RELAZIONE STATO DELL'AMBIENTE
Il monitoraggio dell'ambiente avviene mediante indicatori ambientali, ovvero grandezze quantificabili per le quali va definito in modo preciso la corrispondenza con la realtà a cui si riferiscono.
INDICATORI PER MONITORARE L'AMBIENTE
di Giovanni Agnesod
Figura 1, i rapporti tra gli indicatori.Che cos’è un indicatore? Quali sono i requisiti che promuovono una grandezza al rango di indicatore? Perchè è oggi diffuso - potremmo dire obbligato – parlare di ambiente (e non solo) in termini di indicatori?
Alla base degli indicatori ci sta un’idea di sintesi conoscitiva. L’indicatore è una grandezza quantificabile, per la quale, quindi, va definito in modo preciso la corrispondenza con la realtà a cui si riferisce. “Stato ambientale dei corsi d’acqua”: valuti questo, misuri quest’altro, combini insieme, assegni il punteggio e stabilisci la classe. Che c’è di strano? Basta sapere che via seguire, e averne i mezzi e la capacità, come per qualsiasi misura. Una grandezza come tutte… “Indicatore” viene però da “indicare”, che dà invece il senso di “rimandare a”, un segno per qualcos’altro. Non si sottolineano solo gli aspetti di determinazione, che sono di tutte le grandezze, ma la possibilità di un significato che va oltre ciò che è direttamente associato al valore del parametro. Viene fuori una valenza potremmo dire simbolico-allusiva dell’indicatore: valuti questo, misuri quest’altro, combini insieme e quello che ottieni non è solo la combinazione di questo e quest’altro, ma può stare nientemeno per lo stato ambientale del corso d’acqua! “Stare per”, perchè una descrizione completa dello stato ambientale richiederebbe la misura di una moltitudine di parametri, ma basta questo… Una sintesi, dunque, che è anche economica: un indicatore si fa preferire se la fatica per quantificarne il valore è inferiore a quella richiesta per l’acquisizione della completezza dei dettagli. E se quello che ottieni è utile sul piano della gestione delle cose: analisi delle tendenze in atto, verifica degli effetti di politiche e provvedimenti, confronto di situazioni e scenari.
Gli indicatori sono classificati in base ai rapporti causali reciproci che nel sistema-ambiente hanno le realtà da essi descritte. Distinguiamo così indicatori di Cause generatrici primarie, Pressioni, Stato, Impatto e Risposte (cfr. tabella 1).

I rapporti tra gli indicatori sono indicati nella figura 1, ripresa pari pari dalla ormai vastissima reportistica ambientale, nella quale - osserviamo noi - manca un fondamentale percorso di retroazione: quello dagli Impatti, verso le Cause. Mancano cioè i percorsi di retroazione che stanno nelle cose, a prescindere dalle azioni di risposta: illusione ottimistica dei pianificatori della gestione ambientale, ovvero rimozione delle catastrofi…

Due osservazioni finali. Sempre più frequentemente la quantificazione degli indicatori è richiesta dalla normativa, sia in forma esplicita, sia, implicitamente, attraverso la posizione di limiti e livelli di riferimento sugli indicatori medesimi. E sempre più utilmente un sistema di indicatori condivisi facilita la trasmissione di informazione ambientale nell’ambito dei processi mass-mediologici di comunicazione. O quantomeno, la rende praticabile, permettendo di dire le cose senza banalizzarle, ma al contrario tentando di riavvicinare l’orizzonte personale del sentito come valore alla scala più vasta delle dinamiche e delle tensioni che agiscono nelle cose.

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Parlare dell’ambiente per temi, settori, problemi

Tabella 1.Catalogare gli indicatori ambientali è un bel problema. L’ambiente è una realtà complessa e interconnessa. L’ambiente è tutto, verrebbe voglia di dire, è il tutto in dispiegamento nella dimensione spazio-territoriale. Gli indicatori invece danno tagli prospettici, mirano alla sintesi, a costo di ridurre. Classificare gli indicatori ha dietro di sé l’idea che si possa ricostruire la complessità ambientale a partire dal fondo, dagli elementi di prospezione conoscitiva sintetica che abbiamo definito proprio per non perderci nella complessità. Avvertendo che una classificazione completa ed esauriente non c’è, qualche risultato utile si ottiene, utile quantomeno ad organizzare i capitoli della Relazione, ma anche a strutturare le attività dell’ARPA, a definire aree operative…
La scelta più semplice è classificare gli indicatori per comparti del sistema ambiente a cui si riferiscono: i cosiddetti Temi ambientali. Classici sono l’Aria, le Acque, Suolo e terreno, il Mondo vivente (Natura e Biodiversità); anche gli Agenti Fisici, nel senso di radiazioni, dimensione immateriale dell’ambiente, ci stanno bene. La classificazione adottata nella 3a Relazione sullo Stato dell’Ambiente è riportata nella tabella qui a fianco ed è derivata da quella del Sistema Informativo Nazionale Ambientale.
Ai temi citati sopra sono aggiunti - come si può vedere - i Rifiuti e Flussi di Materiali, che più che comparto del sistema ambiente sono un ambito problematico, per quanto molto vasto, e i Cambi Climatici, anche questo tipico ambito problematico, promosso al rango di Tema ambientale al posto di Natura e Biodiversità. Quest’ultimo non è trattato nella Relazione perché al di fuori delle competenze istituzionali dell’ARPA.
Una volta definiti i temi, la sotto-classificazione in sottotemi è abbastanza naturale. Quella indicata nella tabella, e seguita nella Relazione, riprende lo schema SINANET, tenendo conto dell’ambito di estensione delle competenze istituzionali dell’ARPA VdA e dell’operatività attuale dell’ARPA medesima.
La suddivisione in capitoli della Relazione riprende i Temi ambientali della tabella, con il tema Agenti Fisici suddiviso nei tre Sottotemi principali.

Ma la copertura di categorie dei Temi ambientali è ben lontana dall’esaurire le dimensioni interpretative. I problemi di acqua, aria, suolo, biosfera da dove vengono? Di certo, per noi osservatori umani, la presenza e l’attività nostra e dei nostri simili sono una prospettiva importante da considerare. Per questa via si arriva alla classificazione dei contenuti per Settori dell’attività umana. Quelli usati per la classificazione degli indicatori nella 3a Relazione sono: Agricoltura, Energia: produzione e trasporto, Gestione aree urbane, Industria e Attività produttive, Telecomunicazioni, Trasporti, Turismo, Vita domestica, Gestione del territorio alpino.
Rispetto alla classificazione SINANET, ci si è presi la libertà di aggiungere il settore Telecomunicazioni, per la rilevanza territoriale di queste tecnologie e l’impegno operativo che richiedono, e la Gestione del territorio alpino, per evidenti ragioni di specificità della Valle d’Aosta.

L’approccio per settori di integrazione ai problemi ambientali è particolarmente di attualità, in quanto collegata alla tensione tra ragioni dell’economia e dinamiche dell’ambiente, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Esso è presente, in questa edizione 2005 della Relazione, attraverso il richiamo, per ogni indicatore, al settore o ai settori di pertinenza. In futuro potrà avere un peso strutturale maggiore, anche in relazione alla continua evoluzione delle competenze istituzionali e delle attività dell’ARPA VdA.
La complessità dell’ambiente tagliata a fette con spirito presocratico (l’acqua, l’aria, la terra, le radiazioni…). Poi riaggregata in chiave antropocentrica intorno al nostro fare e disfare (l’industria, il turismo, i trasporti…). Manca ancora una dimensione fondamentale: quella degli eventi. L’ambiente letto attraverso gli snodi cruciali che hanno segnato il percorso recente, ma anche attraverso le azioni dispiegate per dirigerne o quanto meno orientarne la direzione di evoluzione: leggi, azioni, nuove infrastrutture, nuove strategie conoscitive. I problemi di fronte a cui ci troviamo, le loro manifestazioni, e le nostre strategie operative.

L’importanza di seguire lo sviluppo degli eventi, oltrechè di curare l’allineamento temporale delle informazioni, è stata ben presente nella costruzione della Relazione e trova espressione nelle pagine di approfondimento tematico. Sono questi fatti, azioni, risposte, oggi presentati, che modificheranno pressioni, stati e impatti ambientali, e troveranno riscontro nell’andamento futuro degli indicatori o nel popolamento di nuovi indicatori. Ogni tappa richiama le precedenti e rimanda allo svolgersi prossimo futuro delle cose.
   
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