EDITORIALE
EDITORIALE
di Franco Vallet
Assessore al Territorio, Ambiente e Opere Pubbliche
Nell'ultimo editoriale il mio predecessore si augurava che, a seguito delle elezioni del Consiglio regionale, il nuovo Governo regionale continuasse la pubblicazione di questa rivista. Ebbene, con l'uscita di questo nuovo numero di Environnement, vorrei rassicurare i più diretti interessati e tutti i lettori affezionati, che l'augurio è stato unanimemente accolto senza obiezione alcuna.
E' evidente infatti il contributo che questo strumento di comunicazione, informazione e dibattito sui temi inerenti il territorio e l'ambiente nella nostra regione può offrire, in prospettiva di un corretto sviluppo sociale ed economico della società valdostana. Su questa linea sono peraltro convinto che un uso equilibrato del territorio e la qualità dell'ambiente siano due fattori fondamentali per migliorare la qualità della vita e per scoprire, o meglio, per fare emergere nuove opportunità di sviluppo che rappresentano un potenziale economico nascosto, talvolta, anche da una certa miopia culturale.
Esiste ormai una comune preoccupazione nei confronti dell'ambiente, del suo degrado, dello sfruttamento delle risorse naturali, che riguarda un ampio gruppo di individui le cui motivazioni sono di per sé molto diverse. Al di là delle motivazioni personali, però, credo che per tutti costoro la categoria di azioni da intraprendere a beneficio dell'ambiente sia, in primo luogo, quella rivolta all'individuazione delle distorsioni economiche che hanno un effetto negativo sull'ambiente stesso; e fin qui siamo tutti d'accordo.
Quando andiamo oltre, però, la questione diventa più complessa. Se è vero infatti, che lo sviluppo economico ha un valore morale, nel senso che soddisfa le esigenze legittime di una popolazione e che la sua resa sociale si misura in termini monetari, per competere, la "natura" deve dimostrare di avere anch'essa un valore economico.
ll concetto di sviluppo sostenibile è ormai diventato un punto di partenza su cui si basano sempre più chiaramente gran parte delle scelte di politica economica siano esse fatte a stadi decisionali locali, nazionali o europei. Credo però che questo importante concetto non debba essere ridotto e sminuito da alcune discutibili interpretazioni che sostengono che "sviluppo e ambiente" non debbano essere o addirittura non sono in conflitto. Al di là di ogni tentativo di filosofeggiare sulla materia, oggi essi lo sono, e lo sono apertamente!
Lo dimostra la difficoltà a definire una politica globale dell'ambiente a livello planetario senza la quale è praticamente impossibile operare per settori con interventi efficaci, organici e soprattutto definitivi.
I1 concetto di sviluppo sostenibile presuppone che la "natura" conquisti quel valore economico capace di invertire la rotta attuale; nel frattempo e nell'immediato presuppone anche un ragionevole compromesso fra sviluppo e ambiente che tracci una via nuova capace di garantire una dignitosa esistenza per le future generazioni.
Credo che per impostare un ragionamento serio e costruttivo sull'argomento non sia sufficiente che la forza delle argomentazioni a favore della conservazione della natura sia carica solo o prevalentemente di valore morale ma debba contenere quella valenza economica senza la quale il terreno del dibattito e della progettualità resta inevitabilmente isolato su un piano puramente astratto, e per ciò inutile ai fini concreti.

 
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