MONT AVIC
Terminati i lavori di ristrutturazione della interessante "Casa dell'Inglese" di Pra Oursie e di un fabbricato rurale nei pressi del Gran Lac.
NOVITÀ PER IL PARCO DEL MONT AVIC
di Massimo Bocca e Viviana Grivon
Il bivacco del Grand Lac prima degli interventi.La porzione medio-alta della valle di Champdepraz, inclusa nel Parco naturale del Mont Avic, presenta suoli poveri ed un'orografia assai accidentata: ciò ha da sempre limitato le attività dell'uomo, garantendo il mantenimento delle originali caratteristiche del paesaggio su ampie porzioni del territorio. Nel 1989, anno in cui venne istituita l'area protetta, le sole infrastrutture in attività d'uso esistenti in questo comprensorio di oltre 35 km2 erano alcune costruzioni d'alpeggio, una modesta parte della rete sentieristica ed un bivacco del Corpo Forestale Valdostano nei pressi del Lac Gelé.
Fin dai suoi primi anni di attività l'Ente Parco ha promosso alcune azioni di ripristino delle infrastrutture esistenti, nell'intento di conciliare la corretta fruizione dell'area protetta da parte di un numeroso pubblico con il mantenimento del selvaggio originalissimo aspetto dei luoghi. Il primo di tali interventi, ancor oggi in corso, è stato il sistematico miglioramento dei principali sentieri, effettuato da una squadra di operai alle dirette dipendenze dell'Ente.
A partire dal 1993, l'affidamento al Parco della gestione di un ampio comprensorio comprendente oltre metà dell'area protetta (convenzione sottoscritta dal Parco e dalla Regione) ha consentito l'avvio di altri importanti interventi inseriti nel programma regionale relativo al "Piano triennale 1994-96 per la tutela ambientale": tali interventi, già previsti dal Piano di Gestione Territoriale adottato dal Parco e successivamente approvato dal Consiglio regionale, riguardano il recupero di un fabbricato rurale in località Gran Lac e la ristrutturazione della cosiddetta "Casa dell'Inglese" a Pra Oursie, immobili entrambi in proprietà enfiteutica della Regione. I due interventi sono stati progettati e appaltati direttamente dall'Ente Parco, in accordo con la Direzione Ambiente, grazie alla disponibilità di un finanziamento complessivo pari a L. 1.242.225.313 (31% a carico dello Stato e 69% a carico dell'Amministrazione regionale).

IL BIVACCO DEL GRAN LAC
Il Mont Avic visto da Pra Oursie.Nel corso del biennio 1997-98 il Parco ha provveduto a ristrutturare un fabbricato rurale sito nei pressi del più ampio lago naturale della Valle d'Aosta, lungo il sentiero intervallivo n. 102. L'iniziativa è stata dettata dall'esigenza di disporre di un ricovero in un settore dell'area protetta completamente privo di strutture di appoggio per le attività di sorveglianza, manutenzione dei sentieri e ricerca.
Il fabbricato preesistente, costruito interamente in pietrame con orizzontamenti in legno e tetto ricoperto da una lamiera metallica, era costituito da un locale adibito ad abitazione temporanea, da una legnaia e da una stalla con capraia. Le condizioni statiche risultavano precarie e da alcuni decenni era venuta meno la necessità di un suo regolare uso a scopo pastorale.
La progettazione della ristrutturazione, curata dall'Ufficio tecnico dell'Ente Parco, ha previsto ovviamente il mantenimento delle locali tipologie costruttive, con modesti adeguamenti volti a rispettare le attuali prescrizioni di legge; la copertura con manto in lose ha inteso ripristinare le modalità costruttive originarie del fabbricato, come dimostrato dai resti lapidei visibili attorno al rudere. Il sottotetto è stato dotato di un ingresso agibile anche in condizioni di abbondante innevamento.
I lavori sono stati aggiudicati dal Consiglio di Amministrazione del Parco nella primavera del 1997 e si sono regolarmente conclusi nell'ottobre 1998. Il ricovero potrà quindi essere arredato ed inaugurato entro l'inizio dell'estate 1999.
Durante l'esecuzione dei lavori si è resa necessaria la demolizione di buona parte dei muri perimetrali, risultati in pessimo stato di conservazione; per la loro ricostruzione è stato utilizzato pietrame reperito in loco legato con malta di calce. Sul lato nord la coibentazione è stata migliorata mediante la posa di un doppio paramento interno. Anche i solai ed il tetto sono stati coibentati con pannelli isolanti interposti ai tavolati. La scala interna, la perlinatura delle pareti ed i serramenti sono stati realizzati in legno di lance, opportunamente trattato con prodotti di tipo ecobiologico. La superficie utilizzabile è pari a complessivi 55 m2.
La struttura avrà molteplici possibilità d'uso:
· base operativa per i guardaparco, utile sia per le attività di sorveglianza, di monitoraggio faunistico o di supporto a ricerche scientifiche, sia per eventuali interventi di soccorso;
· base logistica utilizzabile saltuariamente da ricercatori e studenti per attività di studio inerenti l'area protetta;
· base operativa per gli operai addetti al ripristino e alla manutenzione della rete sentieristica, con possibilità di pernottamento in quota e deposito di materiali e attrezzature di cantiere.
Il Piano di Gestione Territoriale prevede nella stessa località anche la possibilità di realizzare un bivacco destinato ai visitatori ricostruendo un secondo rudere posto poco più a valle dell'edificio già ristrutturato.

LA "CASA DELL'INGLESE" DI PRA OURSIE
Il Grand Lac.Pra Oursie (1800 m), una delle località più suggestive e panoramiche dell'area protetta, divenne alla fine del secolo scorso la residenza di una facoltosa famiglia inglese probabilmente interessata allo sfruttamento delle locali miniere di ferro e rame. La casa che la ospitò presenta quindi caratteristiche nettamente differenti dagli altri fabbricati rurali dei dintorni: cospicue dimensioni, ariosi locali interni perlinati con grandi tavole di lance, pareti esterne in buona parte intonacate, ampio balcone rivolto a mezzogiorno. L'interesse storico, il pregio estetico e la strategica posizione dell'edificio - posto al bivio da cui partono i sentieri che salgono al Col Varotta, al Col de Valmeriana e al Mont Barbeston - ne hanno suggerito un completo ripristino.
Il progetto di ristrutturazione, redatto dall'ufficio tecnico del Parco, ha ovviamente tenuto in debita considerazione l'intero nucleo dei fabbricati presenti sull'alpeggio di Pra Oursie, composto da quattro edifici separati: una stalla con soprastante capraia, una piccola abitazione con due locali e una cantina seminterrata, l'abitazione oggetto dell'intervento ed infine una seconda stalla con capraia discosta dai precedenti e ormai parzialmente diroccata. Il pascolo circostante è ancora monticato ed alcune migliorie sono state recentemente eseguite a cura dell'Ente Parco: l'uso pastorale è quindi una delle finalità principali dell'intervento di recupero. La "Casa dell'Inglese" è stata costruita in pietra e legno con uno schema compositivo molto originale e pregevoli giochi di volumi. Le condizioni statiche del fabbricato prima dell'intervento risultavano nel complesso discrete, ad eccezione del locale destinato a laboratorio e di parte della muratura perimetrale posta a ovest e a nord, danneggiata da costanti infiltrazioni di acqua. Pessimo era per contro lo stato di conservazione generale, con coperture molto danneggiate e conseguente scarsa difesa dagli agenti meteorici.
In fase di progettazione sono state limitate al minimo le sostituzioni degli elementi esterni e le demolizioni; è stata inoltre mantenuta la disposizione dei vani interni e di ogni loro particolare, se si eccettuano le modifiche funzionali alla realizzazione dei servizi igienici e della casera. Grazie alla collaborazione dell'Ecosportello" della Regione Autonoma Valle d'Aosta, è stato possibile prevedere l'utilizzo di tecniche e materiali suggeriti dalla bioedilizia.

I locali recuperati offrono complessivamente una superficie utile pari a 224 m2, 167 dei quali residenziali. Al piano seminterrato sono situati una cantina con volta ad arco in pietra a vista, tre locali e servizi; al piano intermedio si trovano l'alloggio padronale, la casera con spogliatoio e servizio, un alloggio per il gestore dell'alpeggio e il luminoso locale ricavato dal vecchio laboratorio.
I lavori di ristrutturazione sono stati aggiudicati nella primavera del 1997 e la loro esecuzione si è regolarmente conclusa nel mese di novembre 1998. La muratura esistente è stata scrostata e successivamente intonacata, ad eccezione di piccole porzioni ove è stata effettuta la ripresa dei giunti. La copertura in corrispondenza dell'alloggio di servizio è stata coibentata con pannelli di fibra di legno extraporosi; allo stesso scopo, per i solai interni, sono stati usati pannelli extraporosi isolanti di fibra di legno. I serramenti sono stati realizzati sul modello dei manufatti preesistenti, con legno di larice trattato con prodotti di tipo ecobiologico; alcune ante d'oscuro e porte interne sono state recuperate e restaurate. Nell'alloggio padronale è stato accuratamente restaurato il rivestimento in listoni di larice, recuperando in buona parte le assi originali.
Il restauro di parte degli arredi interni verrà completato nel corso del 1999 e consentirà un completo utilizzo della struttura a partire dal prossimo anno.
La destinazione d'uso della "Casa dell'Inglese", condizionata in parte dall'auspicabile futuro recupero dei due fabbricati rurali annessi, dovrà comunque garantire le seguenti modalità di utilizzo:
· base operativa per i guardaparco, agevolmente raggiungibile in tutte le stagioni e posta su uno degli itinerari più frequentati dai visitatori;
· base operativa per gli operai addetti alla manutenzione della rete sentieristica e deposito per attrezzi e materiali;
· alloggio e casera per il conduttore dell'alpeggio, con eventuale futuro avvio di attività agrituristiche;
· base operativa attrezzata per attività didattiche e di ricerca, posta lungo il sentiero guidato Veulla Mont Barbeston.

 

IL RECUPERO DEGLI ABITATI DI CHEVRERE
Negli ultimi anni vi sono state diverse ristrutturazioni di edifici privati negli abitati di Veulla e Covarey. Si tratta di interventi nei quali il Parco non è intervenuto direttamente (la legge non consente contributi al di fuori dei confini), e alcuni di questi erano già iniziati al momento dell'istituzione dell'area protetta; tuttavia è interessante notare come il fenomeno abbia avuto una forte accelerazione dopo il 1989, anno di istituzione del Parco regionale del Mont Avic. L'incremento turistico e di immagine indotto dalla presenza del Parco ha evidentemente creato le condizioni perché da parte degli abitanti venisse considerato interessante il recupero di edifici da affittare ai turisti o da utilizzare come seconda casa.
Negli stessi villaggi recentemente l'amministrazione regionale è intervenuta per ripristinare la viabilità interna (pedonale e trattorabile). I lavori, che conferiscono alle frazioni un aspetto decisamente più gradevole ed armonioso, sono stati finanziati con i fondi previsti dalla legge regionale speciale per infrastrutture in favore del Parco Regionale Mont Avic n. 18 del 7 aprile 1992.
 

   
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