La politica regionale europea si fonda sulla solidarietà finanziaria e su obiettivi realmente condivisi. Grazie ad essa, più di un terzo del bilancio dell'Unione, costituito in larga misura dall'apporto degli Stati membri più ricchi, viene trasferito alle regioni più povere. Questo meccanismo non avvantaggia soltanto i paesi beneficiari, bensì anche quelli che forniscono il maggior contributo netto, dal momento che le loro imprese usufruiscono di considerevoli possibilità di investimento e di trasferimento di know-how economico e tecnologico, specialmente nelle regioni in cui alcuni tipi di attività non sono stati ancora avviati. Attraverso la politica regionale, tutte le realtà locali concorrono così ad accrescere la competitività dell'Unione.

Strumenti principali della solidarietà europea, i quattro Fondi strutturali producono, in tutti gli Stati membri, un effetto moltiplicatore dei fattori di sviluppo di un'economia regionale. Il loro bilancio annuale è salito da 8 miliardi di euro nel 1989 a 32 miliardi nel 1999; nel periodo 2000-2006 si aggirerà sui 28 miliardi di euro l'anno per un totale di 195 miliardi di euro nell'arco dei sette anni (ai prezzi del 1999).

A queste risorse si aggiungeranno quelle del Fondo di coesione (destinate a Spagna, Irlanda Grecia e Portogallo) che nel periodo 2000-2006 disporrà di circa 2,5 miliardi di euro l'anno, per complessivi 18 miliardi di euro (ai prezzi del 1999).

In totale, nel periodo considerato verranno mobilitati 213 miliardi di euro per migliorare la situazione economica delle regioni svantaggiate, delle aree con problemi specifici, e dei ceti sociali più deboli. Molti progetti avranno acquisito inoltre una dimensione europea grazie agli orientamenti della Commissione e agli scambi di esperienze concrete tra le varie regioni.