BIODIVERSITÀ
La permeabilità ecologica del territorio diminuisce e la struttura portante dell'ambiente risulta complessivamente indebolita e più fragile.
RETI ECOLOGICHE E TERRITORIO
di Andrea Mammoliti Mochet
Un esempio di carta delle matrici, delle barriere e dei corridoi ecologici.In Valle d'Aosta, la mobilità della fauna non è problematica a quote medio alte, dove prevalgono l'uso agricolo e residenziale del territorio pianeggiante e i settori di versante non più utilizzati e in abbandono sono molto estesi, ma lo diventa dove l'attività umana modifica permanentemente l'ambiente. Nella nostra regione, la presenza antropica si concentra essenzialmente lungo gli assi vallivi attraversati dalle strade a grande flusso di traffico, in corrispondenza dei maggiori centri abitati e alla testata delle valli secondarie più importanti, dove il turismo ha favorito una forte infrastrutturazione. È il caso, ad esempio, di strade di fondovalle che possono interferire con gli spostamenti periodici degli animali, come avviene in coincidenza della S.N. 27 che conduce al traforo del Gran San Bernardo nel tratto tra Etroubles e Saint Rhémy-en-Bosses, posto proprio al confine tra i due quartieri stagionali della popolazione locale di cervi.
Lo studio della permeabilità ecologica del territorio si inquadra nell'ambito di un progetto nazionale svolto in collaborazione tra ARPA/APPA e ANPA Agenzia Nazionale Per l'Ambiente, e prende in esame gli aspetti dell'ecologia applicata alla pianificazione e alla gestione compatibile del territorio. In questo contesto operativo si è costituito in Valle d'Aosta un gruppo di coordinamento locale composto da architetti, biologi e naturalisti dell'ARPA Valle d'Aosta e del Dipartimento Territorio e Ambiente della Regione. L'obiettivo principale del progetto è la messa a punto di un modello metodologico per l'analisi della permeabilità ecologica in ambiente perturbano.
L'ambito preso in esame è costituito dalla cintura periferica della città di Aosta e si estende lungo la Dora Baltea per circa 15 km di lunghezza. L'ambiente urbano del capoluogo è stato escluso dalle indagini dirette perché possiede un tessuto ecologico costituito quasi esclusivamente da aree verdi urbane, mentre il progetto nazionale sulle reti ecologiche privilegia ambienti con caratteristiche più naturali.

LA SCELTA DEGLI INDICATORI ANIMALI
Donnola.L'analisi della biopermeabilità è stata condotta attraverso la valutazione della presenza/assenza di tre Mustelidi (la faina, la donnola e il tasso) e di un insettivoro (il riccio). Queste specie occupano una posizione relativamente elevata all'interno della catena alimentare e la loro presenza è considerata un indice di buona funzionalità ambientale, in quanto l'esistenza di un vertice presuppone la sussistenza di una base della piramide ecologica.
L'indagine di campo si è concentrata soprattutto in prossimità dei presunti elementi di occlusione ecologica. L'indagine faunistica non ha avuto la pretesa di individuare con precisione gli areali di distribuzione delle specie nell'area di studio, ma fornisce indicazioni semiquantitative sulla frequentazione degli ambienti indagati e soprattutto permette l'individuazione di zone non frequentate affatto. In quest'ottica, le discontinuità di distribuzione delle specie considerate sono state interpretate come probabili interruzioni della biopermeabilità. Oltre al rilevamento diretto degli indizi di presenza delle specie (impronte, escrementi, ecc.), sono state raccolte informazioni presso il personale del Corpo Forestale Valdostano (stazioni di Aosta e Nus e Ufficio per la fauna selvatica) e gli abitanti delle zone interessate.
Matrici, corridoi ecologici e barriere
A partire dalla Carta dell'ecomosaico, integrata con le informazioni derivanti dalla Carta di mosaicatura dei P.R.G.C. sono state effettuate una serie di elaborazioni cartografiche per correlare le presenze faunistiche rilevate e le indicazioni derivanti dai piani regolatori comunali. Sono stati individuati in questo modo corridoi ecologici e barriere.
I corridoi sono stati localizzati in corrispondenza delle direttrici principali lungo cui si concentrano, con buona probabilità, i flussi di animali dalle zone a maggiore naturalità, sulle porzioni più elevate dei versanti della Dora, verso l'asse vallivo principale in coincidenza di zone con vegetazione sufficientemente continua e strutturata. Allo stesso modo, sono state individuate le barriere sia artificiali (costituite in genere dalle principali infrastrutture viarie) sia naturali, quali la Dora Baltea le cui caratteristiche morfologiche e idrologiche non sembrano permettere il guado alle specie terricole di medie dimensioni, almeno all'interno dell'area di studio.
Oltre agli elementi lineari, è stato valutato anche l'effetto dell'edificato destinato a usi produttivi e a servizi, in fase di rapida espansione attorno alla città di Aosta a partire dai nastri stradali, che costituisce invece un'occlusione ad andamento diffuso. Questi ambienti presentano in genere una massiccia impermeabilizzazione dei suoli e una rarefazione accentuata delle fasce vegetate che permettono normalmente il collegamento tra i diversi ambienti ospitali alla fauna.
Sulla base di questi elementi le situazioni di criticità effettiva e potenziale sono state rappresentate cartograficamente, in accordo con il taglio metodologico - applicativo del progetto.

LE PROPOSTE DI INTERVENTO
Riccio.Una breve rassegna di possibili misure di tutela e miglioramento della biopermeabilità in ambiente periurbano è stata formulata sotto forma di schede tecniche in cui, oltre alla descrizione delle problematiche specifiche, si è cercato di sintetizzare gli obiettivi dei provvedimenti stessi, facendo riferimento esplicito al loro livello di applicazione e descrivendo gli interventi proposti.
Le misure sono di seguito sinteticamente descritte:
- riduzione dell'impermeabilizzazione del suolo: individuazione di parametri normativi precisi, mantenimento preferenziale delle caratteristiche del fondo permeabile, impianto di essenze arboree e arbustive, in accordo con l'ambiente e il paesaggio circostante;
- riqualificazione del verde pubblico e privato: in particolare in corrispondenza di zone periurbane caratterizzate da insediamenti artigianali e di servizi, o in ambiti di criticità della permeabilità attraverso interventi di miglioramento ambientale per la creazione di imbuti di canalizzazione dei flussi animali;
- contenimento dell'edificazione in interrato a livello di PRGC: affinché la copertura degli interrati abbia quanto meno possibile superficie impermeabile e sia effettuata in modo da permettere la costituzione di una formazione vegetale continua e strutturata utilizzabile dalla fauna;
- definizione di un rapporto minimo tra edificato e verde in piena terra, per ogni zona di P.R.G.C.: in congruenza con la destinazione e la collocazione dell'area, allo scopo di garantire il più possibile la permeabilità dell'intera zona;
- riduzione dell'effetto barriera delle opere di perimetrazione: attraverso prescrizioni di regolamento edilizio che prevedano che la tipologia delle recinzioni poste al perimetro dei lotti edificati, evitino, in linea di principio, di formare barriere continue al suolo (muri o cordoli continui) che impediscano il passaggio della fauna terricola;
- riqualificazione dell'ambiente fluviale: attraverso interventi di contenimento del processo di frammentazione vegetale tramite adeguate azioni pianificatorie e il miglioramento ambientale delle aree ripariali degradate;
- razionalizzazione dell'illuminazione notturna: mediante l'utilizzo di strutture che concentrino strettamente il fascio di luce sull'elemento che deve essere illuminato e la minimizzazione del rapporto superfici illuminate/superfici scure, soprattutto lungo gli assi viari a bassa percorrenza, a partire dai centri abitati verso le zone perturbane.
In definitiva, le fasi della ricerca individuate possono rappresentare una possibile sequenza di lavoro ripetibile in realtà territoriali affini e con risorse economiche e tecnico-logistiche relativamente limitate.
La relazione finale e le cartografie relative sono disponibili presso l'ARPA Valle d'Aosta e il Dipartimento Territorio dell'Assessorato Territorio, Ambiente e Opere pubbliche.

Le immagini di questo articolo sono tratte da:
M. Bocca, I. Grimod, L. Ramires, 1996; Fauna delle Alpi. I vertebrati della Valle d'Aosta nel loro ambiente, Musumeci Editore.
   
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