RELAZIONE STATO DELL'AMBIENTE
Il sito estrattivo di Emarèse è stato inserito tra i siti inquinati di interesse nazionale, per i quali lo Stato Italiano ha stanziato appositi finanziamenti per la loro messa in sicurezza e/o bonifica.
BONIFICA DI SITI INQUINATI
di Carlo Albonico
Fasci di fibre di crisotilo su serpentina (miniera di Settarme-Chassant).La miniera di amianto di Settarme-Chassant si trova a circa 1370 m s.l.m. in comune di Emarèse. Scoperta nel 1872 è stata coltivata, a fasi alterne, fino al 1970.
L’amianto di serpentino è il più diffuso in natura ed è sempre associato alle serpentine. Le serpentiniti sono rocce metamorfiche formatesi per metamorfismo regionale debole di peridotiti (rocce ignee) i cui componenti essenziali sono l’olivina (un nesosilicato), detta anche peridoto, e il pirosseno. Le serpentiniti hanno come costituenti essenziali i minerali del gruppo del serpentino, tra i quali è di norma prevalente l’antigorite (o serpentino lamellare). I componenti accessori di queste rocce (componenti presenti in piccole quantità) sono costituiti da altri minerali del gruppo del serpentino (crisotilo, lizardite); altri silicati (clorite, olivina, talco, tremolite, ecc.); minerali metallici del ferro, cromo, nichel, cobalto (quali ossidi, solfuri, metalli nativi), idrossidi (brucite) e carbonati. L’aspetto di queste rocce è verde, da chiaro a scuro, o verde giallastro. Le serpentiniti sono molto diffuse nell’arco alpino occidentale e quindi anche in Valle d’Aosta.
Quando i costituenti accessori di queste rocce sono presenti in grosse quantità e rivestono interesse industriale la loro mineralizzazione ha dato origine a giacimenti minerari. Tipici esempi sono la miniera di magnetite di Cogne e il giacimento di amianto crisotilo di Settarme-Chassant, nel Comune di Emarèse.

Sezione Est-Ovest della miniera di Settarme, tratta da: F. Calvino, 1954, Il giacimento di amianto a fibra lunga di Settarme (Valle d’Aosta), in L’industria Mineraria, 5, 407-411.La coltivazione della miniera di Settarme-Chassant (sia a cielo aperto che in galleria) è terminata molti anni prima dell’entrata in vigore della L. 257/92 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto). Presso il giacimento sono presenti numerose discariche con ingenti quantità di fibre di crisotilo (che rappresentano una sorgente inquinante estesa). Le fibre esposte agli agenti atmosferici possono disperdersi nell’aria e diffondersi anche a notevole distanza, diluendosi però in grandi volumi d’aria in funzione dell’andamento locale dei venti.
Il sito estrattivo di Emarèse è stato inserito tra i siti inquinati di interesse nazionale, per i quali lo Stato Italiano ha stanziato appositi finanziamenti per la loro messa in sicurezza e/o bonifica. Il Decreto 18 Settembre 2001 N. 468 (Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale) ha individuato, infatti, tra gli ulteriori interventi di interesse nazionale, all’allegato F, l’ex miniera di amianto di Settarme-Chassant.
La Regione Autonoma Valle d’Aosta ha individuato, quale beneficiario dei finanziamenti sopraccitati, il Comune di Emarèse, provvedendo anche a stabilire le modalità tecniche ed amministrative di esecuzione delle diverse fasi finalizzate alla bonifica e/o alla messa in sicurezza definitiva del sito.
Il Comune di Emarèse ha, successivamente, provveduto ad individuare, mediante bando pubblico, le figure professionali ed i relativi professionisti necessari per l’espletamento delle diverse fasi di carattere tecnico-sanitario.
In conformità a quanto stabilito nel citato art. 17 del D.L. N. 22/97 è stato redatto il piano della caratterizzazione.
Tutte le prescrizioni ed integrazioni, concordate in sede di Conferenza di Servizi tenutesi a Roma presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, sono state recepite dalla Regione Valle d’Aosta e dall’Amministrazione comunale di Emarèse, attraverso il gruppo di lavoro appositamente incaricato per l’esecuzione delle attività di caratterizzazione.
In relazione alla messa in sicurezza di emergenza sono stati effettuati numerosi sopralluoghi presso il sito in modo da censire tutte le gallerie minerarie presenti, quelle ancora accessibili sono state chiuse mediante il posizionamento di idonee reti in acciaio, opportunamente fissate, e sono stati posti cartelli di pericolo per rischio amianto e di divieto di accesso presso ogni imbocco di galleria, con esclusione di quelle ubicate lungo le pareti rocciose dell’area in quanto praticamente inaccessibili. È stato effettuato uno studio sulla stabilità dei versanti e delle discariche.
Sono state campionate ed analizzate matrici solide, liquide e gassose sotto la supervisione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Valle d’Aosta. Su indicazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio l’ARPA ha, inoltre, effettuato una serie di controanalisi presso i propri laboratori.
Dai risultati di queste campagne analitiche è emerso che in alcuni campioni di solido i tenori di amianto erano superiori al limite stabilito nell’Allegato 1 al D.M. 471/99 (1000 mg/Kg come “fibre libere”), mentre i tenori di fibre nelle acque (acque sorgive captate per consumo umano ed animale) e nell’aria sono risultate basse. La principale via di esposizione alle fibre avviene attraverso l’apparato respiratorio ma la presenza di amianto nell’acqua non va sottovalutata in quanto può diventare una sorgente secondaria di fibre aerodisperse.
Al termine della fase di caratterizzazione è stato redatto il progetto di messa in sicurezza che prevede sostanzialmente la messa in sicurezza permanente delle discariche, mediante confinamento. Tenuto conto, infatti, del sito in oggetto, dei volumi e della tipologia di materiali presenti nelle discariche e della loro localizzazione sul territorio, questo sistema risulta essere il più indicato. Un efficace confinamento delle discariche, infatti, isola le fibre dagli agenti atmosferici e ne impedisce la loro diffusione nell’ambiente.
Nel progetto, si prevede di riportare sulle discariche un primo strato di circa 70 centimetri costituito da materiali inerti provenienti da scavi, opere di disalveo di corsi d’acqua e pulizia di bacini artificiali. Al primo strato sarà sovrapposto un secondo strato, di circa 30 centimetri, costituito da terreno vegetale. Su quest’ultimo strato saranno fatte crescere idonee specie vegetali in modo da consolidare il terreno.
   
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