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Dai progetti sull’intercultura al "Progetto Cavanh"

L’educazione interculturale non è un aspetto aggiunto del fare scuola quotidiano, ma una caratteristica trasversale dell’offerta formativa delle scuole di una società multiculturale. Quali gli interventi dell’IRRE-VDA dal 1996 a oggi per raggiungere questo obiettivo.

Sin dal 1996 l’IRRE della Valle d’Aosta (allora IRRSAE) ha iniziato ad approfondire la riflessione intorno alle tematiche della costruzione di un nuovo concetto di identità e di cittadinanza, nell’ottica di creare percorsi di incontro tra diverse culture.
L’iniziativa messa in atto aveva lo scopo di permettere, all’équipe di lavoro interna all’IRRSAE, composta da Rita Marguerettaz e Patrizia Rizzo, di formarsi attraverso la partecipazione a convegni e seminari per approfondire le proprie conoscenze/competenze intorno al tema dell’educazione interculturale per migliorare la qualità dell’offerta formativa da proporre al mondo scolastico. Si è dato avvio in quell’anno alla collaborazione con il Centro Psicopedagogico per la Pace (CPP) di Piacenza e con la Comunità Impegno Servizio Volontariato (CISV).
Negli anni successivi,
dal 1997 al 1999, l’équipe di progetto, integrata dalla partecipazione di Germano Dionisi e Fulvia Dematteis, ha organizzato attività dirette alle scuole sotto forma di laboratori gestiti da esperti con l’obiettivo preciso di scoprire, attraverso l’analisi delle fiabe, le caratteristiche comuni e le differenze che connotano le diverse culture e il loro modo di vivere. Questa scelta era suffragata dalle indicazioni date dal consiglio direttivo dell’IRRSAE che nelle strategie ribadiva: "[…] la necessità di tenere conto, nei progetti impostati o nei nuovi progetti da proporsi, delle attività di informazione e sensibilizzazione sui temi della convivenza fra popoli, dell’interculturalità e della pace. Questo deve significare contatti e collaborazione con il comitato Regionale per la Cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, per portare in ambito scolastico l’interesse per i temi sopraindicati […]"
Il lavoro svolto nei laboratori si è concretizzato con la realizzazione di dossier, di materiali didattici prodotti dai docenti, che l’IRRSAE si è incaricato di raccogliere e diffondere tramite il Centro di documentazione didattica.
A seguito delle operazioni di formazione e di sensibilizzazione, le scuole hanno avanzato all’IRRE richieste di consulenza alle quali l’Istituto ha risposto fornendo materiali, indirizzi utili per eventuali scambi di esperienze, nominativi di persone di riferimento in qualità di esperti.
Le consulenze, offerte alle Istituzioni scolastiche che ne fanno richiesta, si articolano spesso intorno alla necessità di redigere un progetto di accoglienza mirata all’integrazione dell’alunno straniero, e molto meno alla messa in atto di un progetto più ampio di educazione all’interculturalità che coinvolga tutta al scuola.

Negli anni scolastici 2000/2001 e 2001/2002 l’IRRE ha aderito, su incarico della Sovraintendenza agli Studi al Progetto di formazione a distanza sull’intercultura promosso dal Ministero della Pubblica istruzione offrendo ad un piccolo gruppo di insegnanti e a due mediatrici culturali l’opportunità di collegarsi in rete al sito del Ministero e di confrontarsi intorno alle proprie esperienze e alle rappresentazioni personali sul fenomeno migratorio. L’attività si è svolta presso il Centro di documentazione dell’IRRE e il gruppo, con il contributo di Luciana Blanc Perotto, ha prodotto un dossier che contiene le riflessioni dei partecipanti sul momento dell’accoglienza di un alunno di recente immigrazione (il dossier Prima accoglienza è disponibile presso l’IRRE-VDA).
Nell’anno 2000 l’IRRE ha partecipato come partner al gruppo di progettazione per il progetto Cavanh, e prosegue tutt’oggi.

CHI CONOSCE "CAVANH"?

"Cavanh" è un termine in lingua occitana che significa: cesto di vimini. Come i rami del cesto si intrecciano per costruire un oggetto utile alla vita di tutti giorni, così il percorso di formazione della figura del mediatore (di madrelingua straniera, ma con buona conoscenza dell'italiano) è nato per favorire il contatto fra culture diverse, in tutte le occasioni legate alla vita quotidiana.
La fase di formazione, curata dalla Cooperativa sociale "La Sorgente", ha consentito di preparare i primi 15 mediatori che operano nella nostra Regione.
Questi ultimi hanno effettuato un periodo di sperimentazione nelle scuole e nei servizi sociosanitari di Aosta e della Valdigne, le zone della Valle d’Aosta dove risiede il maggior numero di minori extracomunitari.
A questo proposito, è possibile citare i dati che hanno portato alla nascita del "Progetto Cavanh": già alla fine del 1998, i minori stranieri presenti in Valle d'Aosta erano 339, e coprivano tutta la fascia di età da zero a 18 anni. Erano presenti su tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nei comuni di Aosta (90), La Salle (24), Châtillon, Nus e Sarre (17).
La successiva fase del "Progetto Cavanh" ha previsto la valutazione conclusiva e la presentazione dei risultati a livello regionale, avvenuta ad Aosta nel mese di giugno 2001.

LA NASCITA DEL "PROGETTO CAVANH"

"Cavanh" è uno dei quattro progetti di interesse regionale previsto dal "Piano regionale di attuazione della legge 28 agosto 1997 n.285", approvato con deliberazione della giunta regionale n.1161 del 12 aprile 1999, realizzato tra settembre 1999 e giugno 2001. Esso si è articolato, come detto sopra, in una serie di interventi: corso di formazione per mediatori interculturali, corsi di aggiornamento rivolti ad insegnanti e operatori socio-sanitari, feste multietniche, sperimentazione della figura del mediatore interculturale, mostre, seminario conclusivo.
Il lavoro svolto, con l’obiettivo generale dell’integrazione dei minori stranieri nella realtà sociale valdostana, è sintetizzato nel documento "Cavanh: primo raccolto. Formazione e sperimentazione della figura del mediatore interculturale. Riflessioni e prospettive" ed ha permesso di raggiungere alcuni risultati tangibili (il dossier è disponibile presso l’IRRE-VDA per la consultazione).
In particolare i tirocini del corso di formazione e la successiva sperimentazione hanno permesso di avere una visione articolata, anche se non esaustiva, della situazione di un significativo campione di nuclei di stranieri con bambini presenti nella nostra Regione, evidenziandone i bisogni emergenti in occasione dell’approccio ai nostri servizi (scuole, servizi territoriali sociali, sanitari ed educativi, ospedale…), le difficoltà di interazione con la popolazione autoctona e gli ostacoli all’integrazione nel nostro tessuto socio-culturale.
Questi tirocini, e la successiva sperimentazione, hanno fornito elementi utili anche per comprendere l’attitudine degli operatori, la qualità degli strumenti in loro possesso e nel fare fronte alle difficoltà incontrate per rispondere ai bisogni sempre più complessi e differenziati degli utenti.
Dal progetto è anche emersa fortemente l’urgenza di avere a disposizione la figura professionale del mediatore interculturale. Tale figura, prima inesistente in Valle d’Aosta, è stata formata a partire dalle caratteristiche del nostro contesto e secondo l’ottica dell’operatore sociale, cioè di un professionista al servizio dell’interazione sociale e culturale che opera tra livelli compresenti di realtà: quella linguistica e culturale, quella affettiva e psicologica, quella sociale e organizzativa, quella di Aosta e "altrove": tra i 15 immigrati che hanno portato a termine il corso di formazione, 14 hanno partecipato alla sperimentazione.

Va sottolineato come, con il "Progetto Cavanh", si stia sperimentando una modalità di lavoro a livello interistituzionale (gruppo di progetto e gruppo di accompagnamento e monitoraggio) che ha dato buoni risultati dal punto di vista del coordinamento interistituzionale, della circolazione delle informazioni, della condivisione del metodo di lavoro, della produttività. Il gruppo di lavoro rappresenta un laboratorio di sperimentazione interculturale tra alcune istituzioni operanti sul nostro territorio che hanno culture organizzative differenziate (Assessorati regionali, Comune di Aosta, CCIE, Azienda USL, IRRE-VDA, Cooperativa Sociale).
Tutto il lavoro fatto però non è sufficiente per sensibilizzare il contesto sociale alle tematiche legate all’immigrazione e al dialogo culturale. Il "Progetto Cavanh", attraverso le proprie iniziative e la loro promozione (feste multietniche, giornate di formazione, serate di sensibilizzazione, mostre), ha contribuito a gettare luce sul fenomeno immigrazione e sulla multiculturalità come caratteristica strutturale della nostra società.
È però indispensabile continuare a creare uno spazio di ricerca e di riflessione sulle tematiche della mediazione tra le culture, dell’integrazione degli stranieri e delle possibilità da parte loro di fruizione dei servizi rivolti ai cittadini.
A questo proposito il gruppo di progetto di "Cavanh" ha svolto una significativa funzione di approfondimento teorico, durante il monitoraggio dell’intero percorso e, soprattutto, durante la raccolta e l’analisi dei dati per la valutazione finale.
A fronte dei risultati raggiunti, significativi in termini di concretezza e tangibilità, sono rimaste alcune questioni aperte.
Il lavoro del "Gruppo Cavanh" ha consentito di mettere a fuoco una serie di problematiche connesse con l’istituzione della figura del mediatore e con un approfondimento dei significati della mediazione interculturale.
In particolare, anche in relazione a quanto emerge dai contatti con le istituzioni scolastiche e analizzando la tipologia delle richieste di consulenza, si può affermare che:

  • risulta acquisita la definizione del mediatore interculturale come operatore sociale, ma resta da chiarire se e quanto l’omogeneità culturale con i clienti stranieri sia una caratteristica intrinseca alla funzione svolta o se, invece, la mediazione possa essere realizzata da italiani, che abbiano conoscenza delle culture di appartenenza delle persone per le quali è richiesto un intervento;
  • nel corso della formazione e della sperimentazione sono state messe a fuoco le competenze cruciali della figura. Il livello di acquisizione di tali competenze da parte dei mediatori risulta assai diversificato e deve essere ancora consolidato;
  • non si può ancora parlare di un "mercato" della mediazione. La questione della sufficienza o meno delle risorse che hanno iniziato ad operare come mediatori rimane un nodo problematico: sono sufficienti a coprire il fabbisogno e le richieste oppure dovranno essere formate altre risorse?
  • un’ultima questione è rappresentata dalla difficoltà degli operatori dei servizi socio-sanitari ed educativi a rapportarsi agli utenti stranieri. La presenza dei mediatori in alcuni casi facilita la relazione, ma rimane comunque evidente la necessità di fornire agli operatori gli strumenti formativi adeguati alla presa in carico dei soggetti stranieri.

A questo punto, per consolidare i risultati raggiunti e per lavorare sulle questioni aperte, è parso indispensabile procedere in due direzioni: da una parte dare continuità al gruppo interistituzionale per promuovere e facilitare il coordinamento, anche attraverso una continua azione di confronto e di elaborazione, nel pieno rispetto degli specifici ruoli e delle funzioni, dall’altra sviluppare la mediazione interculturale.
Il gruppo interistituzionale, composto da due docenti rappresentanti dell’IRRE, due rappresentanti dell’Assessorato Regionale della Sanità, Salute e Politiche Sociali, due rappresentanti dell’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Aosta, un rappresentante del Consorzio degli Enti Locali - CELVA, due rappresentanti dell’Azienda USL, un rappresentante dell’Assessorato regionale dell’Istruzione e Cultura e un rappresentante del Consorzio di Cooperative Sociali "Trait d’Union", sta lavorando all’analisi e all’elaborazione dei dati raccolti con il monitoraggio per individuare nuove ipotesi di ricerca.
A tale scopo, con la consulenza dello studio RES - Ricerca e Sviluppo - di Trento, sono stati presentati ad un pubblico di addetti ai lavori nel seminario del 16 maggio 2003, i risultati dell’attività di monitoraggio svolta nell’anno 2002 e le ipotesi di definizione delle nuove linee programmatiche, per la promozione della mediazione interculturale e per la rilevazione del fenomeno migratorio sul territorio valdostano.

Fulvia Dematteis
Insegnante comandato all'IRRE-VDA.
Si occupa della formazione e consulenza alle scuole su tematiche inerenti l'apprendimento,
il gruppo, la comunicazione e l'aiuto alla persona.
É responsabile del centro di Documentazione e Diffusione dell'IRRE-VDA

 

 

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