili a queste problematiche, i bambini, dopo aver studiato Gignod oggi e Gignod nel passato, hanno cercato di immaginarne uno futuro e, a fronte delle loro preoccupazioni rispetto all’avvenire, hanno deciso di scrivere una lettera al Sindaco del Comune in cui se, da una parte, chiedono il suo impegno perché anche agli alunni di domani sia concesso di osservare dalla finestra un paesaggio altrettanto verde e bello, dall’altra, gli offrono tutto il loro impegno e il loro appoggio per un progetto tanto ambizioso.

Roberta Rollandin

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