BIODIVERSITÀ
L'importanza della biodiversità è incommensurabile: un suo impoverimento altera non solo le funzioni degli ecosistemi, ma può anche avere impatti economici notevoli.
BIODIVERSITÀ
di Alessandra Girod
La biodiversità è la varietà degli organismi viventi e dei complessi ecologici nei quali essi vivono. Si riferisce non solo alla variabilità delle forme di vita, ma comprende molteplici livelli di organizzazione biologica: la diversità genetica, la diversità di specie e la diversità degli ecosistemi.
Questa ricchezza di materiale vivente è il risultato di centinaia di anni di evoluzione, quel meccanismo che da oltre 3 miliardi di anni permette alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla terra e che deve continuare ad operare perché questa possa ancora ospitare forme di vita in futuro.
La biodiversità è intesa non solo come il risultato dei processi evolutivi, ma anche come il serbatoio da cui attinge l'evoluzione per attuare tutte le modificazioni genetiche e morfologiche che originano nuove specie viventi. Il processo stesso di evoluzione indica che la diversità biologica è dinamica: essa aumenta quando si producono nuove variazioni genetiche, mentre diminuisce quando la variabilità viene meno, come nel caso dell'estinzione di una specie o di una popolazione, o la disgregazione di un ecosistema complesso.
La diversità genetica si manifesta nella molteplicità e nella variabilità dei geni tra specie diverse, tra popolazioni appartenenti ad un'unica specie e all'interno di una popolazione stessa. Esistono geni altamente conservati tra le specie, come quelli che controllano i processi biochimici fondamentali e che quindi mostrano una variabilità minima, e altri più specializzati, a seconda della specie o dell'individuo, con alto grado di variazione.
Nuove variazioni nei genomi possono avvenire sia durante la ricombinazione in popolazioni che si riproducono sessualmente, sia nei singoli individui tramite le mutazioni; su di esse agisce poi la selezione naturale, determinandone la scomparsa o la resistenza.
La diversità nelle specie può essere espressa come numero di specie presenti in una determinata area (ricchezza di specie); come numero di individui di ogni specie (abbondanza relativa); o come relazioni evolutive delle specie che condividono uno stesso habitat (diversità tassonomica o filogenetica).
Attualmente sono conosciute circa 1.7 milioni di specie, ma il numero totale stimato di specie esistenti varia da 5 a circa 100 milioni; questa notevole approssimazione dipende dalla mancanza di conoscenza di ambienti molto complessi e dalla difficoltà di porre dei limiti precisi al concetto di specie.
La diversità di specie non è uniformemente distribuita nel mondo, infatti è maggiormente concentrata nelle regioni equatoriali, mentre tende a diminuire verso le regioni polari, e con l'aumento dell'altitudine.
La diversità negli ecosistemi comprende sia l'esistenza di ecosistemi diversi (organismi che popolano un particolare ambiente e la componente fisica dell'ambiente che li influenza), sia la diversità di habitat e di processi ecologici all'interno di ogni ecosistema.
La biodiversità, intesa in tutte le sue molteplici forme, rende molti servizi all'uomo: fornisce nutrimento (vegetali e animali), fibre naturali per tessuti (cotone, lana…), materie prime per la produzione di energia (legno e minerali fossili) ed influenza la nostra vita quotidiana in molti altri modi meno evidenti. La vegetazione, infatti, oltre ad essere la più grande fonte di ossigeno per il pianeta, contribuisce a regolare il ciclo dell'acqua, agisce come sistema tamponante di eventi estremi come le inondazioni o le siccità, mantiene un corretto grado di umidità e introduce composti organici nel suolo rendendolo più fertile, riduce l'erosione del suolo, trattiene il terreno con le radici impedendo smottamenti, salvaguarda le rive dei fiumi; diminuisce la concentrazione, a livello del suolo, di minerali potenzialmente dannosi (ferro e alluminio) inquinanti derivanti dalle attività umane.
La diversità genetica è la base della moderna biotecnologia, è la fonte di nuovi farmaci o di nuovi alimenti; basti pensare che solo 30 specie coltivate forniscono il 90% delle calorie alla dieta umana o che il 90% del nostro bestiame da allevamento è costituito da 14 specie animali (E. O. Wilson, Harvard University).
Non meno importante è il valore etico della biodiversità, inteso come "diritto imprescindibile di ogni specie a continuare la propria esistenza solo per il fatto di esistere in natura" (David Ehrenfeld in The Arrogance of Humanism).
Per tutti questi motivi la protezione della diversità biologica è un investimento per il futuro. Nell'ultimo secolo lo sfruttamento dell'ambiente è stato via via sempre più massiccio e questo ha comportato una riduzione della biodiversità. Le cause di questo depauperamento sono molteplici: la progressiva estensione dell'habitat umano ha portato alla deforestazione di vaste aree, con conseguente erosione e desertificazione del suolo; l'agricoltura intensiva e la captazione delle acque di falda hanno provocato una riduzione notevole delle aree umide, habitat particolarmente ricchi di specie; l'introduzione di specie alloctone, cioè non originarie dell'area in cui sono state trasferite, ha creato situazioni problematiche in quanto spesso le popolazioni autoctone sono state relegate in nicchie marginali o addirittura soppiantate.
Infine, l'inquinamento e i cambiamenti climatici conseguenti hanno portato all'alterazione di molti ecosistemi e all'estinzione di varie specie animali e vegetali.
L'estinzione è un processo naturale, ma le attività umane ne hanno causato un'accelerazione: ad oggi, si pensa che l'uomo sia stato la causa della sparizione del 5-20% delle specie in molti gruppi di organismi e si stima che l'attuale tasso di estinzione sia da 100 a 1000 volte più elevato rispetto a quello precedente alla comparsa dell'uomo.
Un impoverimento della biodiversità altera non solo le funzioni degli ecosistemi ma può anche avere impatti economici notevoli, riducendo risorse alimentari, energetiche, medicinali e genetiche.
Nel 1988 l'UNEP, il programma per l'ambiente delle Nazioni Unite, ha riunito un gruppo di esperti sulla biodiversità per fare il punto sulla situazione e preparare una Convenzione Internazionale, che è stata firmata nel 1992 a Rio da moltissimi Stati, tra cui anche l'Italia. Questa convenzione prevede che gli Stati firmatari incoraggino lo sviluppo sostenibile delle risorse biologiche, riconoscano ad ogni Nazione la sovranità sulla biodiversità nel proprio territorio e spronino la cooperazione sulla tecnologia, stabilendo dei meccanismi per finanziare gli investimenti tesi a mantenere la diversità della vita sulla terra.
A livello nazionale, l'Italia ha redatto un Piano Nazionale sulla Biodiversità che prevede due tipi di azione: una di tipo conoscitivo, di inventario della biodiversità, mappatura del patrimonio naturale a livello di geni, specie, popolazioni, habitat, biotopi, ecosistemi e paesaggi e una di monitoraggio che permetterà la conoscenza delle variazioni, dei processi critici e delle problematiche che investono l'ambiente, in modo da poter intervenire tempestivamente in caso di necessità.
Nel frattempo, in molti laboratori nel mondo, si sta lavorando per cercare di sequenziare il più rapidamente possibile il genoma di un numero sempre maggiore di organismi, in modo da rendere più semplice il riconoscimento di specie nuove.

Bibliografia
Magurran, A.E. 1988, Ecological Diversity and its Measurement, Croom_Helm, London.
World Conservation Monitoring Centre (WCMC) (comp.) 1992, Global Biodiversity Status of the Earth's Living Resources.
Wilson, E.O. 1999, The Diversity of Life, Harvard University Press, Cambridge, Mass.
Stuart Chapin III et al. 2000, Consequences of changing biodiversity, Vol 405, Nature.
Ehrenfeld D. 1978/1981, The Arrogance of Humanism, Oxford University Press.
Wayt Gibbs W. 2001, La nuova grande estinzione, n. 400, Le Scienze.
Morell V. 1999, La sesta estinzione, Vol. 3, n.2, National Geographic Italia.

Per approfondire l'argomento:
www.iucn.org
www.unep.org
www.europa.eu.int
www.conbio.neti

   
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