EDUCAZIONE AMBIENTALE
Una strada ancora tutta da percorrere per entrare in una fase che, superata l'episodicità iniziale, si consolidi in una realtà più matura.
EDUCAZIONE UNA SVOLTA
di Ugo Venturella
Sono passati più di vent'anni da quando, a Belgrado, venne elaborato il primo documento sull'educazione ambientale, vera pietra miliare per gli anni a venire. Un documento dai contenuti molto coraggiosi che poneva alcune linee guida per il futuro, accanto ad un accorato appello: "E' assolutamente vitale che tutti gli uomini lottino affinchè vengano prese misure a favore di un sistema di crescita economica che non abbia ripercussioni nefaste sulle popolazioni e che non rechi alcun danno al loro territorio ed alle loro condizioni di vita... Abbiamo bisogno di una nuova etica universale..., che riconosca e risenta profondamente i rapporti complessi ed in continua evoluzione, dell'uomo con il suo simile e con la natura". Già allora si parlava di cambiamento dei comportamenti e delle abitudini di vita del singolo individuo e quindi della collettività o, meglio, delle collettività.
Concetti ripresi due anni dopo nella Dichiarazione di Tbilissi. In essa ritroviamo il concetto di processo continuo dell'educazione, che nella Carta di Belgrado rappresentava uno dei principi ispiratori, ma rafforzato in quanto assunto al ruolo fondamentale di indicatore di qualità. Altre conferenze, diversi forum seguirono alla Dichiarazione di Tbilissi. Nella storica Carta di Ottawa del 1986, veniva posto in rilievo un concetto fondamentale: " Le società moderne sono complesse ed interdipendenti e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi. Il legame che unisce in maniera inestricabile i singoli al loro ambiente costituisce la base di un approccio socio-ecologico della salute". In Italia già dal 1987 i Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Ambiente hanno promosso intese, protocolli, circolari, accordi per il coordinamento delle iniziative nel campo dell'educazione ambientale e finalmente dall'autunno del '96 è attivo il Comitato interministeriale di indirizzo e coordinamento. Proprio dai lavori intrapresi in questi ultimi anni in Italia, si è sviluppata una scuola di pensiero che in aprile, a Fiuggi, in un interessante e coinvolgente seminario, ha prodotto una "Carta dei principi per l'educazione ambientale orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole", una vera summa ragionata e ben articolata dei principi, degli indirizzi e delle azioni da intraprendere.
E nella realtà valdostana a che punto siamo? Dopo le prime timide iniziative sia di singoli insegnanti, che di enti ed associazioni, nel 1989 si intrapresero programmi e progetti, coordinati e finanziati dall'Amministrazione regionale, dove gli esperti, dipendenti o incaricati esterni, svolgevano (e tuttora svolgono) le attività direttamente in classe affiancando i docenti. Ancora prima del documento di Fiuggi, Franco La Feria, brillante consigliere nazionale per l'educazione ambientale del Ministero della Pubblica Istruzione, soleva definire alcune situazioni locali, ben equiparabili se non del tutto equivalenti alla realtà valdostana, come ancora in fase pioniera: "Si sono succedute varie esperienze, promosse da insegnanti intelligenti e dotati di grande passione civile per formare nuovi cittadini del mondo... Alcuni progetti didattici hanno toccato in modo organico tutti questi ambiti educativi, altri ne hanno privilegiati solo alcuni. Ma come superare questa fase, che a tutt'oggi non si può dire ancora conclusa, per entrare in un'altra più matura? E' necessario che la scuola valdostana giochi un ruolo più attivo: "...promuovere una domanda di contributi dalla scuola verso l'esterno che possano tradursi in veri progetti educativi... orientare gli aiuti esterni più ad una formazione culturale degli insegnanti che non ad una attività diretta con gli allievi... per evitare l'episodicità... mentre sulle diverse problematiche, e in particolare quelle ambientali, è sempre gradita e necessaria l'intelligenza locale delle questioni aperte". La sfida è aperta. Il cammino è ancora lungo e non privo di difficoltà, ma tutta l'Amministrazione ed in particolare l'Assessorato all'Ambiente si stanno impegnando in tal senso.
   
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