Mont Emilius
Nella Comunità Montana Mont Emilius si trova quella che può essere definita l’area wilderness più interessante dell’intera Regione.
MONT EMILIUS, WILDERNESS IN VALLE D’AOSTA
di SANTA TUTINO
Dirigente Assessorato regionale agricoltura e risorse naturali
Erinaceus europaeus.La Comunità montana Mont Emilius ospita quella che può essere definita, a pieno titolo, l’area wilderness più interessante dell’intera regione, la zona di protezione speciale (ZPS) Mont Avic- Mont Emilius. A rigore, la zona interessa anche altre comunità montane limitrofe, tuttavia la parte di pertinenza è consistente, pari a oltre il 36% del territorio, distribuita nei comuni di Charvensod, Pollein, Brissogne, Saint-Marcel e Fénis. Posta sul versante orografico destro della Dora Baltea, si estende prevalentemente oltre i 1600 metri d’altitudine, ed è uno dei siti a maggior rilevanza ornitologica dell’intero arco alpino e, proprio per questo motivo, è classificata come ZPS e inserita nella rete ecologica europea Natura 2000. Ospita le specie tipiche della media ed alta montagna, inoltre è accertata la presenza di ben 13 specie tutelate, dall’Aquila, al Gracchio corallino, al Gipeto, al Picchio nero, al Gufo reale, alla Pernice bianca, alla Civetta capogrosso, solo per citarne alcune. L’ampio sviluppo longitudinale e le caratteristiche geologiche offrono poi una grande varietà di habitat, numerosi di particolare pregio, quali i Pavimenti calcarei, i pascoli tipici delle Formazioni erbacee a Nardus, le foreste alpine di Larice e Pino cembro o, ancora, quelle di Pino uncinato, ben rappresentate anche nel vicino Parco naturale Mont Avic. Tra le molte specie floristiche, si possono citare Limnaea borealis, Aquilegia alpina, Ranunculus aquatilis, accanto ad altre più conosciute e rappresentative dell’ambiente alpino, come Leontopodium alpinum, la comune, ma bellissima, Stella alpina.
Falco peregrinus.Il paesaggio è l’elemento forse più significativo. In un’area ben poco antropizzata, con scarse infrastrutture, ad eccezione di alcuni alpeggi, la natura è protagonista, i boschi, le praterie, le cascate, nel silenzio interrotto solo dal canto di cince, ciuffolotti e fringuelli alpini, accompagnano il visitatore nel vallone Les Laures, fino alla splendida cornice del lago Lungo e, più in alto, del lago Superiore. Il contesto naturale assume, poi, un’atmosfera magica nella val Clavalité dove, arrivati nel pianoro, sembra di essere giunti a Shangri-La, l’immaginario luogo descritto da James Hilton in “Orizzonte perduto”, dove il tempo pare quasi essersi fermato per lasciare il posto alla pace e alla tranquillità.
A ridosso del fondovalle, si trovano nel territorio di questa comunità montana, due riserve naturali, molto diverse per caratteristiche e peculiarità, la Côte de Gargantua, a Gressan, e Les Iles di Saint-Marcel. La Côte, uno sperone di forma allungata, è costituita da depositi di origine glaciale. L’ambiente è arido, tipico dei versanti assolati, con scarsa vegetazione e alcuni rimboschimenti, ma anche specie vegetali steppiche e mediterranee, come la rara Artemisia vallesiaca, nonchè diverse specie di lepidotteri. Circondata in buona parte dall’abitato di Gressan, la riserva si presta ad una piacevole passeggiata e, arrivati sulla sommità attraverso il sentiero principale, offre un ottimo punto di vista sul fondovalle e le aree circostanti. Completamente differente è l’ambiente di Les Iles, la principale zona umida tutelata in Valle d’Aosta, posta sul fondovalle, interessa il territorio di quattro comuni, Brissogne, Saint-Marcel, Quart e Nus, con un’estensione di circa 35 ettari. Les Iles è uno degli ultimi ambienti fluviali della Dora Baltea, residuo di una più vasta piana alluvionale. La vegetazione e la fauna sono quelle caratteristiche delle zone umide, con Cannuccia di palude, giunchi e carici che offrono riparo agli uccelli acquatici, dal Germano reale alla Gallinella d’acqua ai migratori, come l’Airone cinerino e la Garzetta. Un cenno ma, soprattutto, una visita, meritano, infine, il Lago Tsan e le zone circostanti dove, ad una quota di oltre 2000 metri di altitudine, i particolari ambienti calcarei permettono lo sviluppo di una vegetazione caratteristica e dove non è insolito osservare l’aquila o, nei giorni più fortunati, il gipeto barbuto.

ATTIVITÀ NELLA ZPS MONT AVIC - MONT EMILIUS

Da circa due anni la Zona di Protezione Speciale Mont Avic - Mont Emilius è coinvolta nel progetto di cooperazione territoriale PHENOALP, finanziato dal Programma ALCOTRA Italia-Francia. La fenologia, intesa come l’alternarsi delle fasi di sviluppo annuale degli esseri viventi, è influenzata dalle condizioni climatiche stagionali ed è quindi sensibile ai cambiamenti climatici: PHENOALP intende approfondire le conoscenze sulla fenologia nelle Alpi, creare una rete di osservazione, definire un metodo integrato comune di analisi e sensibilizzare il grande pubblico coinvolgendolo nel monitoraggio. Partecipano al progetto, oltre all’ARPA Valle d’Aosta, come capofila, il Servizio aree protette della Regione autonoma Valle d’Aosta, il Parco naturale Mont Avic, il Centre de Recherches sur les Ecosystèmes d’Altitude di Chamonix (CREA) e il Parc Naturel Régional du Massif des Bauges. Nel vallone di Saint-Marcel il Servizio aree protette ha avviato un monitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici, secondo un protocollo definito, utilizzando indicatori vegetali in transetti forestali e sopraforestali, posti su livelli altimetrici diversi, da 1500 a 2200 metri. In corrispondenza dei quattro transetti sono state installate anche quattro stazioni automatiche per il rilievo automatico delle temperature; queste stazioni faranno parte della rete di stazioni termometriche già attiva da qualche anno in Francia. Nella medesima area, l’università di Torino studia la fenologia animale utilizzando gruppi faunistici particolarmente sensibili, quali paridi (cince degli ambienti forestali) con applicazione di nidi artificiali, Rana temporaria, Coleotteri carabidi, Lepidotteri ropaloceri (farfalle diurne) e Bombi. Di particolare rilievo sono, però, le azioni di formazione pedagogica specifica e di sensibilizzazione del pubblico che hanno permesso di condividere l’esperienza acquisita negli ultimi anni dai colleghi francesi del CREA. Quest’anno sono stati svolti corsi dedicati alle tecniche e metodologie del monitoraggio rivolti a figure professionali che già normalmente operano sul territorio valdostano: guardie del Corpo forestale della Valle d’Aosta, guardaparco del Parco nazionale Gran Paradiso e del Parco naturale Mont Avic e guide escursionistiche naturalistiche. Il mondo scolastico è stato coinvolto attraverso gli insegnanti e le classi delle istituzioni scolastiche della zona. Ben cinque classi hanno aderito al progetto: le elementari di Fénis, Saint-Marcel, Brissogne e Torgnon e la scuola media di Nus. Ogni classe ha scelto un suo sito di osservazione della fenologia forestale, ha avviato la raccolta dei dati primaverili e autunnali, secondo il protocollo metodologico definito, ed è entrata così a far parte della rete di osservatori che sta nascendo sulle Alpi occidentali.
                                                                                                         Ornella Cerise
(Servizio aree protette)
   
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