RELAZIONE STATO DELL'AMBIENTE
Relazione sullo Stato dell’Ambiente non solo in Valle d’Aosta. Luca Menini, Intervistato dall’ARPA VdA, illustra l’esperienza della Regione Veneto.
RAPPORTI AMBIENTALI: ESPERIENZE A CONFRONTO
di Sara Tornato
L’edizione 2002 del Rapporto sugli indicatori ambientali del Veneto.Quasi tutte le Agenzie per la Protezione dell’Ambiente regionali pubblicano, con periodicità annuale o biennale, relazioni, rapporti, annuari sullo stato dell’ambiente del territorio di loro competenza.
Una delle Agenzie con più esperienza nel campo della reportistica ambientale è l’ARPA Veneto. Abbiamo intervistato il dott. Luca Menini, l’incaricato del “reporting ambientale” dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del Veneto.

Luca Menini, fisico, è responsabile del Sistema Informativo Ambientale
(SIRA) del Veneto. Proviene dal settore tecnico di monitoraggio e controllo dell'inquinamento acustico e atmosferico. Con la nascita di ARPAV è stato incaricato del “reporting ambientale” su scala regionale. Ha curato la costruzione degli archivi unitari dei monitoraggi ambientali e dei “catasti delle fonti di pressione ambientale” del territorio Veneto.

Come, e perché, avete organizzato la presentazione delle informazioni ambientali?

La crescente e diffusa sensibilità ambientale ha fatto si che sia cresciuta la domanda di informazione sulla qualità delle principali matrici ambientali, i livelli di inquinamento, i rischi per la salute e le prospettive future per le risorse naturali.
Inoltre un'agenzia ambientale ha due compiti: controllare l'ambiente e fornire informazioni. Riteniamo quindi che non basti “misurare” come sta l'ambiente ma, dai dati, si debba anche estrarre in modo sintetico informazioni a disposizione di enti e cittadini.
Questo lavoro informativo, non è una cosa che “si compra”. Le ARPA devono dedicare parte delle proprie migliori risorse nell'elaborazione dei dati.
Per come organizzare le informazioni oggi non serve improvvisare: esistono da anni degli ottimi riferimenti internazionali che affondano le radici nel lavoro OCSE sugli indicatori organizzati secondo il modello Pressione-Stato-Risposta (PSR) o la sua variante DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte). Entro questo modello concettuale, ovviamente, il legame tra i dati e le informazioni va tarato in funzione dei destinatari. Un conto è scrivere per i professionisti che operano nel campo della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), un altro per i ragazzi o i giovani.

Informazione ambientale e dati ambientali. Una differenza che non tutti colgono….

L’informazione ambientale espressa in modo sintetico dagli indicatori deve poggiare su dati di misure, monitoraggi, analisi, affidabili.
Grande attenzione va posta nella catena di produzione del dato. E su questo, complessivamente le ARPA hanno alle spalle un’ottima tradizione.
Prima di misurare, bisogna aver chiaro cosa si vuole tenere sotto controllo per valutare se si sta migliorando o peggiorando la situazione.
Vale infatti il principio: “non tutto si può misurare, ma solo quello che si può misurare si può migliorare”. Quindi in un dato contesto, una comunità deve decidere cosa ritiene importante, poi si imposta un “sistema di misura e controllo” e poi si valutano i risultati. Può sembrare una cosa scontata ma a volte succede che, nel tempo, si perde il significato di perché si utilizzano risorse in centinaia di misurazioni.

Da quanti anni pubblicate questo Rapporto?

Abbiamo pubblicato il primo rapporto sugli indicatori ambientali nel 2000. Ci siamo posti l'obiettivo di tenerlo aggiornato con la cadenza di due-tre anni. Questo Rapporto è sintetico rispetto alla produzione delle relazioni annuali tematiche, che sono molto più analitiche. Ad esempio ogni anno pubblichiamo la “relazione sulla qualità dell'aria” che riporta il dettaglio di tutte le misurazioni eseguite dalle stazioni di rilevamento della qualità dell'aria. Nel rapporto sugli indicatori ambientali invece vengono scelti pochi indicatori che diano un quadro generale della situazione.

Che difficoltà incontrate nella stesura della relazione?

Ogni volta le difficoltà cambiano! Nel primo rapporto (pubblicato nel 2000) le maggiori difficoltà le abbiamo incontrate nel far capire agli esperti di settore la metodologia degli indicatori e la necessità di avere un approccio sintetico. La comunicazione vuole semplicità; gli indicatori sono una tecnica. Nel secondo rapporto (pubblicato nel 2002) abbiamo voluto ampliare la copertura dei temi trattati e quindi abbiamo dovuto impegnarci nel reperimento delle basi di dati e nel loro ordinamento. Il problema più grosso in ogni caso lo si incontra quando si devono valutare gli indicatori per dire, anche qui in modo sintetico, se la situazione sta migliorando o peggiorando.

La vostra esperienza sembra molto simile alla nostra... A che pubblico vi rivolgete principalmente?

La pubblicazione punta ad un pubblico ampio. Non è una pubblicazione divulgativa ma si punta ad essere semplici e chiari cercando di non avere un taglio troppo specialistico.
La pubblicazione di un rapporto sugli indicatori ambientali permette di presentare in modo organico i dati ambientali disponibili, presso vari enti, in un determinato territorio.

…e i riscontri?

I riscontri sono buoni. C'è grande interesse ai dati e informazioni ambientali sia da parte dei tecnici di settore per i loro studi e valutazioni sia da parte di enti e cittadini sensibili alle tematiche ambientali.

Che consigli si sentirebbe di dare ad un’ARPA che si accingesse a metter mano ad un Rapporto del genere?

Vanno curati molto i contatti interni. È importante il lavoro di coordinamento con i singoli esperti di tema e, in modo corretto, contemperare le esigenze di approfondimento analitico con la necessità di avere una visione sintetica. Si deve puntare a semplificare il processo di comunicazione attraverso cui i risultati delle indagini, svolte correntemente, vengono divulgati.
La scelta e l'uso di un particolare indicatore è strettamente legata allo scopo che si vuole raggiungere. Se si riesce a lavorare bene e in gruppo è possibile avere anche indicazioni per ottimizzare il numero di misurazioni normalmente richiesto per fornire un quadro esatto della situazione indagata.

Avete progetti innovativi nel campo della comunicazione ambientale?

Di innovazioni forse ce ne sono già troppe! Vogliamo puntare a consolidare e rendere sistematici i processi informativi.
   
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