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Viticoltura

LE REGIONI VITIVINICOLE D'EUROPA IN ROMANIA

L’Assessorato regionale dell’agricoltura e il Cervim presenti alla riunione dell’Arev del 3-5 settembre ad Alba Iulia

di CERVIM
Nei giorni dal 3 al 5 settembre, nella località di Alba Julia in Romania, l’Assessore all’agricoltura Giuseppe Isabellon, il dirigente Erminio Neyroz e il Presidente del Cervim Francois Stévenin hanno partecipato all’Assemblea dell’Arev, l’Associazione delle Regioni Viticole Europee, presieduta dall’altoatesino Luis Dunwalder che ha avuto la nomina nel prestigioso incarico proprio ad Aosta, due anni fa.

L’Arev è una Federazione di 65 Regioni vitivinicole europee appartenenti a 14 paesi e riunisce la stragrande maggioranza dei responsabili europei del settore.

La riunione in Romania segue le due precedenti che si sono tenute a Brno nella Repubblica Ceca e a Stoccarda in Germania.

Uno dei punti cardine dei lavori, che si sono svolti ad Alba Julia, è stato quello relativo al progetto di riforma dell’Ocm, l’organizzazione del mercato del vino a livello europeo, che è stato presentato dalla Commissione dell’Unione il 4 luglio scorso.

Da parte dell’Arev, nella riunione dei primi di settembre, è stato detto che “si deve constatare che le nostre proposte sono state prese in considerazione dalla Commissione solo in minima parte e quindi si richiedono modifiche sostanziali”.

Ad esempio, l’Arev rifiuta la liberalizzazione degli impianti in Europa poiché condurrebbe ad un abbandono su larga scala dei vigneti coltivati in condizioni difficili, come in Valle d’Aosta, ed una conseguente delocalizzazione verso zone più favorevoli; questo comporterebbe una perdita di identità e di qualità paesaggistica ed ambientale per tante regioni europee come la nostra.

L’Arev ha riproposto la sua richiesta per la creazione di un Osservatorio della viticoltura europea, con il compito di seguire in tutte le Regioni l’evoluzione delle superfici impiantate, della produzione, della commercializzazione e del consumo, così come l’impatto socio-economico della viticoltura sulle zone rurali.

L’Osservatorio potrebbe permettere di identificare con tempestività le crisi di mercato e di attivare nuove strategie per la viticoltura europea.

La viticoltura e la filiera viticola giocano un ruolo economico della massima importanza in numerose Regioni Europee, come la Valle d’Aosta, e questo vale in maniera principale per le Regioni dove vi sono poche alternative produttive in agricoltura, come quelle di montagna o con terreni in forte pendenza.
 
La filiera viticola crea posti di lavoro e valore aggiunto alle Regioni. I vigneti, modellando i paesaggi, sono un elemento essenziale per la cultura rurale, con una forte valenza per quanti amano il turismo legato al territorio e all’ambiente, ormai in numero sempre più crescente.

L’importanza economica va quindi ben oltre la semplice commercializzazione del vino. Ancora, l’Arev ha ribadito di opporsi all’estirpazione massiccia delle superfici viticole.
Le misure di estirpazione hanno infatti senso solo dove vengono prodotti vini di bassa qualità senza sbocco di mercato.

L’espianto deve essere per il viticoltore una misura volontaria.
Infine i mosti e i mosti concentrati non devono diventare una materia prima destinata alla produzione di vini anonimi e la distillazione di crisi non ricopre più la sua funzione iniziale di strumento di gestione delle ricorrenti crisi di settore.

L’Arev si dichiara favorevole all’apertura dei mercati a livello mondiale: leader al momento ancora assoluta del settore del vino, l’Unione Europea deve agire come tale e sfruttare la sua posizione di forza.
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