4 - 2009

DIFESA FITOSANITARIA

di Rita BONFANTI
Ufficio servizi fitosanitari
Direzione produzioni
vegetali e servizi fitosanitari

• L’INSETTO È ARRIVATO IN VALLE D’AOSTA, NON È PERICOLOSO PER L’UOMO

SEGNALAZIONE E IDENTIFICAZIONE DEL CIMICIONE DELLE CONIFERE

Per la prima volta nella nostra regione è stata segnalata la presenza di una grossa cimice di interesse forestale e urbano, arrivata accidentalmente Italia (Veneto e Lombardia) dal Nord America già nel 1999.

Il rinvenimento è avvenuto a Morgex, nell’abitazione di una persona che si è rivolta all’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali per sapere cosa fosse quello sgradito ospite penetrato nella sua casa.

Dopo aver esaminato l’insetto, i tecnici dell’ufficio servizi fitosanitari della Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari lo hanno identificato come Leptoglossus occidentalis, specie appartenente alla famiglia dei coreidi (Rhynchota Heteroptera).

Dopo la prima segnalazione ne sono subito seguite altre che hanno comprovato la sua presenza in molti comuni della Valle.

Il cimicione delle conifere, come dice il nome, si nutre vive su pini e abeti, di cui punge aghi e pigne, impedendo la maturazione dei semi. Per questa ragione le infestazioni in ambito forestale possono causare problemi di ricrescita dei boschi, ma il danno più grave è provocato nei vivai o nelle piantagioni destinate alla produzione di semi, unici ambiti in cui sono consentiti i trattamenti insetticidi.


La cimice delle conifere è facilmente riconoscibile a causa delle sue grosse dimensioni (fino a 2 cm, escluse le antenne) e per i rigonfiamenti presenti sulle tibie delle zampe posteriori.
Il ritrovamento nel periodo autunnale all’interno di abitazioni è spiegato dalla sua tendenza a cercare un riparo quando comincia a fare freddo. Con l’arrivo della brutta stagione, infatti, gli individui di questa specie si infilano in rifugi naturali per svernare, quali cavità di tronchi, nidi di uccelli o tane di roditori, ma, potendo scegliere, prediligono le più confortevoli mura domestiche. L’attitudine a migrare verso le case può quindi creare qualche disagio per il ribrezzo causato in alcune persone dalla vista della bestiola o dal caratteristico odore sgradevole emesso se disturbata o schiacciata, ma qualsiasi paura è ingiustificata perché il Leptoglossus occidentalis non è dannoso in quanto non punge l’uomo e non trasmette malattie.

Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria, si sottolinea che i trattamenti con insetticidi in ambito forestale sono proibiti dalle normative vigenti in quanto sarebbero estremamente dannosi all’ecosistema, mentre a livello domestico, per chi proprio non sopportasse la convivenza con qualche esemplare dell’insetto, si consiglia l’utilizzo di accorgimenti atti a impedire l’ingresso nell’abitazione quali: zanzariere alle finestre, schermature con reti dei comignoli e chiusura di eventuali piccole fessure.

Eventuali segnalazioni sulla presenza del cimicione delle conifere in altre zone della Valle è possibile contattando l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali: Ufficio servizi fitosanitari, tel. 0165/275405 o Direzione foreste e infrastrutture, tel. 0165/776227.
 
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