Editoriale
Editoriale

Il progetto editoriale incentrato sulle Comunità Montane dalla nostra rivista prosegue con questo numero dedicato alla Comunità Mont Rose.
Il territorio della comunità, ricco di tradizioni e di paesaggi diversi, inizia dal fondo della valle centrale per spingersi fi no all’alta montagna, rappresentando il punto di contatto principale tra la nostra regione e il vicino Piemonte. Include realtà urbanistiche e territoriali diverse e molto varie: si va da comuni di fondovalle sedi di importanti attività industriali e artigianali, quali Pont-Saint-Martin, a centri prettamente montani a vocazione agricola e turistica come Champorcher.
La comunità montana Mont Rose è ricca di tesori storici e archeologici, alcuni ben conosciuti al grande pubblico, e di cui si è già scritto in precedenti numeri di Environnement, come il forte di Bard e la strada romana di Donnas, altri più nascosti, ma sicuramente meritevoli di approfondimenti: in questo numero si tratta della chiesa di Hône, recentemente oggetto di scavi archeologici e del Chemin de la Vallaise a Perloz, oggetto di un intervento di recupero.
La Comunità vanta poi al suo interno parte dell’unico Parco naturale regionale valdostano, il Parco del Mont Avic, che ha ormai oltre 20 anni di vita e continua a impegnarsi sul fronte della tutela e del recupero di un valore naturalistico di pregio, come ci viene illustrato dal suo Direttore. Da segnalare anche la Riserva naturale regionale del Mont Mars a Fontainemore.
Un’area che vanta inoltre una lunga storia di insediamenti, e che è stata nel corso dei secoli plasmata dall’uomo e dalle sue attività, soprattutto da quelle agricole, come dimostrano i terrazzamenti di Donnas. La vicinanza con il Piemonte e la sua realtà industriale e commerciale ha poi spesso stimolato la crescita di nuove attività economiche in zona.
Anche in questa porzione di territorio troviamo quindi uno spaccato della realtà territoriale valdostana, caratterizzata da ambienti urbani con prevalenti attività industriali e commerciali (interessante la ricostruzione della storia degli insediamenti industriali negli ultimi due secoli a Pont-Saint-Martin), da peculiarità ambientali a valenza turistica sia nel periodo invernale (con lo sci) che in quello estivo e da territori a vocazione prevalentemente agricola.
Un territorio che racchiude nella interessante varietà di contesti la sua intrinseca complessità di pianifi cazione. In particolare testimonia di tante tensioni e sfi de oggi in atto: variazioni di contesti economici, con i rifl essi nefasti della progressiva contrazione dell’offerta di lavoro, ma anche territorio sensibile ai cambiamenti climatici con variazione dei biotopi (sviluppo di nuovi tipi di piante, quali fi chi d’India e ulivi, fi nora limitati a climi e latitudini ben più mediterranee) e dei contesti naturali.
Un territorio chiamato a ripensare i suoi modelli di sviluppo e che con lungimiranza ha puntato su una forte valorizzazione culturale e ambientale attraverso importanti interventi: in particolare il recupero del Forte di Bard, che si sta affermando come centro attrattore di interessi culturali e artistici di altissimo livello e conseguentemente come volano turistico.
In questo contesto anche l’ambiente naturale, già valorizzato attraverso parchi regionali e zone protette, può diventare, proprio per effetto di quei cambiamenti climatici in atto, opportunità di valorizzazione per nuove attività legate al territorio, leva economica da perseguire con grande convinzione.
Buona lettura.

Manuela Zublena
Assessore al territorio e ambiente
 
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