Carceri: associazioni, "case famiglie per madri e bimbi"

A quattro anni da legge riforma ancora 40 bimbi in penitenziari
15:59 - 06/03/2015 


(ANSA) - ROMA, 6 MAR - A quattro anni dall'approvazione della legge di riforma delle madri detenute con i figli, l'8 marzo 2011, sono ancora una quarantina i bambini che vivono con le loro mamme nelle carceri italiane. Denunciando grave violazione dei diritti dell'infanzia Terre des Hommes, assieme all'Associazione A Roma, Insieme e Bambinisenzasbarre, esprimono "forte preoccupazione per l'assenza di una politica nazionale realmente funzionale alla risoluzione di questo delicato e urgente problema".

Nel 2011 una legge di riforma (n.62/2011) prevedeva per le detenute madri prive di una casa e con un profilo di bassa pericolosità le case famiglie protette come alternativa al carcere, o alla carcerazione attenuata delle cosiddette Icam, Istituti a custodia attenuata per detenute madri). A tutt'oggi però - denunciano le associazioni - non ne risulta aperta nessuna in Italia e i bambini rimangono in carcere, con gravi conseguenze sul loro benessere e corretto sviluppo.

Il problema sembra essere di carattere squisitamente economico: le Case Famiglia Protette infatti devono essere identificate dagli enti locali e da loro finanziariamente sostenute. Nulla invece può essere fatto ricadere sull'amministrazione penitenziaria.

All'assenza di case famiglia protette, evidenziano le associazioni, fa da contraltare invece una politica ministeriale di forti investimenti in favore delle Icam, che dal 2011 ad oggi sono diventate tre: Milano, Venezia e Cagliari. "Tuttavia queste strutture hanno un costo elevato a fronte di evidenti inadeguatezze, rispetto alle esigenze di protezione, cura e crescita dei bambini ospitati. Si tratta infatti di Istituti detentivi, pur attenuati, l'utenza accolta è molto varia (donne incinte, madri con bambini, padri) e si riscontra un'ampia differenza di età dei bambini che possono accedervi tra 0 e 10 anni". (ANSA).


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