AMBIENTE
Operazioni di ripristino ambientale, un capanno, visite guidate per scolaresche: l'ultima delle riserve naturali valdostane si attrezza per una fruizione ottimale.
LES ILES DI SAINT-MARCEL
di Luciano Ramires
Svasso maggiore.Il 12 una data importante per la protezione ambientale della Valle d'Aosta: in quel giorno giugno 1995 rappresenta infatti, dopo mille traversie, viene istituita la riserva naturale de Les Iles di Saint-Marcel, ultima in ordine di tempo, ma prima per importanza tra le zone umide protette regionali, soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia dell'avifauna.
L'area, compresa tra i comuni di SaintMarcel, Quart, Brissogne e Nus, si estende in direzione ovest - est lungo il corso della Dora Baltea per circa un chilometro. Sul paesaggio dominano due laghi di cava e sono presenti tratti discontinui di residui boschi planiziali con alcuni prati adibiti a pascolo: se si osserva la zona dall'alto si può notare come essa sia limitata da confini ben poco naturali costituiti dall'autostrada Morgex - Torino a sud, la statale n. 26 a nord, il ponte di Brissogne a ovest e quello della ferrovia a est. L'area rappresenta uno degli ultimi siti naturali di esondazione presenti in valle: nel caso di piene della Dora si può notare la grande importanza di luoghi come questo per frenare l'impeto delle acque, come è avvenuto ad esempio in occasione dell'ultima eccezionale alluvione del settembre 1993.
Paradossalmente la zona è molto meno naturale di quanto potrebbe sembrare; infatti la parte più importante (i due laghi) è stata creata dall'uomo in seguito ad escavazione per l'estrazione di ghiaia negli anni sessanta ed è stata in tempi più recenti pesantemente modificata con estesi tagli del bosco e con la creazione di un frantoio. La riserva è importantissima soprattutto per l'avifauna migratoria che qui può sostare, trovando cibo e riparo, e riprendere così le forze prima del difficile sorvolo dell'arco alpino o subito dopo averlo effettuato, a seconda che si tratti del passo primaverile o autunnale.
Lungo l'asse della Dora Baltea, soprattutto nel tratto che va da Sarre a Pontey, erano presenti ancora negli anni '60 molte piccole zone umide create dal fiume nel corso delle piene; queste zone sono state via via bonificate per far posto a grossi insediamenti quali l'aereoporto, l'autoporto, l'autostrada o le varie zone commerciali, eliminando così radicalmente l'unico habitat vitale di molte specie animali e vegetali tipiche di questi ambienti.
I due laghetti e la Dora Baltea.Alla luce di ciò, assume grande importanza l'istituzione, da parte dell'Assessorato regionale dell'Ambiente, di una rete di aree protette miranti a salvaguardare le ultime zone umide presenti nella nostra regione: ben sei delle nove riserve naturali valdostane sono infatti zone relitte di stagni e invasi di bassa quota di notevole importanza ecologica in una area alpina di alta montagna come la Valle d'Aosta.
Già più di vent'anni fa alcuni movimenti protezionistici valdostani avevano evidenziato l'interesse per la salvaguardia di quest'area scontrandosi però con una forte opposizione apparentemente poco giustificabile visto anche il modesto valore economico di questi ambienti. I tentativi degli anni '80 di tutelare l'area hanno dato scarsi risultati ed anche alcuni interventi di valorizzazione dell'area (come la costruzione di un capanno di osservazione) hanno avuto vita breve a causa di atti vandalici.
Negli anni '90 si è assistito ad un lento ma progressivo cambio di mentalità per quanto riguarda la politica ambientale e la gente ha cominciato a prendere coscienza dell'importanza di preservare certi ambienti. La riserva è finalmente diventata realtà e probabilmente con gli anni, se oculatamente gestita, potrà rappresentare anche una fonte di reddito per le popolazioni locali, visto il successo del turismo naturalistico, alla costante ricerca di aree in cui poter facilmente osservare esemplari di flora e fauna che in altri luoghi sono ormai irrimediabilmente scomparsi a causa della sistematica distruzione del loro habitat.
Una suggestiva immagine del lago orientale.Nel 1997 è stata stipulata una convenzione con una cooperativa ambientale per la gestione dell'area. Le attività oggetto della convenzione prevedono il ripristino della struttura di osservazione, l'accompagnamento di scolaresche, la pulizia e il controllo dell'area. Alcuni lavori sono già stati ultimati lo scorso autunno mentre altri lo saranno entro l'anno in corso per poter così permettere ai visitatori una fruizione ottimale e rispettosa dell'area. Nella zona gravitano, oltre ad appassionati naturalisti, anche molti sportive amanti di attività all'aria aperta quali mountain bike, corsa, equitazione, pesca (consentita per ora ancora nel lago piccolo) ed altre. Tutte queste attività dovranno essere in qualche modo regolamentate poiché la salvaguardia ambientale deve ovviamente essere prioritaria in un'area naturale così delicata. Nello stesso tempo dovranno essere messe in atto delle misure (come è già stato fatto in seguito all'alluvione del '93) per evitare l'interramento precoce delle zone umide.
Les Iles, come le altre zone umide protette, partecipa ad un progetto comunitario Life (Ligne pour un Instrument Financier pour l'Environnement) che prevede una serie di attività di ricerca, di monitoraggio chimico-biologico delle acque, nonché interventi di ripristino ambientale.
Inoltre, dopo un anno di monitoraggio, le acque dei laghetti di Les Iles e quelle del lago di Villa sono state ufficialmente classificate come acque dolci ciprinicole ai sensi del Dlgs 130/92.
Questo per le cose fatte o che si faranno nel prossimo futuro, ma c'è ancora un sogno che tutti quelli che hanno a cuore le sorti di quest'area vorrebbero veder realizzato: è l'eliminazione del frantoio prospiciente l'area naturale, e il suo spostamento in altra area meno delicata sotto il profilo naturalistico.

 

FAUNA E VEGETAZIONE
La presenza costante di acqua determina e condiziona la vita animale e vegetale: la zona è uno dei rarissimi esempi di come si presentava l'ambiente attorno al nostro fiume. Inoltre il clima particolarmente secco che fa del comune di Saint-Marcel una delle zone italiane più povere di precipitazioni annuali,, fasi che qui sopravvivano specie floristiche rare per un ambiente alpino.
Le piante d'alto fusto dominanti sono l'ontano bianco ed in subordine il salice comune ed il pioppo nero; lungo le rive dei laghi domina la cannuccia di palude raramente inframmezzata dalla lisca maggiore e dalla più rara lisca minore.
Moltissime sono le specie floristiche presenti e alcune di esse, come l'iris di palude o altre meno appariscenti ma di uguale importanza ecologica, hanno ormai raggiunto il limite dell'estinzione in valle
Tra la fauna sono soprattutto gli uccelli a stupire per numero e rarità delle specie: si tratta perla maggior parte di uccelli di passo che sostano nell'area per periodi più o meno lunghi mentre molti di meno sono i
nidificanti ed ancor meno gli stanziali. Tra questi ultimi vanno menzionati i facilmente avvistabili germani reali, le folaghe o passeriformi come cince, merli oaltri turdidi. Tra i migratori regolarmente osservabili sono da menzionare il raro falco pescatore, gli appariscenti svassi, il comune airone cenerino o vere e proprie "chicche" ornitologiche quali il pettazzurro, il piro piro macchiato o l'orchetto marino. Notevole e diversificata è la fauna ittica anche se non tutta autoctona a causa di discutibili immissioni a scopo alieutico mentre tra i mammiferi sono presenti tra gli altri la volpe e la lepre comune oltre a varie specie di micromammiferi. Buona anche la presenza di anfibi con la natrice dal collare e la rana verde come specie più comuni. Per un maggiore approfondimento degli aspetti faunistici e vegetazionali si rimanda all'esauriente pubblicazione curata da Chantal Trèves e Maurizio Bovio per conto dell'Assessorato dell'Ambiente, Urbanistica e della Valle d'Aosta (vedere "le pubblicazioni disponibili a pag. 32 di questo numero), che offre un quadro esaustivo di ogni aspetto dell'area naturale Les Iles.

   
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