AMBIENTE
E' questo il momento di frequentare i sentieri di media quota per scoprire, tra le prime fioriture, una regione dalle caratteristiche ambientali estremamente varie.
LA PRIMAVERA IN VALLE D'AOSTA
di Pietro Giglio
Meli in fiore a Gressan.La primavera è in Valle d'Aosta stagione dei grandi contrasti.
Sulle cime più elevate la neve scintilla talvolta più che in inverno, mentre nel fondo della valle centrale le acque della Dora si ingrossano acquistando vigore, e i meli si ammantano di una candida fioritura. Poco più in alto, nelle valli laterali, i crochi punteggiano i prati da poco abbandonati dalla coltre nevosa. È la stagione dell'esplosione dei colori e mai come in questo periodo la montagna presenta una tale varietà cromatica.
Per l'appassionato della natura alpina è il momento propizio per le escursioni sui sentieri di media quota e su quelli della valle centrale, mentre gli alti valloni laterali sono ancora inaccessibili. Con un paio di buone pedule è tuttavia possibile calpestare un po' di neve e salire verso i rifugi, dove si incontrano gli sciatori alpinisti diretti alle cime coperte dai ghiacciai. Dopo la prima settimana di aprile si possono scorgere le marmotte che hanno abbandonato la tana praticando un lungo tunnel nello spessore della bianca coltre per raggiungere la luce. In Valle d'Aosta uno dei percorsi più noti per questo genere di osservazione è quello che da Rhêmes-Notre-Dame sale al rifugio Benevolo. Scrutando attentamente i versanti, l'occhio si posa spesso sulle macchie scure di uscita delle tane. Con l'aiuto di un buon binocolo i movimenti di questi roditori non avranno più segreti. Purtroppo questo quadro idilliaco è talvolta guastato dal comportamento di alcuni visitatori che, non paghi di avvicinare le marmotte fino a pochi metri dalle stesse, pretendono di sfamarle offrendo loro biscotti e croissants. Malauguratamente le marmotte mostrano talvolta di gradire queste manifestazioni di affetto, non sapendo di pagare poi pesanti conseguenze, in quanto il loro stomaco faticherà a digerire quegli alimenti estranei. Ma in questo periodo dell'anno non è necessario allontanarsi troppo dalle strade rotabili per osservare la fauna alpina. Branchi di camosci e stambecchi intenti a brucare la fresca erbetta primaverile si aggirano infatti spesso intorno ai villaggi, mostrando un logoro manto invernale ormai avviato alla muta. La loro confidenza non è per loro scevra di pericoli, perché è già accaduto che qualche classe in gita scolastica si sia esibita in partite di pallone dribblando solenni esemplari di stambecchi. Non è poi neppure così raro che qualche ragazzo sia tentato di toccare gli ungulati allungando la mano. Naturalmente anche questo comportamento è considerato nocivo per la specie e sta quindi a insegnanti e accompagnatori vigilare sui comportamenti esuberanti. Una funzione di controllo è demandata anche agli accompagnatori della natura, spesso chiamati dalle scuole per illustrare le caratteristiche ambientali. Se i grandi ungulati attraggono irresistibilmente ragazzi e adulti, all'osservatore attento non sfuggirà che anche i boschi stanno cambiando aspetto e che i rami dei larici si presentano rivestiti di tenere foglioline di colore verde chiaro. La primavera è dunque la stagione del risveglio, anche se questa immagine in natura non ha significati eccessivi perché in inverno le specie animali e vegetali non arrestano certo il loro ciclo vitale. Per l'uomo sicuramente questa stagione ha invece un significato spirituale, perché è sinonimo di libertà di movimento, in contrapposizione alle difficoltà dettate dall'inverno, che si trasforma in una rinnovata gioia di vivere. E questo sentimento trova espressione anche nella possibilità di inoltrarsi più agevolmente nella natura. Le migliaia di sentieri che segnano i versanti delle valli valdostane offrono infinite scelte, proposte in numerose pubblicazioni e agevolate dall'ordinata ed efficiente segnaletica regionale. Quella di percorso è ormai collaudata da anni di esercizio ed è sottoposta a costante manutenzione, ma in questi ultimi anni si è aggiunta su alcuni sentieri la segnaletica tematica, adatta a scoprire sia gli splendidi panorami della Valle d'Aosta, sia le particolarità naturali delle zone attraversate. Di questo genere di itinerari, sono diventati classici alcuni percorsi nei parchi regionale del Mont Avic e nazionale del Gran Paradiso. Sempre di questo filone fanno parte alcuni tracciati in alta Val Veny, che però sono agibili solo alle porte dell'estate, e altri in Val Ferret. Queste iniziative ai piedi della più elevata montagna delle Alpi sono inserite nell'Espace Mont-Blanc, la grande area naturale per la valorizzazione del territorio transfrontaliero che circonda il Monte Bianco.
La scelta di percorsi è quindi molto vasta e articolata e non resta che affidarsi ai consigli di esperti, alle indicazioni degli uffici di promozione turistica, ai centri di visita delle aree protette, alle proposte delle riviste specializzate.
Marmotta sul terreno innevato, poco dopo il risveglio primaverile.Ma le possibilità per scoprire la natura della Valle d'Aosta non sono limitate alle escursioni a piedi. La rete delle stradine agricole sterrate che salgono verso gli alpeggi può essere agevolmente percorsa con la mountain-bike, la bicicletta da montagna che costituisce la gioia delle giovani generazioni. Questa nuova specialità dell'escursionismo non può però essere praticata indiscriminatamente, in quanto presuppone l'uso di un mezzo meccanico che, se pur di minimo impatto, non ne è completamente esente. Con la mountain-bike quindi è sconsigliato inoltrarsi sui sentieri e meno che mai al di fuori di essi, e inoltre occorre dare sempre la precedenza agli escursionisti a piedi. Restando sulle stradine sterrate questo mezzo non darà però fastidio ad alcuno e riserverà infinite gioie agli utilizzatori.
A piedi, in mountain-bike, e alle quote più elevate ancora con gli sci, la natura della Valle d'Aosta offrirà a ognuno le mille sfumature della sua infinita gamma di aspetti. Non resta che mettersi in cammino.

   
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