CONSEGUENZE E PROSPETTIVE
La catena distributiva dei prodotti agricoli comprende numerosi passaggi intermedi, ciascuno dei quali deve trarre il suo tornaconto. La conseguenza economica di questa articolazione รจ che i prezzi dei prodotti aumentano in misura ragguardevole nei diversi passaggi dal produttore al consumatore.
CIBO E CHILOMETRI
di Mauro Bassignana e Alessandro Neyroz
Figura 1.L’agricoltura è spesso considerata come uno dei settori a più forte impatto ambientale e più inquinanti, in ragione della concentrazione e della specializzazione sempre più spinta delle produzioni, per l’uso ingente di erbicidi e pesticidi, per i rischi di rilascio di nitrati nelle falde. In buona misura, le modifiche che hanno interessato le modalità operative e le caratteristiche del processo produttivo nel settore agricolo sono la conseguanza di scelte di politica economica e di strategie di sviluppo che i produttori agricoli hanno più subìto che determinato. Anche le richieste dei consumatori hanno avuto la loro parte nell’indirizzare queste modificazioni. Ci siamo abituati alla disponibilità di ogni genere di ortaggio e frutto in qualunque periodo dell’anno e probabilmente pochi dei consumatori delle giovani generazioni saprebbero dire qual è la frutta o la verdura di stagione. La catena distributiva dei prodotti agricoli comprende numerosi passaggi intermedi, ciascuno dei quali, evidentemente, deve trarre il suo tornaconto. La conseguenza economica di questa articolazione è che i prezzi dei prodotti agricoli aumentano in misura ragguardevole nei diversi passaggi dal produttore al consumatore. Di esempi se ne possono trovare a volontà, nei molti articoli o nelle inchieste che, con regolarità, sono dedicate all’argomento da giornali, radio e televisione. Ci limitiamo a riportare quanto pubblicato nel sito della Coldiretti, che evidenzia come il ricavo del produttore rappresenti, in media, solo un terzo del prezzo pagato dal consumatore finale per l’acquisto della verdura Figura 2.(http://www.coldiretti.it/aree/documenti/Andamento%20prezzi%20e%20margini%20ortofrutta.pdf). Questi passaggi, inoltre, prevedono il trasporto dei prodotti anche per centinaia di chilometri, se non per migliaia, per i prodotti di provenienza estera. Nell’era della globalizzazione, non si possono immaginare barriere doganali che scoraggino le importazioni e modifichino questa realtà. Ma ciascuno di noi, in quanto acquirente o in quanto produttore, può far valere il proprio peso indirizzando le proprie decisioni. Appare chiaro che, pur se in piccola misura, si può fare qualcosa di concreto per ridurre l’impatto ambientale del nostro stile di vita, compiendo scelte d’acquisto consapevoli, nel primo caso, o scegliendo tecniche produttive adeguate, nel secondo. Per fare un esempio, privilegiando la fertilizzazione organica, basata unicamente sull’uso di letame e liquame prodotti in abbondanza dalla stalla, si valorizzano i sottoprodotti dell’allevamento, si riciclano correttamente le deiezioni zootecniche e si evita di impiegare concimi minerali, per produrre i quali l’industria chimica brucia ingenti quantità d’energia (Bassignana M., 2004. Dai diamanti non nasce niente... Environnement, 27, 10-13). Nell’ambito della distribuzione dei prodotti agricoli, le iniziative e gli esempi interessanti si moltiplicano:
• sul versante della domanda, con la nascita di 450 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) in tutta Italia, e con la preferenza accordata ai prodotti provenienti da piccoli produttori locali, proprio per la possibilità di conoscere direttamente le condizioni di produzione e per ridurre il consumo di energia e l’inquinamento derivante dal trasporto;
• sul versante dell’offerta, con lo sviluppo dei mercati del contadino, della vendita diretta in azienda, con la diffusione di distributori automatici di latte crudo presso l’azienda produttrice, con i sempre più numerosi mercati di vendita diretta (per esempio Lo Tsaven - Campagna amica, organizzato dalla Coldiretti Valle d’Aosta e dall’Associazione Tèra Nouva), con la valorizzazione della carne valdostana promossa dall’AREV.
In questo contesto, si colloca l’esperienza di coltivazione e di vendita diretta dei prodotti dell’orto dell’Institut Agricole Régional. L’IAR è un Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente, che affianca alla didattica anche attività di ricerca e di produzione agricola. La produzione dell’orto, che è sempre stata destinata soprattutto alla mensa dell’Institut, è integrata nelle attività sperimentali e dimostrative che sono uno di compiti istituzionali dell’IAR. Da decenni partecipiamo alla Rete nazionale di sulla patata, con il confronto tra le nuove proposte del panorama varietale italiano.
Figura 3.Nell’orto, inoltre, si sperimentano tecniche colturali innovative (concimazione e difesa fitosanitaria, forme di allevamento, consociazioni tra colture diverse, uso di limitatori naturali dei fitofagi, uso di piante biocide per il contenimento dei fitofagi del terreno). Nel 2007 si è iniziata, a titolo sperimentale, la vendita diretta della parte di ortaggi eccedente rispetto ai fabbisogni, soprattutto durante il periodo delle vacanze estive, in cui le esigenze della nostra cucina sono ridotte e la produzione ortiva è massima. La risposta da parte degli acquirenti locali è stata molto positiva, sia per la qualità delle produzioni, sia per i prezzi molto competitivi. Il buon riscontro ottenuto ci ha spinti, nel 2008, ad ampliare la superficie coltivata, portandola dagli originari 1000 m2 a circa 2500 m2, 600 dei quali sotto copertura di tunnel plastico (figura 1). Nell’orto si coltivano i seguenti ortaggi: aglio, biete da taglio, carote, cipolle, coste, fagiolini, finocchi, lattughe, melanzane, meloni, patate, peperoni, pomodori, prezzemolo, ravanelli, scalogni, spinaci e zucchine. Naturalmente, l’assortimento disponibile, così come l’inizio e la fine dell’epoca di vendita, dipendono dalla stagionalità (figura 2). L’obiettivo, che discende direttamente dai compiti istitutivi del nostro istituto, è quello di dimostrare, con un esempio concreto di filiera corta, l’interesse e la fattibilità di una produzione ortiva indirizzata alla vendita diretta, considerando che da un metro quadrato di orto si possono ricavare, mediamente, 3 kg di ortaggio 3-4 kg di patate. Qualche altro esempio esiste già, tanto in ambito periurbano (per esempio a Gressan), quanto in zone a più netta vocazione turistica (per esempio a Cogne, figura 3). Alcuni agricoltori interessati hanno già iniziato ad informarsi e a far progetti. Ci sono tutte le condizioni perché si moltiplichino. Le raccolte stanno proseguendo e sarà possibile stabilire il saldo finale dell’andamento delle vendite solo alla fine della stagione vegetativa. Ma se la nostra prova servirà ad altri produttor e se si moltiplicheranno esperienze di questo genere, questo sarà il prodotto migliore del nostro orto.
   
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