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Ambiente

RÛ E SENTIERI DELLA VALLE D’AOSTA, UNA RICCHEZZA DA VALORIZZARE

Il giorno 12 dicembre 2007, al centro congressi del Grand Hôtel Billia di Saint-Vincent, si è tenuto il convegno “Una ricchezza da valorizzare – Panorama sui rû e sui sentieri della Valle d’Aosta”, organizzato dalla Direzione sistemazioni montane e infrastrutture dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali, in collaborazione con il Dipartimento agricoltura. Lo scopo del convegno era quello di presentare l’attività svolta dall’amministrazione regionale nella promozione, valorizzazione e gestione dei sentieri e dei canali irrigui nell’ambito della tutela del territorio in ambiente montano

di Raffaele Collavo e Stefano Malesan
(Direzione sistemazioni montane ed infrastrutture)
I Rû della Valle d’Aosta
Nel corso del convegno è stato presentato il libro “Gli antichi rû della Valle d’Aosta” (Edizioni Le Château) scritto da Giovanni Vauterin, dipendente dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali. Con il termine rû – ugualmente scritto ru e, nelle antiche carte, anche ruz – viene indicato un canale in terra atto a convogliare per uso irriguo le acque di un torrente o di una grossa sorgente.

Rû è un termine del patois franco-provenzale assimilabile ai termini riva, rivo e roggia più usuali nella bassa Valle. La ricerca effettuata prende in esame gli antichi canali irrigui della Valle d’Aosta, i rû, vere e proprie opere di ingegneria idraulica, che hanno permesso la pratica agricola anche nell’aspro territorio valdostano e approfondisce una serie di argomenti correlati alla loro costruzione e gestione nel corso dei secoli.

In effetti, parlare dei rû significa intraprendere uno studio del contesto storico di una società rurale fortemente legata al territorio montano e considerare quegli aspetti climatici, agronomici e socio-economici che hanno determinato la necessità di realizzare l’imponente rete di canali irrigui valdostani, la cui costruzione e utilizzo abbraccia un arco temporale molto ampio che in alcuni casi oltrepassa i 700 anni.

 

Rû Baudin in Località Somont ad Aosta
Rû Prevot a Porossan
 








Queste prime considerazioni danno l’idea di quanto vasto sia l’argomento in questione e, in questo senso, il libro non vuole offrire una trattazione esaustiva di ogni aspetto. L’obiettivo dell’autore è di fornire un punto di partenza a storici, ricercatori, tecnici, amministratori di queste opere idrauliche, per proseguire studi ed effettuare ricerche più mirate e approfondite.

In questo senso vengono dapprima descritti alcuni sistemi irrigui analoghi al nostro, realizzati in paesi lontani, si passa poi all’analisi delle peculiarità morfologiche e pedoclimatiche della nostra regione e al contesto storico nel quale i rû sono nati, nel Medioevo, per capire gli aspetti storico-economici che hanno influito sulla loro costruzione e gestione.

Nel libro sono descritti in modo ampio alcuni dei principali rû della regione, dalla loro realizzazione agli aspetti tecnico-idraulici e agricoli. Una trattazione approfondita è riservata all’analisi dei vecchi regolamenti per disciplinare la distribuzione in modo equo della preziosa risorsa idrica.

Alla base della manutenzione continua e minuziosa dei rû c’erano le corvées. Ancor oggi tale usanza continua ad essere una pratica che assicura una tutela particolareggiata del territorio, poiché garantisce la loro efficienza idraulica.
In ultimo, il libro pone l’accento sulla necessità di conservare e valorizzare queste opere del passato e sull’importanza di redigere un vero e proprio censimento di tutti i rû.


Il Progetto SIGRIA
(Sistema Informativo per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura)
Il Piano di Tutela delle Acque pone l’accento sulla disponibilità delle risorse idriche e sull’importanza di garantire questa disponibilità anche per il futuro.
È in quest’ottica che prende vita il progetto SIGRIA (sistema informativo per la gestione delle risorse idriche in agricoltura) illustrato dalla relatrice Ing. Nathalie Bétemps, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, nell’ambito dei Programmi Interregionali di Sviluppo Rurale, rivolto in particolare all’impiego dell’acqua nel settore agricolo.

Per impostare una politica ispirata al risparmio, al riutilizzo e all’uso razionale delle risorse idriche, è presupposto necessario disporre di un quadro conoscitivo completo delle fonti di approvvigionamento e delle infrastrutture irrigue. A tale scopo il progetto SIGRIA ha permesso la creazione di una banca dati territoriale a livello cartografico e alfanumerico che raccoglie le principali informazioni sui sistemi irrigui della nostra Regione e consentirà di individuare le criticità e programmare i futuri interventi in maniera idonea.


Interventi in economia diretta: i Rû
Il Dott. Alessandro Jans, Istruttore Tecnico della Direzione sistemazioni montane e infrastrutture dell’Assessorato agricoltura e risorse naturali, nel corso del suo intervento ha illustrato l’attività del settore Sistemazioni Idrauliche, rivolta alla manutenzione dei canali irrigui del territorio regionale.

Le maestranze comprendono 230 operai suddivisi in 25 squadre forestali, la cui gestione è affidata a 10 direttori dei lavori coadiuvati da 3 assistenti di cantiere.

Nel programma annuale degli interventi da realizzare vengono recepite le richieste delle Amministrazioni Comunali e dei Consorzi di Miglioramento Fondiario, con la finalità di intervenire in modo capillare e tempestivo per garantire nel tempo la funzionalità delle opere e il loro migliore inserimento ambientale.

La manutenzione dei canali irrigui è rivolta a ridurre i fenomeni erosivi e le perdite di carico dovute alle infiltrazioni lungo il percorso dei rû.

Le arginature e le difese spondali sono eseguite principalmente in pietrame e malta cementizia con facciata a vista a secco, conservando la sezione a cielo aperto che permette la captazione e il convogliamento delle acque di scorrimento superficiale, con particolare riferimento ai fenomeni meteorici avversi.

 

Variante Tour du mont Rose in Loc. Cere ad Ayas (Prima)
Variante Tour du mont Rose in Loc. Cere ad Ayas (Dopo)
 








In alcuni casi particolari vengono adottate delle tipologie costruttive mediante canalette o arginature in calcestruzzo che, avendo un bassa scabrezza, favorisce lo scorrimento dell’acqua e limita il deposito al fondo.

Sui canali di particolare pregio storico viene comunque mantenuta la tipologia tradizionale in terra, con una manutenzione rivolta solamente al ripristino e regolarizzazione della sezione d’alveo.

Anche l’area limitrofa al corso d’acqua è interessata dagli interventi delle maestranze della Direzione sistemazioni montane e infrastrutture con ripristino e inerbimento delle scarpate e bonifica mediante drenaggi delle eventuali zone sortumose.


I sentieri valdostani

Panorama sui sentieri della Valle d’Aosta
La diffusione della pratica escursionistica, come sottolineato dal relatore dott. Alessandro Ceccon, istruttore tecnico presso la Direzione sistemazioni montane ed infrastrutture, necessita di adeguato supporto al fine di rendere il ”girovagare per monti” più sicuro per chi, esplorando il fitto reticolo di sentieri e mulattiere delle nostre montagne, intende godere in tutta sicurezza delle innumerevoli emergenze naturalistiche e degli splendidi panorami che caratterizzano gli ambienti alpini e rurali della nostra regione.

Sentieri, mulattiere e carraie svolgevano un tempo un importante funzione di collegamento tra piccoli centri abitati, di raggiungimento dei luoghi di coltivazione e di transito del bestiame dalle stalle di fondovalle ai pascoli di media e alta montagna. A partire dagli anni 50’, l’avvento dell’economia di mercato ha fatto si che le attività tradizionali legate allo sfruttamento delle risorse agricole venissero progressivamente abbandonate.

Di conseguenza, venuto meno il regolare e costante utilizzo delle vie di comunicazione, queste hanno subito un generale stato di abbandono. Tale situazione, combinata con una precaria gestione delle infrastrutture di arredo dei sentieri (in particolare la segnaletica, spesso confusa e poco funzionale) richiedeva un’assunzione di responsabilità da parte del legislatore per realizzare un quadro normativo che regolamentasse questa materia, in modo tale da individuare gli attori coinvolti nella gestione della rete sentieristica, attribuendogli competenze e responsabilità .

L’amministrazione regionale con la LR 21/1993 ha colmato questo vuoto legilslativo dotandosi di uno strumento che regolamenta tale materia: tale normativa prevede la suddivisione degli itinerari escursionistici in 3 categorie:
  • Itinerari di interesse regionale, gestiti direttamente dall’Amministrazione regionale, di seguito elencati: Alta Via n°1 - 189 km; Alta Via n° 2 - 170 km; Tour du Mont Blanc - 40 km; Tour des Combins - 37 km; Tour du Mont Rose - 32 km
  • Comprensoriali o intervallivi: Intervallivo 102 - 51 km; intervallivo 105 - 85 km
  • Locali, normalmente circoscritti al territorio di un singolo comune o di comuni contermini
La manutenzione ordinaria e straordinaria degli itinerari di interesse regionale spetta all’Amministrazione regionale, in particolare alla Direzione sistemazioni montane ed infrastrutture, una struttura operativa sul territorio, che con i propri uffici tecnici realizza annualmente circa 200 interventi su una lunghezza complessiva di 250 km.

Tali interventi sono eseguiti in economia diretta con le squadre di operai idraulico-forestali e coinvolgono 30 squadre con 230 operai e 15 tecnici ai quali è affidata la progettazione e direzione lavori.

Gli itinerari locali invece sono gestiti direttamente dalle amministrazione comunali che comunque, possono richiedere alla struttura regionale competente l’esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria.


La rete sentieristica, una risorsa da valorizzare
La rete sentieristica è uno dei temi sui quali l’Amministrazione regionale ha puntato per migliorare l’offerta turistica, come ha sottolineato Gabriella Morelli, capo del servizio marketing, studi e progetti dell’Assessorato regionale del Turismo, sport, commercio e trasporti.

Quest’ultimo collabora da tempo con l’Assessorato Agricoltura e risorse naturali nella realizzazione di materiale informativo e promozionale plurilingue rivolto allo specifico target dei trekker e degli escursionisiti: i sentieri, infatti, rappresentano un segmento fondamentale dell’offerta turistica, come dimostra una recente indagine di mercato svolta presso i turisti che frequentano la Valle d’Aosta, nella quale emerge come le passeggiate, le escursioni ed il trekking siano le attività fisiche maggiormente praticate in vda.



E importante sottolinerare come l’attività promozionale debba essere affiancata da una ottima qualità dell’offerta perché se viene fatta una promozione di livello il turista si aspetta poi di trovare sul campo percorsi all’altezza delle aspettattive.


Catasto dei sentieri
Durante il suo intervento il relatore Sergio Enrico, collaboratore esterno dell’Assessorato Agricoltura e risorse naturali, ha ipotizzato nuove prospettive nella ricerca di un continuo miglioramento dell’offerta turistica per il pubblico fruitore del nostro territorio.

In quest’ottica l’Amministrazione regionale ha recentemente finanziato un progetto in via di ultimazione, il catasto dei sentieri, che consentirà di promuovere la fruizione turistica dell’intera rete sentieristica: l’utilizzo del supporto informatico pubblicizzerà sul web mappe interattive sempre aggiornate che consentiranno di cercare in ogni località della regione itinerari che per difficoltà, lunghezza ed ambiente circostante meglio rispondono alle esigenze di ciascun fruitore.

Il catasto rappresenterà altresì uno strumento utilissimo per migliorare la canoscenza puntuale della rete sentieristica e migliorare la capacità gestionale degli enti preposti (comune e regione).

Di seguito citiamo alcuni dati raccolti nell’ambito di questo progetto che sono esemplificativi del ricco patrimonio di sentieri, mulattiere e carrareccie che si sviluppano su tutto il territorio regionale:
  • N. totale dei sentieri 5.040;
  • totale chilometri di tratte di sentiero a carattere locale 3.620 km;
  • totale chilometri di tratte di sentiero a carattere locale 485 km;
  • Metri totali di dislivello delle tratte di sentiero 625.000 m.
Quadro normativo
In chiusura del convegno è stato presentato il quadro legislativo che norma la frequentazione dei sentieri e della viabilità minore in genere.

L’intervento di un professionista esperto, l’avv. Sergio Badellino, è stato utile soprattutto per gli amministratori locali, figure a cui la legge demanda responsabilità in materia di pubblica sicurezza: la lettura di alcune sentenze passate in giudicato hanno evidenziato come il compito degli amministratori deve essere rivolto soprattutto all’informazione e responsabilizzazione dell’utente sui rischi occulti che la montagna può avere.

Una volta informato, sarà l’escursionista stesso a doversi responsabilizzare affrontando percorsi adeguati alla propria preparazione tecnica per non mettere a rischio la propria incolumità.
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