2 - 2011

AGRICOLTURA DI MONTAGNA

Alessia GLAREY
Ufficio segreteria, bilancio e archivio
Dipartimento agricoltura

IL FUTURO DELL'AGRICOLTURA DI MONTAGNA:
PROSEGUE L'AZIONE DELLE REGIONI

A un anno e mezzo circa dai forum internazionali di Krün (luglio 2009) e Alpbach (dicembre 2009) l’agricoltura di montagna, in particolare il futuro della stessa nella PAC 2014-2020, torna protagonista a livello internazionale nell’ambito di una conferenza organizzata dal Ministero Federale tedesco per l’alimentazione e la tutela dei consumatori. "Conservare e organizzare insieme l’agricoltura montana!" è il titolo del forum tenutosi l’11 aprile scorso in Baviera, a Oberammergau (Circoscrizione di Garmisch-Partenkirchen), con la partecipazione dei rappresentanti ministeriali di Germania, Austria, Italia, Francia, Slovenia e Svizzera, nonché di esponenti politici e tecnici delle Regioni dell’arco alpino che da ormai due anni collaborano in un’azione di lobbying nei confronti della Commissione europea, al fine garantire, con riferimento al prossimo periodo di programmazione, un adeguato sostegno all’agricoltura di montagna.

 

L’incontro si è aperto con un intervento di benvenuto generale da parte di Harald Kühn, Consigliere del Landkreis di Garmisch-Partenkirchen, che ha evidenziato, malgrado l’approvazione da parte della Commissione di una prima comunicazione lo scorso mese di novembre, uno scenario ancora incerto per quanto riguarda il futuro della PAC e dell’agricoltura di montagna.

Le piccole aziende operanti in zone svantaggiate, quali quelle di montagna, necessitano di aiuti specifici e di semplificazioni burocratiche, soprattutto con riferimento alla condizionalità e, in modo particolare, alla normativa relativa al trasporto degli animali.
 




Il Ministro tedesco Ilse Aigner

Il consigliere bavarese ha, inoltre, ricordato alcune delle più importanti richieste presentate dalle Regioni dell’arco alpino al Commissario Cioloş negli ultimi mesi (per le quali si rimanda all’articolo dedicato sul n. 1/2011 de L’Informatore Agricolo): l’introduzione, in relazione al I° pilastro (pagamenti diretti), di un premio accoppiato per i ruminanti e di un top up sul premio base per i primi ettari di un’azienda, nonché di un premio per la biodiversità e uno specifico marchio di qualità per le produzioni di montagna, nell’ambito del II° pilastro (sviluppo rurale).
A suo avviso la collaborazione tra le varie Regioni di montagna ha senz’altro rappresentato un punto di forza nel percorso sinora avviato, pensiero ampiamente condiviso e sottolineato anche dal Ministro federale Ilse Aigner, organizzatrice dell’evento, che a tal proposito ha citato un proverbio piuttosto significativo: "Se vuoi andare veloce vai da solo, se invece vuoi andare lontano, vai con gli altri!".

Questo è dunque, secondo il ministro tedesco, lo "slogan" che le Regioni alpine hanno e dovranno continuare a far proprio se vogliono ottenere i risultati sperati.

Dopo aver ricordato le varie tappe sinora svolte, Ilse Aigner ha affermato che la comunicazione della Commissione rappresenta una buona base di partenza e ne ha condiviso i tre principali obiettivi previsti: sicurezza alimentare, gestione durevole delle risorse naturali e sviluppo territoriale equilibrato. Sono ancora, tuttavia, numerose le perplessità, con riferimento ad alcune proposte annunciate nel suddetto documento: l’introduzione di una componente ecologica sottoforma di misure agroambientali, il c.d. greening, nell’ambito dei pagamenti diretti, dovrà essere accompagnato da adeguate risorse finanziarie e non semplicemente da un trasferimento di fondi dal II° al I° pilastro; ugualmente, sempre secondo il Ministro tedesco, la previsione di un sostegno al reddito aggiuntivo, per le aziende operanti nelle aree di montagna, sottoforma di pagamento a superficie nell’ambito del I° pilastro, a completamento dell’indennità compensativa prevista da sempre nel II°, potrebbe creare non poche difficoltà di gestione e demarcazione. Il tutto in contrasto con il fatto che alla base della futura PAC dovrebbe esserci una forte semplificazione e una chiara separazione tra i due pilastri, aspetto che verrebbe in parte compromesso dall’introduzione in entrambe di misure compensative per zone svantaggiate.



Aspetti di assoluto rilievo, sottolineati dal Ministro Aigner, sono tuttavia il fatto che la Commissione abbia riconosciuto l’importanza dei pagamenti diretti non solo come remunerazione per la fornitura di beni pubblici, ma anche come vero e proprio sostegno al reddito degli agricoltori, nonché il fatto che le nuove proposte, ancora da definire nel dettaglio sul piano concreto, non debbano avere come corollario aggravi amministrativi e un’ulteriore complicazione del sistema dei controlli.

Sono poi state ricordate le particolarità naturali e culturali dell’arco alpino, le relative difficoltà nella coltivazione del territorio e i conseguenti svantaggi in termini di rese e produzioni.

La creazione di condizioni per la sopravvivenza dell’agricoltura di montagna e per lo sviluppo delle aree rurali sono state indicate dal Ministro tedesco come l’obiettivo cardine da raggiungere attraverso una serie di strumenti quali: adeguati pagamenti compensativi, approccio intersettoriale, ricerca, formazione e sostegno alla commercializzazione dei prodotti di montagna, mediante la creazione e promozione di un marchio specifico. Questi sono infatti i punti principali richiamati nella dichiarazione sottoscritta, nella parte conclusiva della conferenza, dai rappresentanti ministeriali dei sei Paesi partecipanti, dichiarazione che rappresenterà, sempre secondo il Ministro Aigner, una buona base politica di partenza per elaborare proposte comuni e concrete per il futuro della PAC e dell’agricoltura di montagna.
 




Il rappresentante della
Commissione
Klaus-Dieter Borchardt

Dopo il significativo intervento del Ministro tedesco la parola è passata al rappresentante della Commissione europea Prof. Dr. Klaus-Dieter Borchardt, Direttore della Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo delle zone rurali, che da ormai quattro anni si occupa di agricoltura di montagna e ha avuto modo di osservarne da vicino, visitando le aree del Tirolo e della Provincia di Bolzano, l’importanza e le relative problematiche.

La Commissione è assolutamente consapevole del ruolo fondamentale svolto da questo tipo di agricoltura e del fatto che la sua vitalità sia il presupposto per mantenere vive nelle medesime aree altri settori economici come il turismo, l’artigianato e il commercio, pertanto risulta fondamentale aumentare la visibilità dell’agricoltura di montagna, sottolineando il contributo fornito all’intera società.

Secondo il Prof. Borchardt la PAC racchiude un insieme di strumenti per lo sviluppo dell’agricoltura montana, che non è però sinora stato ben delimitato; dinanzi a situazioni estremamente specifiche e differenziate le une dalle altre, ciò che serve non è un approccio unitario, bensì una cornice generale di regole da tradurre poi in misure concrete per le singole Regioni alpine, a seconda dei rispettivi problemi ed esigenze.

Le ipotesi per il futuro previste dalla Commissione e citate dal referente sono, nell’ambito del I° pilastro, il proseguimento di un sistema di pagamenti diretti sufficiente, che prevedrebbe per le zone con particolari svantaggi la possibilità di concedere un premio aggiuntivo rispetto all’indennità compensativa prevista nell’ambito del sostegno allo sviluppo rurale: si tratterebbe dunque non già di una misura concorrente e sostitutiva rispetto a quella del II° pilastro, bensì di una misura ulteriore, precisa Borchardt; la componente verde prevista a giustificazione dei pagamenti diretti ugualmente non deve preoccupare in quanto per l’agricoltura di montagna, proprio in considerazione delle sue caratteristiche, vi sarà un riconoscimento pressoché automatico del contributo alla fornitura di beni pubblici. Per quanto concerne la nozione di agricoltore attivo, quale unico beneficiario dei futuri sostegni PAC, è stato inoltre precisato che con tale definizione la Commissione non intende escludere gli agricoltori di montagna che hanno un’attività agricola come attività secondaria, bensì le società che svolgono attività di altro tipo, come per esempio i club di golf. Sempre con riferimento al I° pilastro, il referente della Commissione si è dimostrato possibilista per quanto riguarda il premio accoppiato per i ruminanti nonché per la semplificazione dei controlli relativi alla condizionalità per le piccole imprese, precisando come al momento non sia però ancora possibile parlare di proposte definitive da parte di Bruxelles. Per quanto riguarda invece il II° pilastro il Prof. Borchardt ha confermato il mantenimento dell’indennità compensativa nell’ambito dello sviluppo rurale unitamente alla necessità di renderla ancora più concreta, nonché un aumento delle intensità massime d’aiuto per gli investimenti aziendali nei settori della produzione e trasformazione, in considerazione dei maggiori costi sostenuti dall’aziende operanti in territori montani.



Inoltre, secondo Borchardt, ciò di cui necessita l’agricoltura di montagna è un catalogo di strumenti specifici, una sorta di sottoprogramma dello sviluppo rurale in cui oltre alle due sopraccitate misure di sostegno siano previste anche misure agroambientali volte al mantenimento dell’attività negli alpeggi, incentivi per i giovani agricoltori, promozione di nuovi modelli operativi e delle attività di diversificazione, misure a sostegno del trasferimento di conoscenze e buone prassi, misure per il finanziamento della consulenza aziendale, della formazione, della cooperazione e delle strategie di commercializzazione. In modo particolare, con riferimento a quest’ultime, la Commissione ritiene che si debba puntare su un network di breve percorso, cercando di valorizzare con un marchio specifico e trasparente la qualità dei prodotti di montagna nell’ambito dei mercati locali.

Sarà da questo catalogo di misure, non poi così diverse da quelle richieste con la risoluzione di Krün, che le Regioni dell’arco alpino dovranno scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze e ai propri territori.

All’intervento del referente della Commissione hanno fatto seguito le presentazioni di alcuni esperti del settore che hanno analizzato la situazione dell’agricoltura di montagna e dei suoi prodotti sotto il profilo economico, qualitativo e commerciale; ha preso quindi avvio una tavola rotonda cui hanno partecipato, con un proprio intervento, i rappresentanti dei Ministeri dell’agricoltura dei sei Stati citati in premessa.



In tale occasione il Ministro Federale tedesco, Ilse Aigner, ha voluto nuovamente spiegare, in contraddittorio con il rappresentante della Commissione, le ragioni delle proprie perplessità: se le nuove misure a favore delle imprese operanti nei territori di montagna non saranno accompagnate da un budget aggiuntivo dal punto di vista finanziario, le risorse a disposizione degli Stati membri rimarranno immutate e le autorità nazionali si troveranno pertanto a dover spostare i fondi da un settore all’altro, con evidenti proteste da parte di coloro che vedranno ridurre le proprie risorse.

In risposta, il prof. Borchardt afferma che il bilancio del PAC non dovrebbe cambiare rispetto a quello attuale, ma in ogni caso non si potrà pretendere da Bruxelles fondi ulteriori: spetterà di conseguenza agli Stati membri far confluire le risorse nei sottosettori e nelle aree con maggiori problematiche, consapevoli del fatto che talune scelte potrebbero comportare malcontenti e contestazioni.

In rappresentanza del nuovo Ministro all’agricoltura italiano Francesco Saverio Romano, il Dirigente dell’Ufficio “Agricoltura e Ambiente” della Direzione Generale della Competitività per lo Sviluppo Rurale, Paolo Ammassari, ha sottolineato la diversità delle varie aree montane presenti in Italia e pertanto la necessità di continuare, come del resto accade nell’attuale periodo programmazione, a decentrare a livello regionale la programmazione, calibrando le varie misure in base alle esigenze proprie di ogni area. In considerazione dei forti tagli ai finanziamenti provenienti dal livello centrale verso le regioni, sempre maggiore importanza assumeranno, secondo il dott. Ammassari, le iniziative decentrate che prevedono un coinvolgimento di più livelli territoriali, quali per esempio i progetti LEADER, che si sono sinora dimostrati una buona soluzione. Il referente italiano ha, infine, sottolineato l’importanza di una semplificazione in materia di condizionalità, la cui articolazione ha ormai raggiunto un grado di complessità tale da essere di difficile comprensione anche per gli esperti in materia.
 

Alla tavola rotonda ha, in conclusione, fatto seguito la firma della dichiarazione recante l’impegno da parte dei Ministeri all’agricoltura nazionali a porre in essere tutti gli sforzi necessari sul piano interno e internazionale per garantire un futuro sostenibile all’agricoltura di montagna.
Nelle pagine seguenti riportiamo la versione italiana della dichiarazione.



It
DICHIARAZIONE DI OBERAMMERGAU, 11 APRILE 2011

CONSERVARE E ORGANIZZARE INSIEME L'AGRICOLTURA MONTANA!
Bundesministerium für Ernährunq, Landwirtschaft und Verbraucherschutz, Deutschland
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Italia
Ministère de l'Agriculture, de l'Alimentation, de la Pèche, de la Ruralité et de l'Aménagement du territoire, France
Bundesministerium für Land- und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasserwirtschaft, Österreich
Ministrstvo za kmetijstvo, gozdarstvo in prehrano, Slovenija
Bundesamt für Landwirtschaft, Schweiz

1. Contributo al bene comune dell'economia agricola montana"
L'economia agricola montana nelle Alpi oltre al suo compito principale di produzione di beni alimentari, apporta un contributo prezioso al bene comune della società. Ne fanno parte in particolare la garanzia della biodiversità, la tutela dell'ambiente e la conservazione e cura di un paesaggio culturale unico. Solo mediante una gestione attiva è possibile avere un popolarnento minimo delle aree montane, e far perdurare gli usi e costumi oltre all'artigianato e quindi prestare un contribuito centrale al turismo nella zona alpina. Senza un'adeguata gestione, il molteplice paesaggio culturale delle aree montane alpine cambierebbe in modo estremo.
I firmatari dichiarano, che s'impegneranno nell'ambito di tutti i provvedimenti nazionali e internazionali intesi a garantire il paesaggio culturale alpino, a mettere al centro dell'attenzione il principio "Conservazione tramite Utilizzo".


2. Implicazioni del cambiamento climatico per l'economia agricola montana
L'economia agricola montana è particolarmente colpita dal cambiamento climatico segnato in particolar modo dall'aumento dei periodi di caldo intenso e di siccità ma anche da situazioni meteorologiche estreme con tempeste, forti piogge e grandine.
I firmatari dichiarano che le conseguenze del cambiamento climatico possono essere particolarmente minacciose per le aree montane per tale motivo si impegnano per l'adozione di un pacchetto di provvedimenti intesi a superare le conseguenze del cambiamento climatico che tenga conto delle condizioni particolari dell'area alpina.


3. Situazione concorrenziale dell'economia agricola montana
L'economia agricola montana ha notevoli svantaggi di tipo concorrenziale rispetto alle altre regioni. Le condizioni naturali delle zone montane come per esempio ripidi pendii, gravosi dislivelli e siti di produzione difficilmente accessibili limitano notevolmente le possibilità di razionalizzazione.
I firmatari dichiarano che gli svantaggi dell'economia agricola montana nelle alpi per quanto riguarda la produzione e il ricavo realizzabile dovuti alla sua ubicazione aumentano a causa della globalizzazione nel settore agrario e la conseguenza a medio termine sarà la rinuncia in numerose località alla gestione comportando quindi la minaccia della perdita di un paesaggio culturale unico.
Si adoperano a contrastare questo sviluppo negativo con un approccio coerente a livello regionale, nazionale e internazionale.


4. Pagamenti compensativi per l'agricoltura montana
Gli svantaggi competitivi dell'agricoltura montana rispetto alle altre regioni possono essere compensati solo fino a un certo punto con una migliore identificazione dei prodotti, commercializzazione comunitaria o strategie di commercializzazione integrate.
I firmatari dichiarano che solo migliorando le condizioni di commercializzazione di prodotti montani provenienti dalle alpi, non si può raggiungere una garanzia durevole della gestione delle superfici attuali nell'area alpina. Si impegnano perché anche in futuro vengano erogati i pagamenti compensativi necessari per mantenere una gestione dell'agricoltura montana adattata al luogo.


5. Importanza dell'uso di praterie per le aree montane
L'importanza delle praterie per le aree montane, in particolare delle praterie alpine, è essenziale. Un uso economico sostenibile di queste praterie è raggiungibile solamente tramite l'allevamento di ruminanti in particolare per la produzione di carne e latte.
I firmatari dichiarano che l'uso delle praterie in collegamento con l'allevamento di ruminanti ha un'importanza centrale per l'agricoltura montana alpina che rende possibile l'uso di località montane difficilmente accessibili. Per questo motivo si adoperano a livello nazionale e internazionale per il miglioramento delle condizioni
per l'uso delle praterie nelle aree rurali alpine.


6. Qualità dei prodotti montani
I prodotti montani sono particolarmente di qualità grazie alla modalità di produzione e lavorazione tradizionali e adeguati alle condizioni del luogo.
I firmatari dichiarano, che i prodotti dell'agricoltura alpina rappresentano in particolare originalità, naturalezza e tradizione. Si impegnano perché le caratteristiche di qualità dei prodotti montani vengano comunicati più attivamente e in modo più percettibile ai consumatori. In questo contesto i firmatari accolgono positivamente il fatto che la Commissione Europea prenda in esame l'approvazione di una identificazione particolare "Prodotto in una zona montana".


7. Commercializzazione di prodotti montani
Per questo motivo la commercializzazione dei prodotti montani ha una grande importanza. L'obiettivo deve essere di compensare maggiormente rispetto al passato il dispendio produttivo maggiore tramite una determinazione attiva del prezzo sul mercato.
I firmatari dichiarano che i prodotti dell'economia agricola alpina hanno una cosiddetta argomentazione di vendita unica che offrono una buona premessa per una determinazione attiva del prezzo. Sono in particolare a favore di un aumento della commercializzazione comunitaria e per strategie di commercializzazione integrate
che integrino anche settori economici importanti come per esempio il turismo, l'artigianato, la gastronomia e il settore alberghiero.


8. Accorpamento di diverse attività nelle zone montane
Nell'area alpina esistono numerose attività e commissioni che si sono dedicate al benessere dell'economia agricola montana e la conservazione delle foreste montane e che compiono un lavoro prezioso.
I firmatari dichiarano che le attività e iniziative esistenti per potenziare l'economia agricola montana nell'area alpina sono irrinunciabili. Si esprimono a favore di un maggiore coordinamento e accorpamento delle attività sovraregionali. Questo processo di collegamento nell'area alpina dovrebbe essere affiancato da una ricerca orientata alla prassi, consulenza e qualificazione con l'obiettivo di organizzare in modo più efficace il trasferimento necessario delle conoscenze.


9. Principio comune e intersettoriale per la conservazione e lo sviluppo dell'agricoltura montana europea
L'economia agricola montana è un elemento importante dell'agricoltura europea. AI fine di poter mantenere un'economia agricola montana sostenibile, in futuro sarà necessario coordinare maggiormente tutti i campi politici rilevanti. Sotto questo aspetto bisognerà anche prendere in considerazione nuove vie per la collaborazione interfrontaliera.
I firmatari dichiarano che l'economia agricola montana è collegata strettamente ad altri settori economici quali per esempio il turismo, il commercio e l'artigianato. S'impegnano per un approccio transfrontaliero e trans-settoriale che vada oltre il settore agrario al fine di stabilizzare l'economia agricola montana nell'area alpina, che coinvolga le varie discipline e protagonisti.

10. Dichiarazione conclusiva
I firmatari riconoscono che,
• l'economia agricola montana nell'area alpina oltre alla produzione di prodotti di alta qualità apporta un contributo importante alla conservazione di un paesaggio culturale transfrontaliero unico nel cuore dell'Europa,
• in considerazione del fatto che la globalizzazione progressiva, le conseguenze del cambiamento climatico e lo sviluppo demografico si ritrova ad affrontare grandi sfide economiche, ecologiche e sociali e
• per questo motivo la politica, l'economia, la scienza e la società civile devono assumersi insieme la responsabilità perché l'economia agricola montana nell'area alpina continui a esistere.
I firmatari confermano che la presente "Dichiarazione di Oberammergau" sarà applicata quale criterio per rafforzare l'economia agricola montana nell'area alpina.


Oberammergau, li 11 aprile 2011

 
 
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